RELAZIONE SULLO STATO DELLA SCUOLA AL PRIMO DICEMBRE 2017. PARLANO GLI INVISIBILI.

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RELAZIONE DI GIUSEPPE DE CICCO

FONDATORE DE “LA SCUOLA INVISIBILE”.

IL TRANSITORIO

Il 31 maggio 2017 entra in vigore il Decreto legislativo 59/17 relativo alla formazione iniziale e al reclutamento dei docenti della scuola secondaria.
A quanto stabilito dal su detto decreto, hanno fatto seguito una serie di decreti ministeriali, con lo scopo di dare attuazione pratica a quanto già fissato nel decreto stesso.
Dal transitorio, restano escluse la scuola primaria e quella dell’nfanzia.
Facciamo un passo indietro: questa legge è il frutto del solito compromesso tra istanze diverse, compromesso che magari all’epoca ( parliamo di pochi mesi fa ), per certi versi ( ma non tanti ), poteva anche essere condivisibile, ma che ora risulta già superato dagli eventi.
La richiesta iniziale dei docenti e delle associazioni e sindacati che li rappresentano, era quella di una graduatoria a scorrimento, sulla falsariga delle Gae.
Sul punto, la chiusura del Governo è parsa subito chiara: le gae, almeno per la scuola secondaria, rappresentano un capitolo chiuso.
Nella realtà, si è visto come questo presupposto, ancora una volta, potrebbe risultare del tutto inesatto ed infondato: le sentenze a favore degli itp ed afam hanno già provveduto a rimescolare, almeno parzialmente, le carte.
Sono infatti recenti le ordinanze che inseriscono in seconda fascia, anche se con riserva, itp e afam, e sembra vi siano anche provvedimenti favorevoli al loro inserimento in gae.
Tutto questo, chiaramente, non ha fatto altro che creare altri disordini nella scuola e malcontenti tra i docenti: segreterie scolastiche, usp e usr costretti a correggere ed integrare graduatorie, e conseguenti variazioni nelle nomine dei docenti ( i nuovi inserimenti in seconda fascia hanno in pratica sconvolto le nomine da graduatoria incrociata per il sostegno ).
A scusante del governo, non si può nemmeno dire che sia stata la prima volta che sia capitata una cosa del genere: c’era già stato il precedente dei diplomati magistrale, che avrebbe dovuto consigliare una condotta ben diversa.
Ma andiamo con ordine: il dlgs 59/17 che avrebbe avuto un fine di “riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria per renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione”, rischia invece di divenire per la scuola l’ennesima fonte di disordine ed ingiustizia sociale.
Cerchiamo di spiegarne i motivi: questi nuovi ingressi in seconda fascia di istituto, o addirittura in gae, se confermati nel merito, porranno il problema di una nuova platea di abilitati che andranno inseriti nel transitorio in una maniera diversa rispetto a quanto inizialmente previsti.
Ipt ed afam andranno assunti dalle gae, senza concorso, e tenendo conto del punteggio, e per giunta da una graduatoria provinciale e non regionale.
Un destino diverso invece, toccherà a chi rimane in seconda fascia d’istituto o addirittura in terza.
Ancora una volta, sentenze giudiziali sconvolgeranno la scuola, creeranno malcontento e disordine, finendo per minare ancora le fondamenta del sistema scolastico intero.
Chiaramente, si potrebbe obiettare che itp ed afam sono stati inseriti in gae o in seconda fascia di istituto successivamente all’emanazione del dlgs in questione: questo porterà a nuove cause, nuovi ricorsi e nuovi contenziosi non solo giudiziari, con tutte le conseguenze del caso.
Riguardo a come verranno assunti i nuovi docenti secondo quanto stabilito dalla normativa in questione preferiamo stendere un velo: va solo ricordato che ogni volta che viene riformato o ritoccato un meccanismo di assunzione, l’aspirante docente deve versare un obolo ( i 24 cfu ), o sottostare a un meccanismo di reclutamento sempre peggiore ( modalità e durata del tirocinio ).
Ci tocca un breve accenno anche alla ormai quasi decennale questione del riconoscimento delle abilitazioni all’estero: se il Miur le ritiene una scappatoia, un imbroglio, allora provveda a respingere le istanze di riconoscimento, altrimenti le accolga: inutile tenere in seconda fascia con riserva per anni docenti che hanno fatto un percorso, o, addirittura tenerli fermi in terza fascia senza prenderlo in alcuna considerazione.
Anche qui è solo una questione di giustizia: ho diritto ad una risposta dallo Stato in tempi brevi, soprattutto se il fatto di essere in seconda fascia di istituto o in terza mi cambia radicalmente le modalità di assunzione.

LA QUESTIONE DEI DM ANTE 92

La ciliegina sulla torta del transitorio è l’esclusione dei diplomati magistrale, quindi della primaria e dell’infanzia, dalle nuove forme di reclutamento: la motivazione fornita è squisitamente giuridica, visto che sul tema è attesa a giorni la pronuncia della Plenaria.
Per noi è l’ennesima prova della volontà della politica di non intervenire là dove invece il suo intervento sarebbe necessario: se si fosse agito diversamente, si sarebbero evitate ulteriori polemiche ed ulteriori discussioni.
Non è questo il luogo in cui darsi ad un excursus storico dei diplomati magistrale, noi vorremmo solo porre un quesito: invece di attendere la Plenaria, che, se positiva, comporterà comunque l’esigenza di un intervento politico e normativo, non si poteva cogliere l’attimo per un riordino del sistema di reclutamento anche per la primaria e l’infanzia, magari stabilendo gli stessi principi?
In sintesi, non si poteva nella stessa sede stabilire una differenziazione tra chi, in possesso del diploma magistrale ante 92, aveva maturato vari anni di servizio, o aveva addirittura vinto qualche concorso e chi invece si trovava in una condizione diversa?
Anche in questo caso la politica ha preferito ancora eclissarsi, con conseguenze ancora più aberranti per la scuola dell’infanzia, che dal piano assunzionale previsto dalla Buona Scuola è rimasta addirittura esclusa!
Le gae infanzia infatti sono ancora piene, al nord come al sud,e, a differenza di quelle della primaria, non perché sono state riempite da ricorrenti che inizialmente ne erano esclusi, ma perché i precari storici, i vincitori del concorso del 1999, aspettano ancora un’assunzione, e questo, dopo averli cancellati dalla graduatoria di merito e averli privati della possibilità di un’assunzione attraverso il sistema del doppio canale.
Signori: si parla di una procedura concorsuale espletata ormai quasi vent’anni fa!
Tutto questo, mentre per i vincitori del concorso 2012 è stata prevista l’assunzione anche degli idonei.
Mah, che dire?
Ma andiamo avanti.

I NUOVI CONCORSI

Con le gae ancora colme per primaria e infanzia ( per le quali non è prevista una nuova fase concorsuale, stranamente ), il transitorio prevede una nuova procedura di assunzione per la scuola media di primo e secondo grado.
E’ vero che per molte classi di concorso le gae delle superiori risultano esaurite o quasi, e per alcune addirittura vuote, e che molte cattedre risultano vacanti, ma è anche vero che, se la legge prevede che le assunzioni previste per il settore pubblico vadano fatte per concorso ( ma si tacciono sempre i limiti e le eccezioni previste dalla legge stessa ), è altresì vero che la Costituzione ci dice che la nostra repubblica è fondata sul lavoro.
Perché non bilanciare i due principi ed evitare inutili spese, sprechi e perdite di tempo?
Perché sovrapporre graduatorie di merito, provinciali e regionali?
Badate bene: in molte regioni del sud, i vincitori del concorso 2016 per infanzia e primaria aspettano ancora di essere assunti e non sanno quando lo saranno, e quelli per la media di primo e secondo grado lo sono stati da poco e non in tutte le regioni.
In conclusione, stiamo facendo di tutto per portare la scuola pubblica al collasso, sovrapponendo riforme a riforme, aggiungendo nuovi meccanismi di assunzione ad altri che non hanno ancora compiuto il loro percorso.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

L’ITALIA E L’EUROPA

Per anni ci è stato rifilato che era l’Europa che lo voleva ( cosa, non l’abbiamo capito )!
Ora, noi siamo convinti che di tutto questo pastrocchio l’Europa non sappia nulla: se sapesse che sono stati indetti ben due concorsi e che se ne bandirà un altro e che i vincitori di un altro concorso, espletato vent’anni fa, attendono ancora di essere assunti, supponiamo che ci irrogherebbe una sanzione ben sostanziosa!
Se sapesse che i precari della Pubblica Amministrazione verranno stabilizzati, mentre docenti precari da più di un decennio dovranno espletare o attendere l’ennesimo concorso, crediamo che si farebbe due risate.
Se sapesse come e quanto verrà adeguato il contratto dei docenti italiani, siamo convinti che ci escluderebbe dal novero delle nazioni civili.
Se sapesse come viene utilizzato il mercato delle assegnazioni provvisorie ( per far rientrare a casa docenti “ deportati “ per un anno, mentre altri lo restano per decenni a graduatorie bloccate ), immaginiamo ci relegherebbero in eterno nell’ultimo dei gironi dell’inferno dantesco.
Se sapessero che la scuola pubblica italiana viene usata per tenere il personale scolastico “l’un contro l’altro armati”, siamo dell’idea che ci avrebbero già commissariati.
Se questo deve essere il nostro destino, che lo sia.
Altrimenti, avviamo, per una volta un dialogo serio.
Alla politica la scelta: noi non possiamo far altro che suggerire una via d’uscita, altro non ci è permesso.

 

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