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Non è un paese per statistici – Illazioni in libertà sulle esenzioni dal ticket sanitario

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Ed i cattivi siamo noi, come al solito…

Domenica 12 marzo è apparso sul sito di Repubblica un articolo, firmato da Michele Bocci, che mette in risalto le differenze di entrate da ticket sanitario tra nord e sud. Il ticket altro non è che una tassa pagata dai cittadini per la prestazione sanitaria pubblica, con un sistema di esenzioni previste per particolari patologie, fasce di età e di reddito.

Nel fantastico mondo del giornalismo italiano (o toscopadano, fate voi) non capita raramente di leggere titoloni del tipo “Così i veneti pagano il quadruplo dei siciliani”. Dati alla mano il giornalista avrebbe potuto scrivere anche “Così i valdostani pagano più del doppio dei lombardi”, ma tra i due titoli, entrambi veri, ha scelto il primo. Come si dice, a pensar male si fa peccato ma spesso si fa centro. Per fugare ogni dubbio basta leggere come vengono interpretati nell’articolo i dati forniti da Agenas (l’Agenzia nazionale delle Regioni); senza nessun dato a supporto viene sentenziato che la differenza di spesa pro capite per il ticket sia dovuta ad una maggiore presenza di esenzioni false nel meridione.

L’unico dato inoppugnabile è che la differenza di entrate da ticket esiste, ma invece di cercare di capirne le cause si salta ad una conclusione che non è dimostrata nè, probabilmente, dimostrabile. Il parametro che forse ci aiuta maggiormente ad interpretare i numeri, più del reddito pro capite, è la percentuale di famiglie che vivono sotto la soglia di povertà. Se prendessimo in considerazione il reddito avremmo un’indicazione su quali regioni siano più povere ma non su quanti poveri ci siano nella stessa, ed è quest’ultimo dato che incide maggiormente sulle esenzioni. Facile fare confronti impietosi tra Sicilia e Veneto sulla spesa pro capite per il ticket (9€ la prima contro i 36€ della seconda, da qui il titolone), più difficile prendere in considerazione i dati Istat sull’incidenza di povertà, che vedono la Sicilia al 25,3% contro il 4,9% del Veneto (2015). Stesso discorso per il paragone fatto tra Campania ed Emilia Romagna.

Eppure nemmeno questo basta per comprendere differenze così marcate tra una regione e l’altra; ci sono casi in cui regioni con basse percentuali di povertà, come Lombardia e Lazio, incassano meno di ticket rispetto ad altre con percentuali di povertà maggiori, come il Friuli. Quali altri parametri entrano in gioco allora? Evidentemente oltre alle esenzioni per reddito bisognerebbe analizzare un quadro più ampio, come considerare le differenze di costo del ticket stesso tra le varie regioni, o mettere in conto che nelle regioni più ricche ci si affida di più alla sanità privata (questo potrebbe spiegare i casi di Lombardia e Lazio riportati sopra), o ancora valutare la cosiddetta migrazione sanitaria (quanti meridionali vanno a curarsi al nord e quante volte avete visto fare il contrario?).

Troppe carte in gioco per riuscire davvero ad avere la risposta in tasca… a meno che non siate un giornalista di un qualsiasi giornale italiano; in quel caso potrete addirittura scrivere un articolo su Repubblica, sostenendo per ben 4 volte che le esenzioni siano false senza avere nessuna prova. Nulla di nuovo, il solito giornalismo italiano tendenzioso fatto di pregiudizi ed illazioni.

L’interpretazione efficace del dato potrebbe aiutarci a risolvere il problema, ma tira meno in termini di copie vendute.

Questo non è un paese per statistici o analisti, ma per giornalai (sia che svolgano onestamente questo mestiere, sia che invece si definiscano impropriamente giornalisti).

Il signor Gennaro ci chiede della “formula Calderoli”

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SIGNOR GENNARO : Signor MO, mi ha riferito un amico che voi andate dicendo che con la “formula Calderoli” i fondi per la sanità vengono ripartiti in modo da tagliare le risorse dove ci si ammala di più. Io non ci posso credere, questa volta l’avete detta grossa!

SIGNOR MO: Caro Gennaro, non mi sono inventato nulla, questa formula magica esiste già dal 2012.

SIGNOR GENNARO: Ecco, come posso credervi se vi mettete a parlare di magia?

SIGNOR MO: E come potrei definire una cosa che esiste ma non si vede? Tranquillo, non è magia ma solo un trucco.

SIGNOR GENNARO: E quindi mi volete far credere che il Governo abbia approvato una cosa tanto brutta?

SIGNOR MO: Adesso mi spiego. Questa “formula Calderoli” si basa sul principio generico secondo cui persone di età diverse abbiano bisogno di cure più o meno costose.

SIGNOR GENNARO: Ma è giusto, se a mio figlio viene l’influenza mi basta portarlo dal medico di base, mentre mia madre ottantenne ha più probabilità di ammalarsi gravemente o di aver bisogno di cure speciali.

SIGNOR MO: Certo che è giusto, ma questo non può essere l’unico criterio. Pensaci bene, è più probabile che tu abbia bisogno di una sala parto o sarebbe tua moglie ad averne bisogno?

SIGNOR GENNARO: Mia moglie ovviamente. Quindi mi state dicendo che l’unica cosa presa in considerazione per la ripartizione dei fondi è l’età? E basta?

SIGNOR MO: Esatto Gennaro! Questa però è una cosa grave e bisogna capirla bene. Secondo questa formula avranno più soldi le Regioni dove ci sono più anziani, cioè dove si vive più a lungo, quindi è vero anche il contrario: dove c’è la possibilità di ammalarsi o morire prima verranno dati meno soldi. La formula non vuole che vengano presi in considerazione altri parametri: non parla di prevenzione, non guarda alle condizioni sociali e ambientali del territorio.

SIGNOR GENNARO: Tutto sommato è giusto, se questa formula viene messa in pratica in tutto il paese, no?

SIGNOR MO: Certo che no! C’è più probabilità che abbiano una patologia grave i ragazzi della terra dei fuochi o quelli che passeggiano ogni giorno per la Valtellina?

SIGNOR GENNARO: I ragazzi della terra dei fuochi. Ho letto che la Campania ha la speranza di vita più bassa di tutte le Regioni.

SIGNOR MO: Visto? Però gli ospedali lì non riceveranno più soldi proprio perché non non c’è un maggior numero di anziani. E’ così che le zone più rischiose per la salute prenderanno meno fondi, proprio perché si muore prima!

SIGNOR GENNARO:  Ma è terribile! Quindi lo Stato non prevede fondi particolari di prevenzione e monitoraggio per i cittadini più a rischio? Non posso credere che qualcuno possa aver approvato questa follia.

SIGNOR MO: Mi dispiace Gennaro ma è proprio così. L’idea di questa formula diabolica venne a Calderoli nel 2011 e doveva entrare in vigore a partire dal 2013, però le Regioni del Sud capirono l’inghippo e chiesero di revisionare i criteri sui fabbisogni regionali così, in attesa di un vero accordo, i fondi furono aumentati con dei bonus. A dicembre 2014 il Governo decise di cambiare rotta e scrisse nella legge di Stabilità per il 2015 che sarebbe stato utilizzato un vecchio criterio, indicato nella legge 662 del 1996, mai attuato.

SIGNOR GENNARO: Ah quindi alla fine non hanno approvato la formula Calderoli!

SIGNOR MO: Sì che l’hanno approvata, ora ti spiego il trucco: nella legge di Stabilità per il 2015, al comma 601, è scritto che il nuovo criterio sarebbe stato cambiato esclusivamente se si fosse raggiunta, entro il 30 aprile 2015, l’intesa prevista per il decreto. Ovviamente nessun rappresentante delle regioni si mosse entro quella data, dando il proprio tacito consenso alla formula Calderoli, che oggi regola la ripartizione dei 113 miliardi del fondo sanitario per il 2016. Pensa che con questo sistema sono spariti 400mila cittadini campani.

SIGNOR GENNARO: Ancora mi parlate di magia?

SIGNOR MO: Niente magia, è di nuovo un trucco! Secondo la formula un cittadino deve essere conteggiato dallo stato non come 1, ma il suo “valore” nei costi sanitari dipende dalla fascia d’età a cui appartiene. Un cittadino che ha più di 75 anni vale ben 2,844 mentre i cittadini sotto i 65 anni valgono anche meno di uno! Per esempio i bambini tra i 5 e i 14 anni valgono 0,234.

SIGNOR GENNARO: Ma signor Mo, io non sono buono con i numeri!

SIGNOR MO: E’ semplice. Immagina due gruppi di dieci persone. Nel primo gruppo tutti hanno una caramella, tranne due persone che ne hanno sei anziché una. Quante caramelle ci sono?

SIGNOR GENNARO: Venti!

SIGNOR MO: Bravo, ora immagina che nel secondo gruppo ci sia solo una persona con sei caramelle, quante caramelle ci sono?

SIGNOR GENNARO: Quindici! Ho capito, non cambia il numero di persone ma il numero di caramelle… e più caramelle ci sono più lo Stato finanzierà il gruppo.

SIGNOR MO: Diciamo di sì, e pensa che con questo sistema in Piemonte, la Regione con più anziani, sono stati conteggiati circa 371mila cittadini in più di quelli reali!

SIGNOR GENNARO: Vabbuò, ho capito, noi al Sud paghiamo senza ricevere mai nulla in cambio… bisogna dire basta! Adesso lo dirò a tutti i miei amici

De Luca chiede le dimissioni dei medici dell’ospedale di Nola? Noi invece chiediamo le sue!

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De Luca chiede le dimissioni dei responsabili che hanno fatto soltanto il proprio dovere soccorrendo dei pazienti e cercando di accomodarle al meglio in un ospedale già ben oltre il limite della propria capienza.
 
Ricordiamo che il ministero della salute finanzia 3,7 posti letto ogni mille abitanti pesati.
Pesati significa che questo dato viene modificato in base ad alcuni parametri. Abbiamo parlato spesso dell’età media, per cui nelle regioni dove si muore prima la sanità viene finanziata in minor misura. Altro parametro utilizzato è quello della mobilità: se le persone non si fanno curare nella propria regione, determinano uno spostamento di fondi.
Questi meccanismi innescano un circolo vizioso che determina un progressivo peggioramento della qualità dell’assistenza sanitaria nelle regioni del sud, a vantaggio di quelle del nord.
Il risultato è che nelle regioni del sud il numero di posti letto è notevolmente inferiore, tra i 3,5 e i 3,2 ogni 1000 abitanti.
 
Tra i governatori che hanno siglato l’accordo Stato-Regioni di fine 2015 che sancisce l’entrata in vigore di queste logiche c’è lo stesso De Luca.
 
Lo stesso De Luca che attualmente è anche commissario della sanità campana.
 
Lo stesso De Luca che invece di assumersi le proprie responsabilità, tenta di scaricarle su degli operatori sanitari che hanno fatto soltanto il loro dovere.

Fabbisogni standard: diritti zero al Sud, l’Italia garantisce solo il Nord.

Marco Esposito
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Sulle pagine de “Il Mattino” Marco Esposito spiega in dettaglio i parametri utilizzati per il calcolo dei fabbisogni standard. Ecco l’elenco dei diritti negati al Sud per convenienza del Nord:

-Sanità 108,6 miliardi. Il riparto dei fondi tra le regioni avviene dando un peso maggiore agli anziani. Così i posti in cui l’aspettativa di vita media è più bassa, Campania in testa, ricevono meno finanziamenti.

-Università 6,9 miliardi. Il costo standard per studente è calcolato sui soli studenti in corso, dando valore zero a chi è fuori corso. Negli atenei del Sud la quota di fuori corso è più consistente.

-Istruzione 4,1 miliardi. Il fabbisogno di servizi comunali di istruzione è calcolato sulla base della spesa storica (più alta al Nord) e non a livelli di prestazioni sociali omogenei sul territorio.

-Strade 1,5 miliardi. Tra i parametri per finanziare le strade provinciali e metropolitane c’è il numero di occupati sul territorio, il quale è ovviamente più altro nelle zone ricche.

-Asili nido 1,3 miliardi. Il fabbisogno comunale non è misurato in base al fabbisogno di bambini da zero a tre anni ma sugli asili nido esistenti nel 2013. Chi aveva zero asili si ritrova fabbisogno zero.

-Trasporti 0,9 miliardi. Il fabbisogno comunale è misurato solo per i comuni che avevano il servizio nel 2013. A Caserta quell’anno la società del Tpl era fallita, per cui nel 2017 il fabbisogno è zero.

Fonte Il Mattino.

Ciò che Saviano non capisce: Napoli ha bisogno d’amore non di fango.

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Oggi Roberto Saviano torna a Napoli per promuovere e pubblicizzare il suo nuovo libro su Napoli, o meglio sulla Napoli violenta, dal nome #laparanzadeibambini
Per farlo, sceglie il quartiere Sanità.
Ebbene, sul ponte della Sanità è apparso uno striscione in cui, in breve, si dice che Napoli ha bisogno di amore e non di fango, riferito a Saviano. Come biasimarli?
Cosa si poteva aspettare da una cittadinanza, soprattutto bambini, che viene dimenticata quando lotta e protesta contro la camorra ma viene riportata alla luce dallo scrittore solo quando c’è un omicidio?

Ecco qui una piccola raccolta degli interventi di Saviano su Napoli. Vederlo tornare qui SOLO per promuovere l’ennesima opera sciacalla non può che farmi prendere le distanze da questo personaggio.

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