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Uno spettro si aggira per l’Europa. Il comunismo? No, la farsa Xylella!

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di Crocifisso Aloisi

Sapete perché ancora incombe la minaccia Xylella? Perché è tuttora in vigore il decreto legge del Ministro Martina del 18 giugno 2015, che impone determinate azioni e misure da adottare per affrontare la cosiddetta ‘epidemia degli ulivi’. E sapete perché è ancora in vigore questo decreto? Per dare seguito alla Decisione della Commissione Europea sempre per la fantomatica X. E sapete com’è nata questa Decisione della Commissione Europea? Perché un bel giorno di ottobre 2013 qualcuno, dalla Puglia, è andato a riferire che in Salento era in atto una gravissima epidemia di Xylella che stava falcidiando i nostri ulivi, confondendo ad arte disseccamento degli ulivi (dovuto ad altre cause) con la presenza del batterio (che a detta dei periti della Procura e non solo, sarebbe endemico e quindi non rappresenta una concreta minaccia fitosanitaria, a maggior ragione se il ceppo individuato in Salento è diverso da quello inserito nell’allegato A della direttiva UE 29/2000). Nel frattempo questi ‘qualcuno’ sono finiti sotto inchiesta dalla Procura di Lecce, accusati, tra l’altro, di aver indotto l’UE in errore (http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/12/19/news/xylella-129801851/). Così tra una sentenza del Tar e l’altra, dopo le decisioni del Consiglio di Stato e dopo l’intervento della Procura e del Gip di Lecce, tutti favorevoli alle nostre considerazioni, oggi siamo ancora qui a parlare di questa gigantesca Questione proprio perché è ancora in vigore il decreto ministeriale del 18 giugno 2015 che inchioda in termini di legge questa pericolosa farsa. Così tra un “forse è xylella” ed un “sintomi verosimilmente ascrivibili a xylella”; tra un “probabilmente la causa è Xylella” e “ci sono un milione di piante infette” (senza aver MAI indicato quali e, soprattutto, senza aver MAI prodotto 1 milione di test positivi, o addirittura 4 milioni di test positivi, uno per ogni punto cardinale della pianta, come solitamente previsto) ; tra un “probabilmente il batterio è stato importato con piante ornamentali dal Costarica” ed un “esame visivo senza prove di laboratorio” ; tra un forse ed un probabilmente, vogliono SICURAMENTE fregarci. Infatti la Regione Puglia ha appena varato un nuovo Piano di intervento che rappresenta, nei fatti, una lenta eutanasia per le nostre aziende agricole ed i nostri ulivi. Invece continua altrove (in Salento sarebbe un po’ più complicato), soprattutto all’estero e con il tacito consenso della politica sia locale che istituzionale italiana, l’attività di diffusione delle proprie verità, senza alcun vero contraddittorio scientifico, da parte degli stessi soggetti (anche indagati) che hanno dato inizio a tutto ciò. Ormai è operativa una specie di ‘centrale del terrore’ xylella, con convegni internazionali con ospiti di rilievo, rappresentativi di diversi governi, che ascoltano le tesi degli ‘scienziati pugliesi’ e che sono all’oscuro della parte più importante della farsa. Tutto ciò con l’evidente scopo di imbastire una qualche linea difensiva (?) e con un probabile tentativo di condizionamento della Corte di Giustizia Europea che è chiamata a pronunciarsi il 5 maggio 2016, ed il cui Presidente si esprime con le stesse ‘certezze’ dei protagonisti scientisti pugliesi. Infatti questa è la motivazione dell’anticipo dell’udienza della prossima seduta della Corte “ visto il presumibile rischio di danni irreversibili all’ecosistema e all’agricoltura del territorio pugliese che un prolungamento eccessivo di questa sospensione potrebbe produrre ”, con tanto di “presumibile” e “potrebbe”. Di fronte a questa continua minaccia e con la politica completamente assente se non addirittura ostile; con un esercito di ‘giornalisti’/opinionisti pronti a convincere la gente della ‘bontà’ ed ineluttabilità dell’eradicazione degli ulivi e dell’uso di pesticidi/insetticidi per condurre un’assurda lotta contro uno dei possibili vettori (la farsa deve essere fatta come si deve, se dico che c’è un’epidemia non posso non condurre la lotta al vettore), e con un altro esercito di speculatori/avvoltoi pronti ad intervenire, il Popolo degli Ulivi deve assolutamente riorganizzarsi e prepararsi per un’altra stagione di lotta. Il 5 maggio è alle porte.

http://www.leccecronaca.it/index.php/2016/04/21/xylella-la-corte-di-giustizia-accelera-sara-giustizia/

P.s. Il 5 maggio 2016 avremo contro non solo alcune strutture europee, oltre agli altri personaggi italiani, ma anche un intero Stato, la Grecia, opportunamente ‘convinta’ da qualche ‘scienziato’ italiota. La politica regionale e nazionale è completamente assente : un intero popolo lasciato solo, in balìa di poteri strutturati ed addirittura in balìa di uno Stato straniero. Ecco perché i salentini si opporranno e sarà dura piegarli.

Mito Xylella: tra realtà e invenzione

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di Beatrice Lizza

Gli undici milioni di olivi millenari che popolano il Salento non sono più un simbolo di pace: l’iniziativa di piantare centinaia di olivi in risposta alle condanne a morte sentenziate dall’UE, suona come una vera e propria dichiarazione di guerra.
Ma cos’è questa Xylella Fastidiosa? Quanto è realmente dannosa e quanto si sa a proposito?
L’olivo è una pianta che ha bisogno di cure e precise conoscenze tecniche per ottenere le sue pregiate olive, vanto del Made in Italy. Sono almeno vent’anni, però, che i proprietari degli oliveti non sono più agricoltori e la mano d’opera specializzata offre, giustamente, servizi a prezzi crescenti: si parla di centinaia di euro per la potatura di alcune decine di alberi. E se le olive sono puramente made in Italy, lo è anche l’interesse pressoché nullo dello Stato, il quale non ne tutela né la produzione, né la preziosa biodiversità, né la qualità. E’ comprensibile che un buon numero di proprietari favorisca l’utilizzo di agenti chimici come diserbanti e pesticidi, nettamente più economici dei lavoratori in grado di applicare tecniche agronomiche tradizionali e naturali. Il batterio assassino pare essere in grado di uccidere, da solo, centinaia di alberi, ma è davvero così?
In realtà il problema diagnosticato alle piante cosiddette “infette”, è stato segnalato per la prima volta nel 2010 e si chiama CoDiro (complesso di disseccamento rapido dell’Olivo).
In quanto “complesso”, appunto, non dipende direttamente dalla Xylella, ma presenta diverse concause: il lepidottero “Rodilegno giallo” e alcune specie funghi patogeni. E’ giusto precisare che la Xylella, come tutti gli altri batteri, non sia in grado di intaccare la salubrità della pianta a meno che questa non sia già debilitata.
Un’altra lacuna nell’informazione nazionale è quella di omettere che, sebbene sia stato riconosciuto il batterio, non ci sono dimostrazioni scientifiche della sua patogenicità, ovvero l’effettiva capacità del microrganismo di creare un danno. Eppure le altre ipotesi scientifiche, seppur avanzate da ricercatori affermati, non hanno riscontrato lo stesso successo mediatico.
La denuncia del professore Giuseppe Altieri (professore di fitopatologia, entomologia, agricoltura biologica e agroecologia) è rimasta pressoché ignorata, eppure questa volta gli imputati sono l’abbandono colturale, causato dalla mancanza di trattamenti biologici e potature autunnali, oltre ai disseccanti (utilizzati principalmente lungo le linee ferroviarie) che intaccano l’equilibrio microbico dei terreni, indebolendo le piante e i loro sistemi immunitari.

Inascoltate anche le proteste di agricoltori e studiosi che, documenti del ministero alla mano, hanno ricordato agli onorevoli boia del verde, che appena il 2% delle 26.755 piante campionate per la relazione Mipaaf del 6 Luglio 2015 (tra cui anche mandorli, oleandri e viti) è risultato positivo alla presenza di Xylella.

Nonostante tutte le perplessità sull’entità del batterio, dal 2014 le eradicazioni procedono senza pietà “per evitare la contaminazione e la diffusione”, anche se numerose testimonianze ci parlano di alberi tagliati a pezzi, ma che vengono lasciati sul posto per settimane!
Il famigerato microrganismo non può spostarsi da solo, ma ha bisogno di un insetto vettore per propagarsi, la cosiddetta Sputacchina. Vettore estremamente diffuso in tutto il territorio, prontamente individuato ma non (ancora una volta) scientificamente provato!
La risposta delle autorità competenti, alla luce di questa nuova scoperta è stata quella di ordinare l’utilizzo di fiumi di fitofarmaci, della stessa famiglia di quelli denunciati come i responsabili del disseccamento.

Questo è il batterio Xylella: un microrganismo di patogenicità dubbia, timidamente affermato come concausa di un disastro annunciato.
La frettolosa condanna a morte di piante plurisecolari è inaccettabile, mentre sotto le loro fronde si moltiplicano vistosamente le zone d’ombra.

La domanda è sempre la stessa: cui prodest?