Il solito vecchio vizio

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Il solito vecchio vizio. E’ una delle locuzioni che campeggia sulla prima pagina di un noto quotidiano “nazionale”.

Libero, il giornaletto diretto da Vittorio Feltri, titola a nove colonne usando la peggiore retorica neolombrosiana. Dispiace, nel 2017, leggere che qualcuno vive ancora di stereotipi gretti ed insulsi. Ma conosciamo il nostro pollo. Feltri è un poveraccio che campa di sovvenzioni statali, frustrato dall’insostenibile confronto con la nobile scuola giornalistica che lo ha preceduto, e che lui scimmiotta indebitamente da anni. Capiamo che vendere qualche copia in più, nello stato psicologico in cui si trova il buon Vittorio possa rappresentare un toccasana, e quindi paternamente comprendiamo.

Ma dato che la presente genialata ci costringe, nostro malgrado, ad occuparci di questa “scorreggia di pulce”, lasciateci fare qualche considerazione in merito. Vogliamo parlare anche noi del “solito vecchio vizio”. Ma di quale vizio vogliamo parlare?

Semplice. Parliamo del vizio tutto itaGliano di fare finta che certi fenomeni siano rintracciabili esclusivamente a determinate latitudini. Latitudini, beninteso, parecchio distanti da quelle della “capitale morale” dove ha – casualmente – sede il fogliaccio in questione. Parliamo naturalmente della Milano di Belsito, di Expo 2015, di Formigoni e del padrone di Vittorio Feltri, il non proprio limpidissimo ex-Cavalier Silvio Berlusconi.

Il vizio di alimentare pregiudizi ridicoli adottando semplificazioni talmente sgangherate da rasentare la dabbenaggine. Per rendersene conto basta leggere l’articoletto propinatoci e fare un po’ di fact checking. Si parla, infatti, di assenteismo come se Napoli fosse la capitale mondiale del dipendente vacanziero. Eppure l’Inps smentisce categoricamente questa fantasiosa distribuzione geografica. Per inciso, la realtà vede il Nord-Ovest in testa e comunque la Lombardia precedere la Campania. Si passa poi ai dipendenti pubblici. Ne avrebbe di più la Campania rispetto alla Lombardia. I poverini di Libero si dimenano come tonni nel tentativo di far sembrare Napoli un parcheggio per fancazzisti mantenuti a spese nostre. Eppure si dimenticano, nella loro attentissima analisi, di riportare i criteri del confronto. I paladini dell’efficienza meneghina prendono la percentuale di dipendenti pubblici rispetto al totale dei lavoratori e confrontano i valori delle due regioni. Queste volpi della statistica teleguidata ignorano (non sappiamo quanto volutamente) che limitarsi al brutale risultato aritmetico esclude – da quello che dovrebbe essere un ragionamento serio – la considerazione secondo la quale al meridione il lavoro privato scarseggia e che quindi la percentuale dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati è destinata ad essere più alta a Sud, dove c’è minore occupazione. Cornuti e mazziati, in pratica.

Ma di cosa ci stupiamo? Il vizio di stuprare la statistica per favorire il Nord è effettivamente vecchio. Si vedano i funambolismi escogitati in merito al federalismo fiscale di marca Leghista.

Così come è vecchio (anche se non vecchissimo) il vizio di scambiare le bobine da ciclostile per un grossi rotoloni di carta igienica sui quali sprecare inchiostro, mentre gente del calibro di Montanelli si rivolta nella tomba. E’ disgustoso rilevare come, grazie alla pochezza ed alla bassezza di Vittorio Feltri e della sua redazione, una polemica che origina in ambito calcistico (e della quale non ci degniamo neanche di curarci), sia riuscita a trasformarsi nell’ennesima porcheria all’italiana. Il disprezzo stupido e mai sopito – anche se dissimulato ad usi elettorali – nei confronti dei “fratelli d’italia di serie B” quali noi Meridionali siamo considerati è vivo e vegeto e lo dimostra questa squallida intemerata colma di inesattezze e dal taglio politico criminale.

MO! – Unione Mediterranea è già da anni titolare di una querela nei confronti del giornalino in questione. Pietro Senaldi, in un editoriale del 5 settembre del 2014, si era prodotto in una serie di scemenze che sono state ritenute, su segnalazione del nostro movimento, degne dell’attenzione degli inquirenti. Il procedimento è tuttora in corso.

Ebbene, abbiamo detto che comprendiamo ma – a tutela dei Nostri Interessi – pensiamo che sia ora di ripetere l’esperienza e di querelare nuovamente questo bugiardino da lassativi che qualcuno si ostina ancora a chiamare, indebitamente, “giornale”.

Massimo Mastruzzo
Portavoce nazionale di MO! – Unione Mediterranea

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