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Il caso del quattordicenne seviziato. Cosa rischiano i suoi aguzzini? L’analisi giuridica dei fatti.

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Tenteremo in questa sede di esporvi i possibili capi di accusa che, secondo le iniziali ricostruzioni, possono essere ascritti ai ragazzi di Pianura, che avrebbero (il condizionale è d’obbligo) seviziato il minorenne Vincenzo, nonché le eventuali conseguenze penali in cui potrebbero incorrere.

Una premessa. Siamo in una fase in cui ci si basa solo su dichiarazioni della vittima (seppur refertate) e di testate giornalistiche. La raccolta delle prove, che consentiranno di capire come sono andati davvero i fatti, sarà rimessa alla normale attività dibattimentale dei tribunali. Le dichiarazioni dei familiari e l’appartenenza ad un determinato territorio non incidono, nella prassi, su questo tipo di delitti.
Dunque, ad oggi, si ragiona solo per ipotesi.

 

1) tentato omicidio
Per essere incriminati di tentato omicidio i ragazzi non avrebbero messo in atto alcuno scherzo o alcun gioco ed anzi avrebbero ideato il tutto (portare Vincenzo nell’autolavaggio, sparagli l’aria compressa) con la sola finalità della morte del minorenne. Difatti, la norma che prevede l’omicidio (art. 575c.p.) ritiene necessario l’elemento del dolo: ossia impone che i ragazzi, dopo aver pianificato il tutto (la cd. rappresentazione), con coscienza e volontà, uccidano il ragazzo. Perché tentativo di omicidio? Le strade sono due: 1) i ragazzi per un motivo non dipendente dalla loro volontà hanno desistito dal continuare (es. qualcuno che li ha visti, il minorenne è riuscito a fuggire); 2) hanno desistito volontariamente perché si sono accorti della gravità del fatto.

 

2) la violenza sessuale
E’ una tesi molto ardua, ma percorribile. Tutto si gioca su un punto: considerare l’atto di esplodere aria compressa nel colon del malcapitato un atto sessuale o meno. Difatti, l’art. 609bis è norma a presidio della libertà sessuale degli individui, e potrebbe addirittura essere un capo di accusa aggiuntivo e non sostitutivo rispetto agli altri due, il che renderebbe più grave la posizione dei ragazzi.

 

3)Lesioni aggravate
Qui entra in gioco un punto su cui si dibatte: è o non è uno scherzo finito male? Se i ragazzi davvero hanno messo in atto uno scherzo violento (che ovviamente non può essere considerato uno scherzo da nessuno, ma escluderebbe la volontà di uccidere), allora in questo caso nessuna volontà omicida potrebbe essere imputata ai ragazzi. Essi risponderebbero, ove fossero ritenuti colpevoli dai Tribunali, ai sensi dell’art. 582, e cioè di lesioni personali con l’eventuale aggravante (qui si immagina) dell’aver agito per futili motivi.

 

4) Innocenza
Aderendo (parlo a titolo personale) ad un ordinamento che dichiara i soggetti innocenti fino al terzo grado di giudizio, i tre ragazzi potrebbero anche risultare tali, ove non si raggiungesse nel corso del giudizio la prova della loro colpevolezza.

 

Avv. Fabrizio Rey

Sul caso de Magistris. L’analisi giuridica dei fatti.

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Tenteremo in questa sede di spiegarvi brevemente qual è e come si articola il reato d’abuso d’ufficio contestato al sindaco di Napoli, e perché è così controversa questa legge Severino che prevede la sospensione dai pubblici incarichi per i condannati con sentenza per delitti non colposi.

L’abuso di ufficio (art. 323 c.p.) è una norma che si inserisce in un più ampio contesto dei delitti contro le pubbliche amministrazioni; tutte norme tese alla tutela del buon andamento e funzionamento proprio delle pubbliche amministrazioni.

E’ un reato questo che può essere compiuto solo da determinati soggetti e cioè i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio (dunque sono esclusi i comuni cittadini) nello svolgimento delle proprie funzioni pubbliche.

Detto ciò, venendo nello specifico al caso De magistris, la predetta norma ritiene necessario, per la sussistenza del reato, che sia procurato (da parte di chi fa l’abuso) altresì un danno ingiusto ad un terzo soggetto: la vittima dell’abuso; un danno sia di natura patrimoniale (economica) sia quando, a seguito della riforma, è cagionato qualsiasi altro danno anche di natura non patrimoniale.

E’ chiaro che nei tribunali molto spesso viene ascritto ad un soggetto l’abuso di ufficio con danno patrimoniale, poiché questo è, evidentemente, più facilmente dimostrabile (es. corrispettivi economici per aver avvantaggiato qualcuno nei procedimenti pubblici). Molto più complesso, invece, è dimostrare l’esistenza di un abuso d’ufficio cui sia conseguito un danno non patrimoniale (ed ciò che è accaduto proprio al sindaco De Magistris).

Questo è sicuramente uno dei punti controversi della sentenza: difatti secondo il dictum del tribunale il sindaco da p.m. ha causato dei danni non patrimoniali ai parlamentari, ledendo la loro riservatezza, per non aver rispettato le procedure di acquisizione dei tabulati (la procedura impone che non si possano chiedere i tabulati dei numeri telefonici di parlamentari senza l’autorizzazione della Camera di appartenenza).
Altro aspetto: la legge Severino. Tale legge prevede la sospensione, per gli eletti condannati con sentenza per delitto non colposo, dall’esercizio del proprio ufficio.

Quale è il è problema più evidente di questa norma? La sua conformità o meno alla Costituzione. Premesso che non si discute la sua applicazione al sindaco di Napoli, poiché è automatica da parte del Prefetto, dubbi vengono nutriti da molti giuristi circa la costituzionalità di tale Legge

Questa sospensione prevista dalla L. Severino, che-secondo il nomen- è un provvedimento soltanto cautelare, in realtà maschera una pena accessoria (la decadenza dalla carica di sindaco ha contenuto molto simile all’interdizione dai pubblici uffici)? E se si accoglie favorevolmente questa tesi, si può applicare retroattivamente ai fatti accaduti prima della sua entrata in vigore, previa incostituzionalità della norma ai sensi dell’art 25 Cost. e 3 Cost. e 2 cod. pen che prevede la irretroattività della pena (la legge Severino è entrata in vigore nel 2012-2013, i fatti per cui è stato condannato de Magistris risalgono al 2007)?

Tanti altre problematiche sono sottese a questo caso, ma abbiamo preferito sottolineare quelle che animano di più il dibattito nelle aule giudiziarie campane.

E’ importante avere una idea maggiormente coscienziosa e informata, sperando di essere stati chiari il più possibile al fine di far comprendere anche a chi non è del settore cosa è davvero accaduto al primo cittadino napoletano.

Avv. Fabrizio Rey