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San Gennaro nun s’ha da tucca’!

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Tra tutti gli atti d’imperio che le dominazioni estere hanno calato su Napoli e i napoletani, non se ne ricorda nessuno così arrogante e irrispettoso della cultura e dell’identità del nostro popolo.

Ci voleva il Governo Renzi e il Ministro degli Interni, Angelino Alfano, per veder sputare su una delle istituzioni più caratteristiche della storia napoletana: la Deputazione di San Gennaro!

Come riportato nell’articolo di Drusiana Vetrano di Identità Insorgenti, “la Deputazione di San Gennaro, l’organo LAICO che da mezzo millennio si prende cura del Santo dei napoletani, sta per essere scalzata dalla Curia grazie ad un colpo di penna del Viminale, a firma del Ministro Angelino Alfano.
In sostanza, gli esponenti della storica nobiltà partenopea potrebbero ritrovarsi “pezzi” di Curia a gestire il Santo e le sue inestimabili reliquie.
Dopo la bellezza di cinque secoli di laicità, insomma, la Curia riuscirebbe a mettere le mani sul Santo partenopeo e sulle sue ricchezze.
Finora, infatti, la gestione da parte della Deputazione- fondata nel 1601 a seguito di un ex voto, da parte dei cittadini partenopei, legato ad un’eruzione del Vesuvio- è stata sempre slegata dalla Curia ed indipendente da essa, nonostante le pressanti e continue ingerenze”.

Ancora Identità Insorgenti spiega che “in rappresentanza del popolo napoletano, presiede la Deputazione il primo cittadino di Napoli, che ne è il garante e primo controllore in nome e per conto del popolo stesso.
Possiamo ben comprendere e condividere la rabbia dei membri della Deputazione che, attraverso il delegato per gli affari legali della stessa, Riccardo Imperiali di Francavilla, spiega che il decreto “equipara la deputazione a una Fabbriceria e rinomina arbitrariamente gli undici deputati in carica”.
Veniamo a sapere, inoltre, dei continui scontri col Cardinale Crescenzio Sepe ed il tentativo dello stesso, durato anni, di piazzare “persone sue”.
Troviamo veramente vergognoso tutto questo.
Ancora una volta, lo Stato italiano, non tenendo minimamente in considerazione la storia né l’identità di questa città di cui ignora tutto, cala dall’alto un provvedimento per danneggiarla.
Nel caso specifico, una marchetta alla Curia, di cui nessun napoletano sentiva il bisogno, di cui non comprendiamo il senso, se non quello, neanche tanto immaginato, di essere legittimati a mettere le mani su uno dei tesori più ricchi e preziosi del mondo”.

Anche MO – Unione Mediterranea, così come Identità Insorgenti e le migliaia di cittadini insorti a questa notizia, si dichiara assolutamente contraria all’ennesimo tentativo di distruggere l’identità napoletana e aderisce sin da ora a qualsiasi iniziativa posta in essere per manifestare questo dissenso.

La portavoce di MO – Unione Mediterranea, Flavia Sorrentino ha dichiarato in merito: “l’attacco alla laicità della deputazione di San Gennaro, è l’ennesimo atto di arroganza dell’esecutivo Renzi, che dimostra di non avere alcuna sensibilità, nè rispetto per la storia di Napoli e del legame che intercorre tra la sua gente ed il Santo Patrono. Il Governo si occupi di garantire i servizi minimi che spettano alla città, per la quale ha saputo solo prevedere tagli e trasferimenti di risorse, invece di preoccuparsi di questioni che attengono esclusivamente al popolo partenopeo. Ecco perchè alle prossime elezioni comunali saremo presenti, in appoggio al sindaco De Magistris, con il progetto NA-Napoli Autonoma: per restituire l’identità e l’autonomia di cui Napoli necessita per il suo riscatto”

Di Mattia Di Gennaro

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Canale Conte Sarno: MO-Unione Mediterranea incontra il sindaco De Magistris

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MO-Unione mediterranea ha incontrato oggi il sindaco metropolitano Luigi de Magistris per muovere insieme i primi passi sulla questione Sarno. L’emergenza ambientale, aggravata da molti decenni di risposte politico-amministrative inconcludenti, non può e non deve essere ignorata oltre: il fiume più inquinato d’Europa manifesta un’emergenza senza precedenti, con risvolti non solo ambientali ma anche economici e sociali. La tossicità delle acque del Sarno e dei suoi affluenti è causata dallo sversamento abusivo di aziende situate nei pressi del fiume. Lo stato di degrado ambientale non è solo determinato dalla tossicità delle acque: nonostante si sia manifestata un’emergenza idrica che ha visto la portata del fiume ridursi esponenzialmente, il corso d’acqua è responsabile di numerosi dissesti e inondazioni, non ultima quella dello scorso ottobre nelle zone del Sarno. Ad oggi, le soluzioni proposte dalla classe dirigente si sono rivelate inefficaci e in molti casi dannose, denotando una grave superficialità, inammissibile per un problema di tale entità. La complessità dell’emergenza non ci spaventa e, insieme ai comitati territoriali interessati, al circolo di MO-UM de ‘I sarrastri’ attivo nella piana del Sarno, stiamo muovendo i primi passi alla ricerca di soluzioni alternative. Grazie all’incontro di oggi, siamo riusciti a portare all’attenzione del sindaco metropolitano anche questa tematica, vitale per lo sviluppo e la salvaguardia del territorio. Ci siamo lasciati con la carica giusta, pronti a collaborare per la difesa del Sarno e dei tanti cittadini che popolano quelle zone. Il cambiamento è MO!

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Napoli Autonoma, un’Alternativa Mediterranea

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L’Istituto italiano per gli Studi Filosofici è stata la sede del forum ‘La responsabilità della cosa pubblica’, organizzato dall’associazione VivoANapoli.

Il sindaco Luigi De Magistris si è confrontato con vari esponenti della società civile partenopea, tra cui lo scrittore Maurizio De Giovanni e il professor Daniele Pitteri: un bilancio della sua prima esperienza amministrativa e i primi spunti sulle linee guida del programma da presentare in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera.

Filo conduttore delle parole di De Magistris è il tema dell’autonomia politica di Napoli, una città che nel 2011 non era ancora uscita dalla terribile crisi dei rifiuti e che presentava un bilancio vicinissimo al dissesto, ‘falsificato’ da crediti in realtà inesigibili e considerato ‘spazzatura’ da tutte le agenzie di rating più importanti.

De Magistris può oggi rivendicare, tra le mille difficoltà incontrate, una Napoli rinata: e rinata solo e soltanto con le sue forze. Il sindaco che secondo alcuni si è ‘isolato’ ha ridato dignità alla città partenopea, come stanno a mostrare i tantissimi turisti che hanno riempito le strade di Partenope nel periodo natalizio.

Oggi l’esperienza amministrativa partenopea può essere presa a modello per la nascita di un’alternativa di governo ‘mediterraneo’, rispetto ai ‘renzismi’ di destra e di sinistra, che sostanzialmente hanno le stesse basi ideologiche: iperliberismo economico, chiusura sociale e impostazione nordcentrica: il Sud e la questione meridionale sono spariti dall’orizzonte politico.

In un’alternativa mediterranea di governo possono essere integrate azioni quali la crescita di democrazia dal basso (L’Asilo, in ambito culturale, o il lavoro sinergico tra Comune, Università e Comitato Vele di Scampia, in ambito urbanistico), e azioni quali la difesa delle prerogative costituzionali della città di Napoli, che non può vedere pezzi di territorio espropriati da manovre politiche romane (è il caso del commissariamento di Bagnoli).

Napoli non deve elemosinare aiuti dallo Stato centrale: non è accettabile, come ha ben detto anche Maurizio de Giovanni,  un’impostazione e una campagna mediatica che tende a far passare l’idea di un sindaco ‘nemico’ di altre figure istituzionali, il tutto per tirare la volata a candidati allineati in partiti tradizionali e di governo. A governare i rapporti istituzionali devono essere le leggi dello stato, non simpatie e antipatie personali. Ingiustificabile quindi l’atteggiamento del premier Renzi, che dichiara di non venire a Napoli per lo scarso senso istituzionale del suo primo cittadino. Più verosimilmente Renzi evita Napoli per la sua anomalia, per l’irriducibilità di una città e di un’amministrazione che non si è piegata ai suoi diktat, e nel contempo ha dimostrato che anche coi drammatici tagli che ha dovuto subire ha saputo tenere alta la testa, senza quelle compromissioni immorali e disoneste che hanno visto protagoniste altre grandi città italiane, a guida PD.

Napoli deve oggi essere protagonista dell’Autonomia meridionale. Da una Napoli Autonoma, economicamente, socialmente, culturalmente, può e deve oggi crescere una classe dirigente innovativa per il Mezzogiorno, consapevole della storia e dell’identità mediterranea dei territori meridionali, e proiettata a governare con competenza e visione strategica il nostro Sud.

E’ per questo motivo che MO – Unione Mediterranea sosterrà con convinzione la ricandidatura a sindaco di Luigi De Magistris. Protagonisti, assieme, del riscatto della nostra terra.

Progetto NA: se si sveglia Napoli, si risveglia il Sud

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di Salvatore Legnante

Un progetto che parla a tutto il Sud. E’ questo il senso più alto di NA – Napoli Autonoma, il programma di governo per la città emblema del meridione, che MO – Unione Mediterranea ha presentato assieme al sindaco partenopeo Luigi De Magistris.

Perché l’autonomia che vogliamo non è soltanto un’autonomia fiscale, tributaria.
L’autonomia che vogliamo è innanzitutto liberatoria: dagli stereotipi che ci vogliono città assistita, come tutto il Sud, dal convincimento, a volte introiettato, che non siamo capaci di governare i nostri territori, e che perciò abbiamo bisogno sempre di un ‘liberatore’ esterno che venga a salvarci.

L’autonomia che vogliamo è positiva, propositiva, non recriminatoria: una grande capitale del Mediterraneo quale è Napoli sente fortemente di poter dare molto di più, in termini di cultura, di sviluppo umano, di espressione di sé, liberandosi da quella che in questi ultimi anni è stata percepita sempre più spesso come un’elemosina da parte dello Stato italiano, che attuando il federalismo fiscale in salsa leghista ha sistematicamente dimenticato la solidarietà, tendendo invece ad accentuare le distanze economiche e sociali tra le due Italie.

L’autonomia che vogliamo, inoltre, è costituzionale, perché siamo consapevoli che la nostra deve essere una battaglia seria e pragmatica, non propagandistica. E per far ciò dobbiamo rispettare la Costituzione, anzi darne piena attuazione, anche di quegli articoli spesso dimenticati. L’art. 119 della carta costituzionale infatti declina già il concetto di autonomia per le Città Metropolitane, ed è nel solco di tale visione che intendiamo muoverci, per far sì che il nostro progetto si concretizzi.

L’autonomia che vogliamo è soprattutto assunzione di responsabilità, affinché le forze sane del meridionalismo si affranchino da un’idea eternamente minoritaria, e comincino a capire che è arrivato il momento di scrivere per davvero il futuro della nostra terra, al fianco di attori politici che hanno dato prova evidente di essere totalmente alternativi ad un sistema partitico italiano che ha sempre dimenticato il Mezzogiorno.

L’autonomia che vogliamo guarda finalmente al futuro di Napoli, e di tutto il Sud, avendo sempre impresso il ricordo di una terra storicamente indipendente, che a partire dalla sua città simbolo può tornare ad essere uno snodo centrale e cruciale del grande pensiero mediterraneo.

Presentata “NA-NapoliAutonoma”: mai più città assistita

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Alleanza per il Comune tra MO-Unione Mediterranea e DemA

Rinunciare a 259 milioni di sussidi e trattenere due tasse legate al territorio per liberare Napoli dall’etichetta immeritata di città assistita e scommettere sul rilancio dell’economia locale. E’ il succo del progetto NA-NapoliAutonoma presentato questa mattina da MO-Unione Mediterranea e da DemA, alla presenza del sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

“NA-NapoliAutonoma – ha spiegato Flavia Sorrentino, portavoce nazionale di MO-Unione Mediterranea – è un’iniziativa rivoluzionaria e allo stesso tempo tecnicamente fattibile. Chiude con la stagione dell’assistenzialismo e dice basta a un federalismo pasticciato, che ha danneggiato in modo serio le popolazioni del Mezzogiorno. NA-NapoliAutonoma significa avere il coraggio di credere in se stessi, nella nostra identità, e non a caso il progetto prenderà forma di una legge d’iniziativa popolare con la raccolta di 50mila firme”.

Così si esprime Luigi De Magistris a proposito del progetto Napoli Autonoma: «Questa non è un’alleanza elettorale, ma la costruzione di un progetto comune che ci vede insieme nella scrittura del programma». Il sindaco ha inoltre specificato che quando sarà il momento di scrivere le liste «sarà un discrimine l’impegno dei singoli nella lotta in favore dei diritti, del riscatto di Napoli».

All’incontro ha preso parte anche il responsabile cittadino di MO-Unione Mediterranea, Pierluigi Peperoni. “A Napoli città – ha spiegato – la nostra lista ha conseguito l’1,4% alle scorse regionali dando per la prima volta una voce al meridionalismo. In occasione delle prossime amministrative saremo presenti in molti Comuni della Campania e delle altre regioni del Sud e a Napoli avremo sia una lista per il Comune, sia liste di MO-Unione Mediterranea per ciascuna delle dieci Municipalità”.

 

Per Rosy Bindi Napoli è camorra

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di Raffaele Vescera

Rosy Bindi, in visita a Napoli in seguito all’omicidio del giovane Genny Cesarano, ha dichiarato che la camorra è un dato costituivo della Campania.

Pronta la reazione del procuratore capo di Napoli, Colangelo: “La camorra non è nel Dna dei napoletani che non hanno una propensione al crimine. La criminalità rappresenta una minima percentuale della popolazione rispetto ai cittadini che vogliono vivere in pace. La criminalità è una manifestazione patologica e non fisiologica della società napoletana, la delinquenza fa più rumore dei cittadini perbene. Si avvertono comunque i segni di un mutamento in meglio”.

Pronta anche la risposta del sindaco, Luigi de Magistris: “La frase di Rosy Bindi? Non la condivido per nulla. Quando l’ho letta sono saltato dalla sedia. La cultura, la storia, il teatro, l’umanità sono l’elemento costitutivo della città di Napoli, della Regione Campania e del Mezzogiorno. Non so quale fosse il pensiero del presidente Bindi. Altra cosa è dire che la camorra è diventata forte come le mafie perché per troppo tempo sono andate a braccetto con la politica e con centri di potere. Questo è un altro dato… Non si può dire che la camorra è elemento costitutivo quasi genetico della città. A Napoli, pur con tutti i problemi, è iniziato un riscatto culturale, un risveglio civile, una ribellione che porterà alla sconfitta della camorra. La presidente Bindi dovrà spiegare quella frase”

Così il sindaco della città, mentre la Bindi afferma che le sue parole sono stata travisate, che lei non voleva parlare di Dna camorristico dei napoletani e non è tenuta a chiedere scusa, poi rispondendo a De Magistris, ha preso le difese dei precedenti sindaci Pd, Rosa Russo Iervolino e Bassolino, che a suo dire non hanno mai avuto nulla a che fare con la camorra.

Comunque sia, è noto che la camorra a Napoli, pur già esistente, prese forza solo nel 1861, quando, gli occupanti sabaudi, mediante il ministro Liborio Romano le affidarono l’ordine pubblico, destituendo la polizia napoletana da ogni incarico in quanto “borbonica”. La camorra garantì infatti l’ingresso “trionfale” a Napoli di Garibaldi. Stessa cosa era avvenuto in Sicilia con la mafia qualche mese prima.

Sui social, molti i commenti negativi dei napoletani alle parole della Bindi, tra questi ne riportiamo uno molto significativo: “On. Bindi, invece di scaricare la croce sui napoletani, forse non sarebbe più corretto dire che il patto stato-mafia è un elemento costitutivo dello stato italiano? Se la camorra fosse un dato costitutivo della Campania, la massoneria deviata della loggia P2 alleata con le mafie, non sarebbe un dato costitutivo della sua Toscana?”

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