Continua il “razzismo alimentare” in Val Padana
Ha fatto scalpore la foto che ritraeva un cartello, posto in uno degli stabili della Cooperativa Agricola Palazzetti di San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna. Il cartello giustificava la mancanza in magazzino di alcuni tipi di verdure dovuta alle avversità climatiche patite da alcune regioni. Letto così, non sembra tanto drammatico tuttavia, ciò che ha fatto inferocire migliaia di utenti dei Social Network, è stata la premessa a tale affermazione, che ha rievocato in molti un clima da Germania nazista: “La Palazzetti, NON RIFORNENDOSI DI PRODOTTI CAMPANI, può essere carente di alcune verdure a causa delle avversità climatiche delle altre regioni”. Lo stampatello è originale del cartello che potete vedere di seguito riprodotto.
Quindi, a giudicare ciò che ha voluto affermare la coop Palazzetti, San Lazzaro è un comune de-campanizzato, così come negli anni ’80 andava in voga dichiarare i comuni de-nuclearizzati, quando li si bonificava o li si interdiceva a ospitare siti e scorie nucleari. De-campanizzato, perché i prodotti campani potrebbero nuocere alla salute degli avventori di questa coop che opera, è giusto ricordarlo, nella Pianura Padana che è tra le aree più soggette a inquinamento d’Europa! Per i prodotti padani, però, nessun cartello, nessuno monito e, dunque, nessun danno ai fratelli dell’Alta Italia.
Se, poi, consideriamo che in Campania i controlli sui prodotti agro-alimentari si fanno eccome, questo cartello ci sa tanto di “razzismo alimentare”, un po’ come quello che tempo fa pose in atto la padana Pomì, nel pieno del clamore sulla “Terra dei Fuochi”.
Naturalmente, il tutto è accaduto senza che la diretta interessata, l’amministrazione della Regione Campania, si fosse espressa esprima o avesse preso provvedimenti a propria tutela
A riguardo, la portavoce di Unione Mediterranea/ Lista Civica MO!, Flavia Sorrentino, ha dichiarato “Uno dei punti sui quali MO! ha incentrato la propria campagna elettorale riguardava la salute dei cittadini e la salvaguardia del comparto agro-alimentare.
Va garantita ai consumatori, si leggeva nel programma, la salubrità dei prodotti campani che oggi rischiano tutti di subire il danno economico dell’immagine negativa di un’intera regione. Nella prima fase sarà necessario ricorrere a una certificazione straordinaria internazionale che garantisca che “la Campania è sana”.
E non per caso: la Palazzetti di Bologna, per giustificare la mancanza di verdure sugli scaffali della cooperativa, precisa che non si fornisce di prodotti campani (inquinati).
Eppure la regione Campania vanta prodotti di eccellenza a garanzia DOP, la cui fama non può certo essere compromessa da chi attraverso il discredito altrui, sa di ottenere un tornaconto economico per se stesso, senza considerare che la zona più inquinata d’Europa, secondo le tabelle dell’ Agenzia Comunitaria dell’ambiente, è la pianura padana.
La Regione dovrebbe dare risposte. Il tempo delle domande è finito con le elezioni cinque mesi fa“.