Per Rosy Bindi Napoli è camorra

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di Raffaele Vescera

Rosy Bindi, in visita a Napoli in seguito all’omicidio del giovane Genny Cesarano, ha dichiarato che la camorra è un dato costituivo della Campania.

Pronta la reazione del procuratore capo di Napoli, Colangelo: “La camorra non è nel Dna dei napoletani che non hanno una propensione al crimine. La criminalità rappresenta una minima percentuale della popolazione rispetto ai cittadini che vogliono vivere in pace. La criminalità è una manifestazione patologica e non fisiologica della società napoletana, la delinquenza fa più rumore dei cittadini perbene. Si avvertono comunque i segni di un mutamento in meglio”.

Pronta anche la risposta del sindaco, Luigi de Magistris: “La frase di Rosy Bindi? Non la condivido per nulla. Quando l’ho letta sono saltato dalla sedia. La cultura, la storia, il teatro, l’umanità sono l’elemento costitutivo della città di Napoli, della Regione Campania e del Mezzogiorno. Non so quale fosse il pensiero del presidente Bindi. Altra cosa è dire che la camorra è diventata forte come le mafie perché per troppo tempo sono andate a braccetto con la politica e con centri di potere. Questo è un altro dato… Non si può dire che la camorra è elemento costitutivo quasi genetico della città. A Napoli, pur con tutti i problemi, è iniziato un riscatto culturale, un risveglio civile, una ribellione che porterà alla sconfitta della camorra. La presidente Bindi dovrà spiegare quella frase”

Così il sindaco della città, mentre la Bindi afferma che le sue parole sono stata travisate, che lei non voleva parlare di Dna camorristico dei napoletani e non è tenuta a chiedere scusa, poi rispondendo a De Magistris, ha preso le difese dei precedenti sindaci Pd, Rosa Russo Iervolino e Bassolino, che a suo dire non hanno mai avuto nulla a che fare con la camorra.

Comunque sia, è noto che la camorra a Napoli, pur già esistente, prese forza solo nel 1861, quando, gli occupanti sabaudi, mediante il ministro Liborio Romano le affidarono l’ordine pubblico, destituendo la polizia napoletana da ogni incarico in quanto “borbonica”. La camorra garantì infatti l’ingresso “trionfale” a Napoli di Garibaldi. Stessa cosa era avvenuto in Sicilia con la mafia qualche mese prima.

Sui social, molti i commenti negativi dei napoletani alle parole della Bindi, tra questi ne riportiamo uno molto significativo: “On. Bindi, invece di scaricare la croce sui napoletani, forse non sarebbe più corretto dire che il patto stato-mafia è un elemento costitutivo dello stato italiano? Se la camorra fosse un dato costitutivo della Campania, la massoneria deviata della loggia P2 alleata con le mafie, non sarebbe un dato costitutivo della sua Toscana?”

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