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Catalogna: 5 domande a… Enrico Inferrera

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Abbiamo chiesto a vari esponenti del mondo meridionalista cosa ne pensano della recente elezione in Catalogna.

Stasera vi proponiamo il punto di vista di Enrico Inferrera, Segretario di Unione Mediterranea.

1. Cosa ne pensa del percorso indipendentista catalano? È un modello riproducibile per il mezzogiorno d’Italia?

E’ sempre interessante osservare i processi culturali e politici di un popolo che cerca,con fatica,di riappropriarsi della propria identità.
Detto ciò,non mi sembra, che,malgrado il risultato ottenuto di una maggioranza ma con due partiti diversi insieme,ci sia stato un plebiscito per i sostenitori dell’indipendenza. C’è da prendere atto che la Catalogna è divisa a metà tra indipendentisti e non. E’ un processo che sia pure in fase avanzata,non è ancora completo.

Il nostro Sud è ancora fortemente soggiogato dalla pseudo cultura unitaria propinata in 154 anni,esiste ancora in larghi strati della popolazione un senso di “minorità” che impedisce quella presa di coscienza necessaria per intraprendere il cammino dell’indipendenza. Le disparità di trattamento tra centro-nord e Sud acuitesi negli ultimi venti anni stanno,tuttavia,producendo un nuovo senso di appartenenza che sebbene abbia i con connotati della rabbia e della disperazione, conduce alla conoscenza ed al cambiamento di mentalità. Poi c’è il problema della sudditanza rispetto ai centri di potere, non solo economico, del nord, che,indubbiamente,riesce ad addomesticare molti uomini del Sud desiderosi di fare carriera. E’un percorso iniziato da qualche anno,anche grazie ai libri di Pino Aprile che hanno avuto una significativa diffusione. Siamo molto in ritardo rispetto ai Catalani ma stiamo accelerando.

2. Quali sono i punti in comune tra il nostro sud e la Catalogna?

Non vedo molti punti in comune tranne quello di avere una forte identità territoriale ed una storia diversa dallo Stato di cui fanno parte. La Catalogna,anche con alterne vicende storiche,ha quasi sempre goduto di una certa autonomia. Il nostro Sud è stato brutalmente invaso e conquistato,e successivamente depredato delle sue ricchezze. Ancora oggi è mortificato con scarsi investimenti e falsi stereotipi.

3. Quali sono, invece, le differenze?

La grande differenza è data dalle condizioni economiche completamente diverse. La Catalogna è la regione con l’economia più forte della Spagna,il nostro Sud ha grandi difficoltà. E poi, cosa molto importante, è diverso il senso di appartenenza: i catalani sono uniti,noi al Sud non riusciamo a sentirci ancora figli della stessa terra. Siamo stati divisi dal concetto antistorico delle regioni. Ci sentiamo campani,siciliani,calabresi,pugliesi,lucani. Addirittura esistono contrapposizioni all’interno della stessa regione. In Campania un avellinese non si sente napoletano e siamo a pochi chilometri di distanza. Come riuscire a trovare un’identità comune?

4. La differente solidità dell’economia di queste due macroregioni non impone riflessioni diverse sull’opportunità di una secessione?

Non dipende,quindi,solo dalle diversa ricchezza delle due macroregioni ma dalla diversa evoluzione del senso di appartenenza. Anzi,per una città come Napoli,un percorso di autonomia può essere importante per il suo rilancio economico e per responsabilizzare le classi dirigenti che inevitabilmente devono essere espressione del territorio. Tutto il Sud deve iniziare un processo di unificazione mettendo da parte i localismi e iniziando a parlare di Sud come un’unica terra,con storia e problemi comuni. Non parlerei di secessione ma di macroregione con norme comuni ed un progetto di sviluppo comune. Lavorare per un’ipotesi di forte aggregazione di tutto il Sud aprirebbe nuovi scenari.

5. L’UE come si comporterebbe di fronte ad una tale possibilità? In particolare accetterebbe il rientro tra i Paesi membri di una nuova nazione, già ex-regione?

L’Unione Europea deve ritornare ad essere quella immaginata dai padri fondatori pertanto deve saper comprendere le istanze che nascono dai territori e le evoluzioni conseguenti. La battaglia dura per i catalani sarà l’indipendenza dalla Spagna,raggiunto questo obiettivo starà a loro scegliere se entrare o no nell’UE. Ma siamo sicuri che lo vorranno?

Rai Uno: “tedeschi imbroglioni come i napoletani”. Grave il mutismo della autorità di vigilanza.

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“Continuiamo a chiederci quale sia il ruolo dell’Autorità di Vigilanza della RAI, di fronte alle diffamazioni che nei programmi della rete nazionale vedono oggetto Napoli ed i suoi cittadini. Mi riferisco all’ultima perla del servizio della trasmissione “La Vita in Diretta” a firma Marina Viro dove viene esplicitamente accostato lo stereotipo italiota negativo del napoletano truffatore allo scandalo Volkswagen. Il riferimento al gioco delle tre carte prima e successivamente il raffronto tra i ritardi nei lavori allo scalo aeroportuale di Berlino ad una presunta indole lavativa del nostro popolo sono dei passaggi che una televisione nazionale,  sostenuta anche con il nostro canone pubblico non può permettersi. Devo desumere che al Presidente Roberto Fico non interessino questi attacchi alla nostra storia e cultura, del tutto gratuiti e pretestuosi”: sono queste le dichiarazioni rilasciate da Enrinco Inferrera, Segretario Nazionale di Unione Mediterranea a fronte dell’ennesimo scandalo in casa RAI , non nuova a questa vera e propria diffamazione nei confronti del popolo napoletano.

Flavia Sorrentino, portavoce nazionale di Unione Mediterranea aggiunge: “Chi fa informazione, o ne ha l’ambizione, deve essere accorto e preciso nelle parole che utilizza, perché ha il dovere della correttezza formale nei confronti dei lettori. Dobbiamo constatare che il Presidente della commissione parlamentare vigilanza Rai, tace non solo da politico ma da uomo del Sud. Non si possono infuocare le piazze in tempi di campagna elettorale e non spendere nemmeno una parola davanti alla reiterazione di attacchi gravissimi ed ingiustificati. Con MO/ Unione Mediterranea per contrastare l’azione denigratoria sistematica nei confronti dei meridionali e a tutela della loro dignità, abbiamo già denunciato il Tg2 e il quotidiano Libero per la natura diffamatoria di due servizi giornalistici.”

MO/Unione Mediterranea si riserva di valutare tutte le vie legali di possibile intervento a tutela della città di Napoli e del suo popolo. Una forte campagna diffamatoria vede infatti Napoli costantemente al centro di attacchi di tipo mediatico a fronte dei quali nessun politico sente la necessità di intervenire. Ecco l’ennesima riprova di come il Sud non sia politicamente rappresentato e di come sia necessaria la formazione di una classe dirigente consapevole che faccia gli interessi del proprio territorio.

UM in Calabria. A Lamezia un piano per contrastare il governo Renzi: il Sud è stanco.

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Autunno caldo anche per il movimento meridionalista Unione Mediterranea. Ai “terroni” non piace affatto il “bombardamento” operato dal governo Renzi sul Sud.

La pochezza delle infrastrutture a incominciare dai treni, la distruzione del territorio con rifiuti tossici, pale eoliche e centrali a biomasse, le trivelle che promettono forte inquinamento da idrocarburi, turbano non poco i sonni dei meridionalisti. Per non parlare del decreto ammazzauniversità del Sud, degli asili nido finanziati al Nord e non al Sud, della disoccupazione alle stelle e di tante altre differenze di trattamento tra le due parti del paese.

Sembrerebbe che i cittadini italiani sotto il Tronto pur pagando le stesse tasse dei settentrionali, anzi di più, non godano degli stessi diritti in ogni campo della vita civile.

Per verificare queste situazione sarà presente a Lamezia Terme in via Lissania 28 alle ore 16 di sabato 12 cm il segretario nazionale di Unione Mediterranea Enrico Inferrera accompagnato da Attilio Fioritti della segreteria nazionale e dall’emerito Presidente di UM Francesco Tassone.

Insieme a iscritti e simpatizzanti si farà il punto della situazione sociopolitica in Calabria in rapporto agli ultimi provvedimenti governativi che lungi dal risolvere i problemi del Sud li aggravano notevolmente.

Infatti l’unico coniglio che il prestigiatore Renzi ha tirato fuori dal cappello è la politica degli incentivi fiscali per chi investe al Sud. Tradotto in lingua toscopadana significa che le imprese del Nord approderanno nel meridione, prenderanno i soldi e scapperanno a gambe levate come hanno fatto per 154 anni. Di far arrivare i treni veloci a Reggio Calabria neppure l’ombra.

Il Sud è stanco, non ne può più! Ne parliamo sabato 12 settembre.
UM Calabria

Desertificazione al sud risultato di politiche di governo

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“Mostrare stupore davanti ai numeri dell’anticipazione del Rapporto Svimez,pubblicato oggi, relativamente alla desertificazione imprenditoriale del Mezzogiorno,si parla chiaramente di “Mezzogiorno alla deriva”, significa ignorare colpevolmente la deficitaria politica degli ultimi 20 anni fatta di scelte  esclusivamente orientate allo sviluppo delle aree del Nord”: con queste parole Enrico Inferrera , Segretario Nazionale di Unione Mediterranea, commenta le negative anticipazioni del Rapporto Svimez che collocano il Sud ai margini dello sviluppo con una crisi di tipo strutturale.

“Non sono esenti da responsabilità – sottolinea Inferrera – i rappresentanti politici delle regioni meridionali che non hanno saputo tutelare i propri territori ed i propri elettori,utilizzando poco e male le risorse UE ed avallando,di fatto, gli  accordi ora fin troppo evidenti tra PD-PDL e Lega Nord. Una politica così colpevolmente antimeridionalista sta minando fortemente le notevoli risorse presenti al Sud rappresentate da imprese,da giovani, da donne e da uomini che si impegnano ogni giorno. Un paese ormai diviso con la Lega Nord che  promette al proprio elettorato la secessione ma  attinge alle risorse romane in maniera esclusiva. Oggi abbiamo sotto gli occhi la palese conclusione di 154 anni di colonizzazione politica,culturale ed economica delle nostre terre”

“Attenzione – conclude Inferrera – se sin da subito non creiamo le premesse per un rinnovo radicale di tutta la classe politica meridionale,inefficiente ed incapace di opporsi in maniera determinata alle disuguaglianze, ormai così palesi, ci potremmo ritrovare a non avere più occasione di reale competitività. Per questo motivo MO-Unione Mediterranea si propone come la reale alternativa  con  azioni critiche e propositive ma che mirino ad una  equa ripartizione delle risorse. ”

Unione Mediterrenea: deficit regione Piemonte? Il Nord non è mai stato virtuoso

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“Le notizie pubblicate oggi da alcuni quotidiani relative al presunto deficit della Regione Piemonte non mi sorprendono più di tanto.  La propaganda che per decenni ha voluto far credere ad un Nord economicamente virtuoso si era già dimostrata mendace con i distretti del Nord Est ed oggi continua a ribadire come la macchina pubblica sia mal gestita in tutte le Regione d’Italia, con ripercussioni economiche e sociali sulle fasce più deboli”: così Enrico Inferrera commenta, Segretario Nazionale di Unione Mediterranea, interviene sulle notizie lanciate oggi da diversi organi di informazione relative ad un prossimo default della Regione Piemonte.

“La favola del Sud finanziato dal Nord non è più sostenibile. La propagande leghista è strumentale e diretta a spostare l’attenzione su fenomeni che non riguardano mai l’utilizzo dei fondi pubblici e la buona spesa al Nord.  Lo stesso Governo e la Corte dei Conti ignorano dati oramai di dominio pubblico, lasciando alla politica locale la possibilità di fare e disfare a proprio piacimento. Solo 2 giorni fa il Ministro ha lanciato il tema della Torino-Venezia in bicicletta.  Probabile che qualche politico del Nord debba affrontare di notte la tratta per evitare il confronto con la popolazione, a cui da anni si vende solo cattiva informazione”.

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Unione Mediterranea annuncia le linee guida: “i nostri iscritti sono i veri protagonisti del riscatto del Sud”.

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11700827_10206742685956332_1041909064339605025_n“Un grande movimento popolare, democratico, meridionalista nei valori e negli obiettivi, sostenuto da tutti coloro che hanno a cuore il presente ed il futuro del Sud: sono queste le premesse con cui si è svolto il primo incontro ufficiale di Unione Mediterranea, dopo il secondo congresso nazionale del Movimento tenutosi a Matera il 21 e il 22 Giugno scorsi.

In un clima caldo e propositivo Il neo Segretario Nazionale Enrico Inferrera, ha aperto una nuova era per UM che in continuità con il lavoro svolto da Marco Esposito , si appresta a consolidare i consensi raggiunti con la splendida esperienza della lista civica MO! e ad ampliare la propria base organizzativa, attraverso un capillare radicamento sui territori del Mezzogiorno, per offrire una risposta seria e concreta alla penuria di proposte politiche dei partiti nazionali.

In sintonia anche Flavia Sorrentino Portavoce Nazionale di Unione Mediterranea, che ha chiarito durante il suo intervento in che modo sarà impostata la struttura comunicativa del Movimento, affinchè si definiscano i contenuti e le proposte e in cui comunemente riconoscersi. “Unione Mediterranea- ha dichiarato- si propone come alternativa politica meridionalista nel panorama partitocratico italiano: con il lavoro e l’impegno di ciascuno, prepareremo il movimento ad affrontare le grandi sfide del futuro che attendono il Sud.”

Tanti gli interventi e le proposte, tutti all’insegna del fare e del fornire soluzioni concrete ai problemi dei cittadini. Attraverso il coinvolgimento, l’ esperienza e le competenze di chi ve ne fa parte, Unione Mediterranea darà vita a “dipartimenti tematici”, rappresentati da gruppi di lavoro, vere e proprie sentinelle presenti sul territorio, in grado di stare accanto alle comunità locali e porsi come punto di riferimento delle loro istanze. Impegno ad attenzione nei confronti della lotta allo scempio ambientale come ribadito dall’ex portavoce dei comitati fuochi Lucio Iavarone, nuove politiche occupazionali, attenzione per il sociale, per il rilancio dell’imprenditoria e dello sviluppo.

Non esistono grandi tematiche e problemi minori, ma esigenze dei cittadini che devono ritornare ad essere i grandi protagonisti della politica. In questo senso gli interventi di Alessandro Cantelmo, Alessandro Lerro, Salvatore Legnante, Carlo Ceresa, Leonardo Lasala, Guglielmo Ursumando, Alida Competiello, Roberto Natale, Attilio Fioritti, Francesco Labruna, Carlo Manna e tanti altri intervenuti, tra cui il giornalista de “Il Brigante” Gino Giammarino che ha sottolineato la necessità di continuare a percorre i binari della coerenza fino ad ora perseguita.

La linea del nuovo Segretario Nazionale prevede una partecipazione attiva e il coinvolgimento reale di tutti gli iscritti: al via dunque la nuova campagna di tesseramento attraverso i circoli esistenti e l’apertura di nuovi circoli per una maggiore rappresentanza sul territorio.

“Unione Mediterranea apre le sue porte a tutti coloro che ritengono di poter apportare un contributo in termini di idee, impegno , passione politica e valorizzazione del territorio”. La forza di un Movimento come il nostro- ha concluso Inferrera- è la sua gente, e solo attraverso la partecipazione di tutti sarà possibile ‘scardinare’ la storica e documentata azione di smembramento della nostra identità, affinchè si possa recuperare un senso si appartenenza comune all’insegna della crescita e di nuove opportunità per questa terra e i suoi figli.”

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Regione Campania: chi paga i danni della politica?

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Sin dalle prime battute della campagna elettorale, Unione Mediterranea attraverso la lista civica MO! con candidato Marco Esposito aveva previsto ciò che oggi è realtà: i partiti nazionali dimostrano ancora una volta di mettere al primo posto della discussione politica le manovre interne e non quelle necessarie a risolvere i problemi della nostra terra, dichiara Flavia Sorrentino, portavoce nazionale Unione Mediterranea.

In occasione delle elezioni Regionali a più riprese si era presentata l’ incoerenza della candidatura da parte del Partito Democratico di De Luca. Nessuno ha avuto il coraggio di assumere chiare scelte politiche, danneggiando in tal modo la popolazione in Campania.

“Mentre il Pd si decide, gli indicatori economici ci dicono che le imprese campane, i giovani in cerca di occupazione e le famiglie in difficoltà non possono più aspettare”. Con queste parole Enrico Inferrera, Segretario Nazionale di Unione Mediterranea, commenta l’incresciosa situazione della Regione Campania. “Le promesse elettorali sono già disattese: a poco meno di un mese dalle elezioni l’annullamento della seduta del Consiglio Regionale ed il “caso” De Luca, danno un chiaro segnale di come nulla sia cambiato. La Campania riceve da questa querelle un danno di immagine enorme, che non può non ripercuotersi sul sistema economico, finanziario ed imprenditoriale. Una Regione senza governo è una non Regione. Con MO! alle scorse elezioni, conclude Inferrera, abbiamo presentato un programma meridionalista concreto e dettagliato, da mettere a disposizione della Campania e del suo sviluppo, unica cosa che ci sta a cuore e per la quale mettiamo in campo quotidianamente onestà e competenze.”