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“Macroregione? Si, ma non credo ai progetti dei partiti nazionali”

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Intervista a Massimo Mastruzzo, Portavoce Nazionale di MO Unione Mediterranea

1) Politica meridionalista mediterranea? Cos’è?

Il termine “Mediterranea” aggiunto al più classico “Meridionalista”, a parte il meraviglioso richiamo alla nostra Mediterraneità piuttosto che al meridionale inteso come chi vive al sud dell’Italia, è semplicemente il tentativo di espandere a tutti i paesi del Mediterraneo, intesi in questo caso come chi vive a sud dell’Europa, il concetto che sta alla base del meridionalismo politico: liberarsi dalla colonizzazione, dello Stato italiano per il il meridione; dall’Europa per il Mediterraneo.
Ma più semplicemente e meno ambiziosamente posso dire che siamo ad un Meridionalismo oramai adolescente che inizia ad uscire da casa grazie al web per cercare nuovi amici. Io stesso l’ho incontrato perchè ero in cerca di risposte che, dopo una vicenda lavorativa legata ad una mia attività commerciale, non riuscivo a darmi e non mi capacitavo fino a quando non ho incontrato il meridionalismo che dovrebbe essere la casa politica di ogni meridionale, ovunque questi si trovi. Io vivo a Brescia.

2) Una risposta ai tanti meridionalisti che videro in U.M. l’espressione politica di Aprile, Pino Aprile farà secondo lei politica?

Dopo il risveglio emozionale dato da Pino Aprile con i suoi libri e il successivo consolidamento razionale emerso dai dati divulgati da Marco Esposito, la miscela esplosiva emozione+ragione non dovrebbe essere dispersa. È indubbio che Pino Aprile leader andrebbe bene a tutti e la sensazione che anche a livello di preferenze elettorali potrebbe ripetere il successo avuto con il risveglio delle coscenze non sarebbe da sottovalutare. Ma se Pino Aprile deciderà di fare o meno questo tentativo è una risposta che non so darle.

3) I vostri rapporti con DeMa dopo il suo avvicinamento al PD?

Suppongo, e ribadisco suppongo visto che non conosco quale sia il progetto futuro di Dema, che il distacco politico dai partiti nazionali non possa, o non voglia, permetterselo, preferendo rimanere, al momento, in quella “terra di mezzo” . A parer mio ritengo che meridionalista significa affrancarsi dai partiti nazionali, non farlo non significa non essere un buon politico nazionale, “semplicemente” non corrisponde alla definizione meridionalista.

4) Secondo un progetto che sta preparando il Senatore Quagliariello con movimenti meridionalisti si vuole consultare la popolazione con un referendum per istituire la macroregione? Che ne pensa?

Quagliariello ha sostenuto che l’obiettivo della neonata formazione parlamentare IDeA (Identità e Azione) consiste in una proficua collaborazione parlamentare (assieme a Lega Nord, Forza Italia ed altre forze minori di centro-destra) nell’opposizione al governo Gentiloni e nella composizione di un’ampia e coesa coalizione di centro-destra in vista delle elezioni politiche del 2018. Adesso a parte la mia completa chiusura con tutto ciò che implichi contatti con la Lega nord, ripeto vivo a Brescia e li conosco meglio di chi oggi nel sud ne vede una possibile alternativa.
Il mio giudizio sui partiti nazionali non è una chiusura cieca e irrazionale ma l’oggettiva constatazione che la forbice economica nazionale, quando non giustifica, non permette ad un partito nazionale di agire diversamente dal mantenere lo status quo, e questo prevarica le buone intenzioni di singoli individui presenti in ogni realtà politica nazionale. Siamo noi meridionalisti che notiamo l’ingiustizia nel mantenere questo status quo, per il “bene nazionale” una autostrada nelle regioni economicamente più avanzate risulta più vantaggiosa che sulla costa ionica calabrese.

Il 6 agosto 2015 è stato inaugurato il nuovo canale di Suez: il canale che collega il Mar Rosso e il Mediterraneo è stato “raddoppiato”, nel senso che è stato ampliato e approfondito.

I lavori effettuati sono stati in grado di incrementare la convenienza di passaggio attraverso Suez, soprattutto per le rotte asiatiche dirette verso la costa occidentale degli Stati Uniti, precedentemente vincolate al passaggio dell’intero Pacifico e poi attraverso Panama. Il raddoppio del canale di Suez, quindi, non rappresenta semplicemente un’opportunità per l’economia egiziana, ma è una vera e propria svolta per tutto il Mediterraneo, che torna ad essere il centro delle rotte commerciali intercontinentali.

Nel terzo millennio, dove il costo dei trasporti è proporzionale al tempo impiegato, è necessario che ad ogni porto commerciale sia collegato un sistema di strutture che permettano di caricare e scaricare la maggior quantità di container possibile, sul medesimo mezzo di trasporto: ciò che rende più appetibile un porto rispetto ad un altro, quindi, non è semplicemente la fortunata condizione di vicinanza alle rotte principali, ma un ruolo fondamentale è giocato dalle attrezzature di cui dispone il territorio e dalle reti ferroviarie che permettano alle merci di essere trasportate con il minor dispendio di tempo ed energie.

Da qui la necessità di creare le condizioni per il transito di treni porta container da 750 metri in su per il porti di Gioia Tauro. Poi gentiloni va in Cina e consiglia agli investitori cinesi di approdare, per la nuova rotta della via della seta, nei porti di Genova e Trieste, quei dannati sassi che impediscono a Delrio di progettare infrastrutture anche nel Mezzogiorno, non sono stati ancora tolti

Nel sud ci sono i figli considerati spuri da questa nazione, e per i figli spuri non è previsto alcun futuro dignitoso se a gestirlo saranno coloro che della Questione Meridionale ne sono stati la causa.

Questa lunga premessa per dire che non credo ad un progetto di macroregione del sud a guida nazionale.

 

Pubblicata sul Roma di Giovedì 7 Dicembre