Vittorio Feltri è un pagliaccio – L’ennesima puntata della ignobile farsa italiota chiamata “giornalismo”
Il più asservito dei pennivendoli italiani, vero e proprio insulto vivente al concetto di Giornalismo, dà alle stampe (virtuali) una nuova squallida puntata della sua vicenda professionale.
Sappiamo già che Feltri ed i suoi scrivono nelle pause fra una salamelecco ed un inchino ai propri padroni, e che la frustrazione di questi signori si traduce spesso in isteriche arringhe destituite di ogni fondamento razionale o documentale. Non ci stupisce dunque che l’articolo di oggi si presenti come un coacervo delle solite scemenze, delle consuete imprecisioni, delle note inesattezze, della ridicola bile e dell’immancabile razzismo di marca Feltriana.
Si parla di Napoli Autonoma. Passi il fatto che il fogliaccio in questione sia così disinformato da non citare MO! Unione Mediterranea e Flavia Sorrentino in merito al progetto: le dinamiche dell’informazione sono rigide e concentrarsi sulla reale paternità della proposta sarebbe risultato in una disamina forse un po’ farraginosa. Questa concediamogliela: in via Majno preferiscono le boiate alla precisione giornalistica, lo sappiamo bene.
C’è altro su cui concentrarsi. Non si capisce, ad esempio, da dove queste penne eccelse desumano un’alleanza così stretta fra i soggetti coinvolti (De Magistris, De Luca, Scotto) e la Lega. Per certa gente, evidentemente, condividere la contingenza di un singolo progetto politico equivale ad apparentamento. L’idea che invece si tratti di Politica (ovvero compromesso, anche col peggiore avversario, in vista di un bene maggiore), non sfiora questi soggetti. Ci viene il sospetto che di Politica, sti personaggi, non capiscano un fico secco.
Come se non bastasse questa cantonata, il funambolismo logico prodotto riesce a legare la volontà di rinunciare a 259 milioni di euro (in cambio dell’autonomia amministrativa) con la fantasiosa elezione di Napoli a “Capitale Italiana degli sprechi”. Non si capisce il senso del passaggio. Non si leggono dati dai quali è dedotto questa presunto “primato” partenopeo. L’unica cosa che passa è il solito squallido razzismo antimeridionale, basato sul nulla. Ma si sa: la pattumiera (scusateci, ma non troviamo altri modi per definire la redazione di Libero) è ubicata a Milano. E’ arcinoto che la limpida aria della “Capitale Morale” possa dare alla testa. L’atmosfera, a quelle vette di onestà, è rarefatta. Expo non si vede quasi, da quelle altezze vertiginose!
Ecco qui l’opera d’arte (nel caso in cui aveste voglia di farvi venire l’ispirazione per una sana pernacchia)

