GLI ASCARI DEGLI ASILI NIDO. Approvate in Commissione Bicamerale le tabelle che assegnano zero agli asili del Sud.
La Commissione Bicamerale sul federalismo fiscale ha approvato le tabelle che assegnano zero agli asili nido nei Comuni del Mezzogiorno.
La decisione della Bicamerale dà il via ufficiale all’attuazione della Costituzione del 2001, la quale stabilisce che i fabbisogni standard (ovvero la somma di risorse che il Governo deve garantire a ciascun Comune per far valere i diritti minimi civili), non saranno più assegnati sul parametro della spesa storica, ma sui reali bisogni della popolazione.
Sugli asili nido e sull’istruzione però, la ripartizione delle risorse è particolarmente squilibrata a svantaggio del Mezzogiorno: in questi due soli casi infatti, invece di calcolare le esigenze della popolazione, i tecnici della Sose (società del ministero del Tesoro) e quelli della Copaff (Commissione paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale), hanno fatto valere il principio della spesa storica e non quello dei fabbisogni standard, sottraendo di fatto 700 milioni di euro ogni anno ai Municipi del Sud, per distribuirli a quelli del Centro-Nord.
Un trucco contabile che permette di avere più servizi a chi in passato godeva già di maggiori risorse dallo Stato; viceversa chi meno aveva, meno avrà: zero è il numero di risorse assegnato a città popolose come Catanzaro, Giugliano, Pozzuoli, Casoria, Portici, San Giorgio a Cremano ed Ercolano, dal momento che non si è calcolato il numero dei bambini residenti, ma il numero di asili nido, che si dà il caso in queste città non sono mai esistiti.
La relazione finale del provvedimento è stata scritta a quattro mani dalla relatrice del Pd di Modena, la senatrice Maria Cecilia Guerra e per i Cinquestelle dal deputato di Belluno Federico D’Incà.
In audizione Bicamerale, erano assenti tutti i parlamentari della Commissione eletti nell’Italia meridionale, lasciando in tal modo che i colleghi del Nord, nel silenzio generale, mettessero in atto l’ennesimo scippo ai danni del Sud.
Ecco chi sono: Antonio Milo (vicepresidente della Commissione), senatore di Noi Sud; il senatore di Ischia Domenico De Siano, di Forza Italia; il senatore di Cosenza Francesco Molinari, dei Cinquestelle; il deputato di Matera Cosimo Latronico, di Forza Italia; il deputato di Bari Gaetano Piepoli, di Scelta civica e ora Centro democratico.
Non possiamo più tacere davanti a simili ingiustizie, i nostri bambini non valgono zero.
f.s.
(fonte Il Mattino)
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…..m5s….=…cravattari verdi..cammuffati….!!
L’articolo è corretto, la fonte è il Mattino ed è verificabile.
La nota del Gruppo del Movimento 5stelle alla Camera è clamorosa quasi più del gesto stesso: nella diffida al Mattino viene precisato che non è stato fatto un sodalizio con il PD, ma che il Movimento ha votato con tutte le forze politiche presenti, quindi anche con Forza Italia, Lega Nord e Sel (come se ci fosse da farsi un vanto) e che a Novembre avevano evidenziato che questo provvedimento era ingiusto (vero), ma nonostante ciò l’hanno approvato e come se non bastasse, il loro parlamentare di Belluno Federico D’Incà, ha scritto la relazione finale del provvedimento insieme alla senatrice Maria Cecilia Guerra del PD. L’unico parlamentare meridionale dei Cinque stelle della Commissione Bicamerale Francesco Molinari, era assente in sede di votazione.
Insomma il Cinque Stelle ha ammesso l’errore, ma fa del problema una questione terminologica e non sostanziale.
questo comunicato ufficiale già postato su quella discussione su Briganti.OGGETTO: Diffida e rettifica ex art. 8 legge n. 47 del 1948 e art. 2 legge n. 69 del 1963
In riferimento all’articolo pubblicato su “il Mattino” in data 17/01/2015, a firma Marco Esposito, dal titolo “Asili nido, il Sud assente il Nord compie lo scippo” a pagina 11, il gruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera precisa quanto segue:
Non è vero che sul via libera ai “fabbisogni zero” per gli asili nido ci sarebbe stato un “asse Pd e M5S”, dal momento che, in sede di Bicamerale sul federalismo fiscale, il provvedimento è stato votato e approvato all’unanimità da tutte le forze politiche presenti. Inoltre, in riferimento agli asili nido, non vi sono stati “tagli al Mezzogiorno”: ai comuni sono destinati gli stessi fondi già erogati negli anni passati. La decisione sul come e quanto destinare a istruzione e asili nido spetta a ogni singolo comune.
Non corrisponde al vero nemmeno che “non sono riconosciuti 700 milioni di fabbisogno reale del Mezzogiorno, ripartendoli tra i comuni del Nord”. Quei 700 milioni sarebbero stati destinati ai comuni del Nord a prescindere dai fondi destinati al Mezzogiorno, per cui la contrapposizione evocata non è giustificata dai fatti.
Più volte il M5S ha sottolineato con il deputato Federico D’Incà come il governo abbia un’enorme confusione sul tema e non capisca l’importanza del progetto dei fabbisogni standard arrivando a chiedere, in maniera provocatoria, al ministro Boschi se ritiene opportuno chiudere la commissione sul federalismo.
Infine ricordiamo che a novembre il M5S ha presentato in commissione Cultura una risoluzione con la quale si chiede di calcolare lo stanziamento per i nidi d’infanzia, il tempo pieno, la ristorazione scolastica e tutti gli altri servizi di istruzione sulla base dei cosiddetti livelli essenziali di prestazione e non su quelli di spesa. Auspichiamo che la risoluzione otterrà l’adesione da parte di tutte le forze politiche e che il governo dia una risposta positiva e in tempi celeri.
ROMA, 19 gennaio 2015
Sembra che la faccenda NON sia come riportato nell’articolo.
Spero vi siano errori nell’articolo, spero in una smentita o in un chiarimento da parte di D’Inca e Latronico. Se così non fosse, le dimissioni immediate sarebbero un atto dovuto. Parlo da attivista del M5S, degli altri parlamentare si occupino i loro elettori.