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Napoli sola contro il crimine. Autonomia la strada da percorrere.

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Ieri sera si è consumato l’ennesimo atto criminoso a Napoli, nel quartiere Fuorigrotta. Una banda di malviventi ha crivellato di colpi d’arma da fuoco un’auto civetta della polizia appostata nei pressi della stazione della ferrovia Cumana, probabilmente in servizio per una operazione antiestorsione. Mentre la dinamica dell’episodio non è ancora chiara, una delle poche certezze è che un’agente di polizia è rimasto gravemente ferito ed è stato operato nella notte.

Unione Mediterranea vuole innanzi tutto esprimere solidarietà alle Forze dell’Ordine impegnate senza sosta sul territorio ed augurare una pronta guarigione all’agente ferito.

Un pensiero però ci sorge spontaneo: se civili e poliziotti devono essere lasciati soli di fronte alla criminalità, se Napoli e i napoletani devono risolvere da sé i loro problemi, che i rappresentanti locali e nazionali dei partiti evitino qualunque passerella in tempo di elezioni. Quando i soliti noti verranno a Napoli a sciorinare le loro ricette anti criminalità, ricordiamoci anche di questo episodio, degli spari tra la folla, dell’agente ferito, e chiediamoci, loro, i politici, dove sono stati e cosa hanno realmente fatto per questa città.

«Siamo al fianco dei tanti cittadini onesti che possono e devono contare sullo Stato a difesa della legalità e nella lotta alla criminalità» ha detto pochi giorni fa il Ministro dell’Interno Alfano (NCD), disponendo l’invio di 50 unità di rinforzo della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri. Evidentemente il provvedimento non basta e il Ministro non ha inquadrato con esattezza il problema, prova ne è l’episodio di ieri a Fuorigrotta, l’ennesimo dall’iniziativa del Ministro, e l’agente ferito da un’arma da fuoco.

Nemmeno l’onorevole Rosy Bindi (PD), presidente della Commissione Antimafia, sembra avere il pieno controllo della situazione, necessario a predisporre misure adeguate. Dall’onorevole Bindi in particolare, per il ruolo che ricopre, durante la sua visita a Napoli ci saremmo aspettati parole più dure verso i malviventi e soprattutto una vera e propria dichiarazione di guerra contro la camorra.

Parole e maggiori controlli non bastano. Chi delinque non teme né le une né gli altri. La prevenzione del crimine va certamente fatta dalle Forze dell’Ordine, ma noi crediamo che i Ministri del governo Renzi e lo stesso Premier dovrebbero prestare più attenzione a ciò che Unione Mediterranea sottolinea da tempo.

Sviluppo, lavoro, istruzione, sono alla base di qualunque forma di prevenzione del crimine, a Napoli come altrove. Non esiste una ricetta diversa e più efficace. Invece abbiamo una distribuzione a dir poco iniqua delle risorse dello Stato, anche a discapito dei bambini in età d’asilo e nessun esponente politico locale ne fa menzione. Nessun Lettieri, nessuna Ciarambino, nemmeno il presidente della Regione De Luca e l’ex sindaco di Napoli Bassolino, che conosce benissimo Napoli e i suoi problemi.

Il capo del governo Renzi lo scorso 7 agosto ha convocato gli stati generali del PD per parlare del Meridione dopo la diffusione dei dati Svimez. Si sono prodotte zero idee e tante chiacchiere. Si è tenuto persino un insensato seminario con Debora Serracchiani a Milano. Ci aspettavamo un piano di rilancio entro il 15 settembre, così almeno era stato dichiarato, e lo stesso Ministro Delrio aveva affermato in precedenza che “il 2015 sarà l’anno del Sud”, ma siamo quasi ad ottobre ed il Governo invece ci sembra distratto. Anzi, apprendiamo che per il sottosegretario allo Sviluppo Economico De Vincenti il rilancio del Mezzogiorno ci sarà in tre anni.

Troppo comodo lavarsene le mani, abbozzare parole di condanna e costernazione e poi chiedere il voto.

Appare sempre più chiaro che una Napoli autonoma e indipendente sia una possibile soluzione.

Per Rosy Bindi Napoli è camorra

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di Raffaele Vescera

Rosy Bindi, in visita a Napoli in seguito all’omicidio del giovane Genny Cesarano, ha dichiarato che la camorra è un dato costituivo della Campania.

Pronta la reazione del procuratore capo di Napoli, Colangelo: “La camorra non è nel Dna dei napoletani che non hanno una propensione al crimine. La criminalità rappresenta una minima percentuale della popolazione rispetto ai cittadini che vogliono vivere in pace. La criminalità è una manifestazione patologica e non fisiologica della società napoletana, la delinquenza fa più rumore dei cittadini perbene. Si avvertono comunque i segni di un mutamento in meglio”.

Pronta anche la risposta del sindaco, Luigi de Magistris: “La frase di Rosy Bindi? Non la condivido per nulla. Quando l’ho letta sono saltato dalla sedia. La cultura, la storia, il teatro, l’umanità sono l’elemento costitutivo della città di Napoli, della Regione Campania e del Mezzogiorno. Non so quale fosse il pensiero del presidente Bindi. Altra cosa è dire che la camorra è diventata forte come le mafie perché per troppo tempo sono andate a braccetto con la politica e con centri di potere. Questo è un altro dato… Non si può dire che la camorra è elemento costitutivo quasi genetico della città. A Napoli, pur con tutti i problemi, è iniziato un riscatto culturale, un risveglio civile, una ribellione che porterà alla sconfitta della camorra. La presidente Bindi dovrà spiegare quella frase”

Così il sindaco della città, mentre la Bindi afferma che le sue parole sono stata travisate, che lei non voleva parlare di Dna camorristico dei napoletani e non è tenuta a chiedere scusa, poi rispondendo a De Magistris, ha preso le difese dei precedenti sindaci Pd, Rosa Russo Iervolino e Bassolino, che a suo dire non hanno mai avuto nulla a che fare con la camorra.

Comunque sia, è noto che la camorra a Napoli, pur già esistente, prese forza solo nel 1861, quando, gli occupanti sabaudi, mediante il ministro Liborio Romano le affidarono l’ordine pubblico, destituendo la polizia napoletana da ogni incarico in quanto “borbonica”. La camorra garantì infatti l’ingresso “trionfale” a Napoli di Garibaldi. Stessa cosa era avvenuto in Sicilia con la mafia qualche mese prima.

Sui social, molti i commenti negativi dei napoletani alle parole della Bindi, tra questi ne riportiamo uno molto significativo: “On. Bindi, invece di scaricare la croce sui napoletani, forse non sarebbe più corretto dire che il patto stato-mafia è un elemento costitutivo dello stato italiano? Se la camorra fosse un dato costitutivo della Campania, la massoneria deviata della loggia P2 alleata con le mafie, non sarebbe un dato costitutivo della sua Toscana?”