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TAP: resoconti e contestazioni

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Il Trans Adriatic Pipeline o più volgarmente detto Tap è  il gasdotto che con un lungo corridoio porterebbe le riserve di gas dal Mar Caspio all’ Europa sdoganando di fatto la stessa dalla dipendenza russa.

Da tempo, la questione è  diventata particolarmente delicata, fino alla visita di Mattarella in questi giorni nelle terre d’Oriente che fa presagire una fine sugli accordi e sulle proteste.
Una fine probabilmente non gradita al popolo pugliese e soprattutto salentino che dagli inizi del progetto si é ribellato alla realizzazione dell’opera.

Di fatto il lungo ” corridoio “dovrebbe avere il suo ultimo sbocco proprio nelle terre del Salento passando sotto la superficie delle acque del bellissimo mare di San Foca e poi procedendo negli uliveti di Melendugno.

” Il popolo degli ulivi” unito ai “NO tap” si oppone a questa opera perché comporterebbe una forte compromissione della bellezza del territorio e l’impatto ambientale che ne deriverebbe dal riscaldamento delle acque sarebbe devastante per un territorio che vive del turismo estivo e dell’olio prodotto proprio da quegli ulivi che già in parte sono stati espiantati proprio per favorire il passaggio dei tubi del gasdotto.

Ad oggi il governatore della Regione Puglia, Emiliano non ha mai posto la propria negazione alla realizzazione dell’opera per questo più volte contestato è diventato simbolo della mancanza di volontà ad ascoltare il popolo.

Infatti nelle procedure preliminari rispetto all’opera, mai la Puglia è  stata messa nella condizione di poter esprimere la propria volontà indicando dove voleva l’approdo.

Durissime sono state nei mesi le contestazioni e molti attivisti si sono spesi per difendere la propria terra accompagnati da esponenti politici e dalle istituzioni locali. Non molti mesi fa infatti ben 30 sindaci dei paesi limitrofi alla zona rossa, erano con le loro fasce tricolore davanti ai cancelli Tap insieme a circa 300 manifestanti per gridare il proprio no all’opera.

In quella occasione erano presenti circa 350 uomini tra carabinieri e polizia antisommossa, navi della Marina militare ed elicotteri dell’esercito: un vero e proprio dispiegamento di forze dell’ordine!
Tutto questo con la conclusione di momenti forti, di sindaci caricati dalla polizia, di esponenti politici feriti , di cittadini quindi che per ordine del capo di una società privata venivano umiliati dallo Stato italiano che interveniva per garantire interessi di una società privata.

Al loro fianco anche l’attuale  ministro per il Sud , Barbara Lezzi , contestata proprio in questi giorni all’università del Salento a Lecce per aver abbandonato il popolo dei ” NO tap ” dopo che di questa causa ne aveva fatto un vessillo durante la campagna  elettorale.

La contestazione si é  poi trasformata in un rimbalzo di accuse durante un altro incontro invece tenutosi a Bari lunedì 23 luglio  tra il ministro Barbara Lezzi ed il governatore Emiliano .

Alla presenza dei giornalisti i due si sono lanciate addirittura offese: casus belli argomento Tap che non era in realta neanche  all’ordine del giorno.

La Lezzi accusa Emiliano di non essersi mai opposto alla realizzazione del gasdotto, da parte sua il governatore accusa il ministro di essere maleducata e lancia la palla a Di Battista il quale dall’ America rilancia la fiducia nei ministri ed afferma che null’altro ha da aggiungere così come nei giorni precedenti aveva risposto Lezzi ai manifestanti in ateneo a Lecce.

Un gioco a ping pong dove la fiducia degli elettori viene ancora una volta tradita, dove la pallina rimbalza sempre sulle teste di chi crede che qualcosa possa cambiare ed infine cade su campi malati che odorano non di terra ma di soldi.

Perché dove ci sono gli interessi economici non c’è  bandiera politica che tenga e dove viene eclissata la parola del popolo.

di Luigina Favale

Coordinatrice Nazione di MO – Unione Mediterranea

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