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Attacco alla Calabria, Istituzioni non stiano a guardare

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di Massimo Mastruzzo 
Portavoce Nazionale MO Unione Mediterrranea

Un anno fa il Ministero dello Sviluppo Economico ha rilasciato due nuovi permessi di ricerca di idrocarburi, denominati rispettivamente «F.R 41.GM» ed «F.R 42.GM», in favore della società petrolifera statunitense GLOBAL MED LLC per cercare gas e petrolio nel Mar Ionio in due aree contigue pari, rispettivamente, a 748,6 kmq e 748,4 kmq., per complessivi 1.497 kmq.
Gli enti interessati dai decreti di conferimento dei due permessi di ricerca sono:
Regione: Calabria
Province: Crotone, Catanzaro
Comuni: Strongoli, Cropani, Montepaone, Soverato, Borgia, Staletti’, Ciro’ Marina, Sellia Marina, Melissa, Crucoli, Catanzaro, Crotone, Isola di Capo Rizzuto, Botricello, Cutro, Simeri Crichi, Ciro’, Montauro, Squillace, Belcastro.

I due provvedimenti ministeriali (DECRETO MINISTERIALE 15 dicembre 2016 – Numero di Pubblicazione 180 e DECRETO MINISTERIALE 15 dicembre 2016 – Numero di Pubblicazione 181), pubblicati sul BUIG – Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse – Anno LX N. 12 – 31 Dicembre 2016, eludono palesemente il divieto fissato dal Decreto Legislativo n. 625 del 25 novembre 1996 che vieta che un singolo operatore possa avere la titolarità di un permesso di ricerca in un’area (terraferma o mare) estesa più di 750 kmq.
Per eludere il divieto di legge, dunque, Global Med ha diviso artificiosamente un’unica area da destinare al medesimo progetto industriale, di estensione pari a 1.497 kmq., in due porzioni contigue, in modo da porsi di sotto della soglia prevista dalla legge.
Sempre al largo delle coste di Crotone e Provincia, Global Med sta per incassare un terzo permesso di ricerca: l’istanza è convenzionalmente denominata d 87 F.R-.GM e la sua area è contigua a quella dei due permessi già rilasciati. Ha un’estensione di 729,5 km2.

A quanto pare, nessuno ha vigilato e monitorato lo stato del procedimento dell’Istanza d 87 F.R-.GM e, adesso, scaduti i termini per fare ricorso al Tar Lazio contro il Decreto di Compatibilità Ambientale (D.M. n. 252 del 26.09.2017), non resta che prepararsi al ricorso al TAR Lazio contro il futuro decreto MISE che accorderà il TERZO Permesso di Ricerca nello Jonio calabrese al medesimo operatore.

Regione Calabria e Comune di Crotone non stiano a guardare, il rischio che corrono le future generazioni di una terra già martoriata è molto alto, le responsabilità delle istituzioni che devono tutelare il territorio sono facilmente individuabili e non assumersele è sinonimo di complicità.
Dopo l’esito negativo della sentenza del Tar Lazio le istituzioni interessate ricorrano al Consiglio di Stato, affidandosi a persone esperte, non a consulenti occasionali poco esperti in materia.
Deve essere rispettata la volontà di tutti i cittadini che il 17 aprile 2016 votarono contro le trivelle in mare.