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Fabbisogni standard: diritti zero al Sud, l’Italia garantisce solo il Nord.

Marco Esposito
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Sulle pagine de “Il Mattino” Marco Esposito spiega in dettaglio i parametri utilizzati per il calcolo dei fabbisogni standard. Ecco l’elenco dei diritti negati al Sud per convenienza del Nord:

-Sanità 108,6 miliardi. Il riparto dei fondi tra le regioni avviene dando un peso maggiore agli anziani. Così i posti in cui l’aspettativa di vita media è più bassa, Campania in testa, ricevono meno finanziamenti.

-Università 6,9 miliardi. Il costo standard per studente è calcolato sui soli studenti in corso, dando valore zero a chi è fuori corso. Negli atenei del Sud la quota di fuori corso è più consistente.

-Istruzione 4,1 miliardi. Il fabbisogno di servizi comunali di istruzione è calcolato sulla base della spesa storica (più alta al Nord) e non a livelli di prestazioni sociali omogenei sul territorio.

-Strade 1,5 miliardi. Tra i parametri per finanziare le strade provinciali e metropolitane c’è il numero di occupati sul territorio, il quale è ovviamente più altro nelle zone ricche.

-Asili nido 1,3 miliardi. Il fabbisogno comunale non è misurato in base al fabbisogno di bambini da zero a tre anni ma sugli asili nido esistenti nel 2013. Chi aveva zero asili si ritrova fabbisogno zero.

-Trasporti 0,9 miliardi. Il fabbisogno comunale è misurato solo per i comuni che avevano il servizio nel 2013. A Caserta quell’anno la società del Tpl era fallita, per cui nel 2017 il fabbisogno è zero.

Fonte Il Mattino.

Istituzione ed attivazione di un Asilo-Nido pubblico a Poggiomarino

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In relazione all’oggetto, il Circolo “I Sarrastri” di Unione Mediterranea ritiene urgente ed improcrastinabile la realizzazione di un primo Asilo-Nido pubblico nel nostro Comune. Ciò al fine di assicurare l’aiuto pubblico a costi contenuti alle famiglie che per motivi di lavoro ne hanno bisogno e non hanno la disponibilità economica di poter iscrivere il /i figli in asili-nido privati. Tale iniziativa inoltre sarebbe un occasione per creare posti di lavoro. Il Nostro Circolo, considerato lo stato di cronica crisi economica e/o finanziaria dell’ente comunale, propone un percorso che tenga conto degli aspetti logistici e finanziari di una iniziativa che consentirebbe uno scatto di civiltà alla comunità dei cittadini di Poggiomarino.

Da un punto di vista logistico riteniamo che la migliore soluzione logica e razionale per la realizzazione del suddetto asilo-nido preveda lo spostamento delle attuali sedi operative dei servizi di Guardia Medica e del 118 che operano attualmente in locali comunali siti a ridosso del plesso scolastico di via Roma. Proponiamo di spostarli in altro sito, per adibire i locali liberati ad Asilo-Nido, collegato quindi con la scuola materna e le elementari prospicienti.

Per quanto riguarda il sito dove allocare sia la Guardia Medica che il 118, suggeriamo due soluzioni:

1) Centro polivalente di via XXV Aprile;

2) Centro polivalente di via Carlo Alberto dalla Chiesa (ASL).

Da un punto di vista finanziario proponiamo l’apertura immediata di un tavolo di confronto con il Sindaco, la giunta, il consiglio comunale e il Dirigente scolastico per verificare la disponibilità o la reperibilità dei fondi necessari per l’allestimento, la messa a norma e il pagamento degli stipendi per il personale necessario.

I nostri referenti sono:

Antonio Apuzzo

Antonio Franza

Gloria Beneduce

Poggiomarino lì 16/10/15

Asili nido, i Cinquestelle insistono e si confondono su cifre e fatti

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Riportiamo di seguito le parole con le quali il Dott. Marco Esposito, ha risposto con chiarezza e trasparenza a quanto affermato dal parlamentare dei Cinquestelle Luigi Gallo.

Il parlamentare dei Cinquestelle Luigi Gallo torna sulla vicenda degli asili nido posti a zero al Sud, nella quale i Cinquestelle hanno votato a favore insieme a Pd, Lega, Forza Italia eccetera eccetera, con un lunga nota dal titolo “La balla di 700 milioni scippati al SUD per darli al NORD”. La nota contiene attacchi personali e osservazioni di merito. Gli attacchi tendono ad accreditarmi come persona non disinteressata. Ammetto che sono molto interessato, interessatissimo al futuro della mia terra e per questo conduco da anni battaglie giornalistiche. Quando ho fatto politica attiva, come da assessore, mi sono messo in aspettativa com’è giusto che sia. Ma ecco la sua nota, nella quale si vede che mastica male di numeri, e la mia risposta:

Gentile Luigi Gallo, vedo che le cifre “ballano” e non poco. I fabbisogni standard per i Comuni sono calcolati su un volume di spesa di 33.905 milioni di euro. Di questa somma per due soli capitoli Istruzione (che pesa per il 13,50% del totale) e Asili nido (3,57% del totale) si è utilizzato il criterio della spesa storica in assenza dei Lep, come ben sai dalla risoluzione a tua firma. Ora, caro Luigi, prendiamo insieme una calcolatrice e vediamo quanto fa il 13,50% di 33.905 milioni. Viene anche a te 4.577 milioni? Bene. Ora facciamo il 3,57% di 33.905. Ti trovi 1.210 milioni? Bravo. In tutto sono 5,8 miliardi di euro ripartiti con un criterio che, uso le vostre parole, penalizza il Mezzogiorno. Ciò porta, tradotto in soldoni, una sottostima a regime di 700 milioni del fabbisogno standard del Sud, se tale fabbisogno è posto uguale alla media nazionale. Occhio che quest’anno si parte non dal 10% come tu scrivi ma dal 20% di applicazione del fabbisogno standard. E il simpatico bellunese Federico D’Incà aveva proposto di inserire il 30-40% secondo quanto ha dichiarato l’altra correlatrice, Maria Cecilia Guerra, la senatrice del Pd insieme alla quale avete scritto il provvedimento che sconfessava la vostra (nobile) risoluzione.

Ecco la fonte dei dati:

 

 

http://www.mef.gov.it/…/Relazione_Riepilogativa_delle_deter…

 

 

Quanto al fatto che abbia scritto un articolo “proprio in prossimità delle elezioni regionali” sono argomenti da complottismo da tre soldi. L’articolo è uscito subito dopo la pubblicazione dei verbali e fa parte di un’inchiesta cominciata nel marzo 2014 dopo la pubblicazione dei dati Copaff e proseguita per mesi, con momento di punta l’intervista a Graziano Delrio il 30 agosto 2014, quando il sottosegretario ammise che sugli asili nido e l’istruzione c’erà stato un “errore tecnico grave che correggeremo”. Ora non solo non hanno corretto, ma possono persino vantarsi di avere ottenuto in Bicamerale il sì unanime, Cinquestelle compresi.

GLI ASCARI DEGLI ASILI NIDO. Approvate in Commissione Bicamerale le tabelle che assegnano zero agli asili del Sud.

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La Commissione Bicamerale sul federalismo fiscale ha approvato le tabelle che assegnano zero agli asili nido nei Comuni del Mezzogiorno.

La decisione della Bicamerale dà il via ufficiale all’attuazione della Costituzione del 2001, la quale stabilisce che i fabbisogni standard (ovvero la somma di risorse che il Governo deve garantire a ciascun Comune per far valere i diritti minimi civili), non saranno più assegnati sul parametro della spesa storica, ma sui reali bisogni della popolazione.

Sugli asili nido e sull’istruzione però, la ripartizione delle risorse è particolarmente squilibrata a svantaggio del Mezzogiorno: in questi due soli casi infatti, invece di calcolare le esigenze della popolazione, i tecnici della Sose (società del ministero del Tesoro) e quelli della Copaff (Commissione paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale), hanno fatto valere il principio della spesa storica e non quello dei fabbisogni standard, sottraendo di fatto 700 milioni di euro ogni anno ai Municipi del Sud, per distribuirli a quelli del Centro-Nord.

Un trucco contabile che permette di avere più servizi a chi in passato godeva già di maggiori risorse dallo Stato; viceversa chi meno aveva, meno avrà: zero è il numero di risorse assegnato a città  popolose come Catanzaro, Giugliano, Pozzuoli, Casoria, Portici, San Giorgio a Cremano ed Ercolano, dal momento che non si è calcolato il numero dei bambini residenti, ma il numero di asili nido, che si dà il caso in queste città non sono mai esistiti.

La relazione finale  del provvedimento è stata scritta a quattro mani dalla relatrice del Pd di Modena, la senatrice Maria Cecilia Guerra e per i Cinquestelle dal deputato di Belluno Federico D’Incà.

In audizione Bicamerale, erano assenti tutti i parlamentari della Commissione eletti nell’Italia meridionale, lasciando in tal modo che i colleghi del Nord, nel silenzio generale, mettessero in atto l’ennesimo scippo ai danni del Sud.

Ecco chi sono: Antonio Milo (vicepresidente della Commissione), senatore di Noi Sud; il senatore di Ischia Domenico De Siano, di Forza Italia; il senatore di Cosenza Francesco Molinari, dei Cinquestelle; il deputato di Matera Cosimo Latronico, di Forza Italia; il deputato di Bari Gaetano Piepoli, di Scelta civica e ora Centro democratico.

Non possiamo più tacere davanti a simili ingiustizie, i nostri bambini non valgono zero.

f.s.

(fonte Il Mattino)