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Salviamo la Deputazione di San Gennaro: “faccia gialla” non si tocca.

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Risale a pochi giorni fa, il decreto del ministero dell’Interno che modifica i criteri di nomina della Deputazione, l’Organo di Governo della Cappella del Tesoro di San Gennaro. L’allarme in rete è partito in brevissimo tempo, raggiungendo le testate nazionali: questa volta i napoletani dicono no, San Gennaro nun s’ha da tuccà.

Qualcuno scambierà l’indignazione dei partenopei per una semplice manifestazione folkloristica ma, in realtà, i tesoro di San Gennaro e la Deputazione hanno un significato molto più profondo.

La Deputazione è un organo laico, istituito nel 1601 e riconfermato da ben due bolle papali: una risalente al 1605 e l’ultima, “Neapolitanae Civitatis Gloria”, firmata nel 1927.  
Questa istituzione rappresenta un caso unico, che dice molto sulla storia della città: già in tempi così antichi, la devozione e il rispetto hanno permesso l’incredibile convivenza tra il culto del Santo, la laicità e la Chiesa.

Il compito della Deputazione è quello di amministrare la Cappella che custodisce il Tesoro, tutelarne e amministrarne i beni e, infine, nominarne i cappellani.  
La Deputazione è un organo collegiale ed è composto dagli storici “sedili”, appartenenti ai discendenti delle nobili famiglie partenopee, mentre un Collegio di dodici Prelati cappellani sovrintende ai riti ed a tutti gli aspetti religiosi connessi. 
Il presidente è, dal 1811, proprio il sindaco di Napoli, una carica che sta ad indicare una cosa ben precisa: San Gennaro e il suo Tesoro appartengono ai cittadini napoletani.

Non è una banale questione amministrativa, perché non molti sanno che proprio a San Gennaro appartiene il Tesoro più ricco del mondo, battendo anche quello gli zar di Russia e quello della regina d’Inghilterra.  E’ evidente che questa inestimabile ricchezza faccia gola a qualcuno, e soprattutto è scontato che indispettisca il clero, il quale non ha alcun potere decisionale sulle questioni amministrative della cappella. 
E’ così che il decreto di Alfano arriva prontamente in soccorso degli scontenti: grazie al suo decreto, la curia napoletana avrà la possibilità di nominare ben 4 membri da affiancare ai nobili napoletani, riducendo l’ Eccellentissima Deputazione a una semplice Fabbriceria, ciùoè un qualsiasi ente  preposto ad amministrare il patrimonio della Chiesa, minandone per sempre l’unicità.

In molti credono che, dietro a questa inadeguata iniziativa del Ministero, si nascondano pressioni esercitate dal Cardinale Crescenzio Sepe. Certo è che non è la prima volta che la curia prova a mettere le mani sul tesoro dei napoletani: durante la seconda guerra mondiale, il Tesoro fu trasferito in Vaticano per essere protetto da bombardamenti e depredazioni, ma terminata la guerra la Chiesa non volle restituirlo. Ci volle l’intervento di Giuseppe Navarra,  ‘o rre ‘e Puceriale, per riportare il Tesoro alla sua legittima proprietaria: la città di Napoli.

Questa volta è compito nostro fermare l’ennesimo sopruso alla città: ci vediamo tutti sabato 5 marzo alle ore 15.00 alla Cattedrale di San Gennaro!

Di Beatrice Lizza

San Gennaro nun s’ha da tucca’!

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Tra tutti gli atti d’imperio che le dominazioni estere hanno calato su Napoli e i napoletani, non se ne ricorda nessuno così arrogante e irrispettoso della cultura e dell’identità del nostro popolo.

Ci voleva il Governo Renzi e il Ministro degli Interni, Angelino Alfano, per veder sputare su una delle istituzioni più caratteristiche della storia napoletana: la Deputazione di San Gennaro!

Come riportato nell’articolo di Drusiana Vetrano di Identità Insorgenti, “la Deputazione di San Gennaro, l’organo LAICO che da mezzo millennio si prende cura del Santo dei napoletani, sta per essere scalzata dalla Curia grazie ad un colpo di penna del Viminale, a firma del Ministro Angelino Alfano.
In sostanza, gli esponenti della storica nobiltà partenopea potrebbero ritrovarsi “pezzi” di Curia a gestire il Santo e le sue inestimabili reliquie.
Dopo la bellezza di cinque secoli di laicità, insomma, la Curia riuscirebbe a mettere le mani sul Santo partenopeo e sulle sue ricchezze.
Finora, infatti, la gestione da parte della Deputazione- fondata nel 1601 a seguito di un ex voto, da parte dei cittadini partenopei, legato ad un’eruzione del Vesuvio- è stata sempre slegata dalla Curia ed indipendente da essa, nonostante le pressanti e continue ingerenze”.

Ancora Identità Insorgenti spiega che “in rappresentanza del popolo napoletano, presiede la Deputazione il primo cittadino di Napoli, che ne è il garante e primo controllore in nome e per conto del popolo stesso.
Possiamo ben comprendere e condividere la rabbia dei membri della Deputazione che, attraverso il delegato per gli affari legali della stessa, Riccardo Imperiali di Francavilla, spiega che il decreto “equipara la deputazione a una Fabbriceria e rinomina arbitrariamente gli undici deputati in carica”.
Veniamo a sapere, inoltre, dei continui scontri col Cardinale Crescenzio Sepe ed il tentativo dello stesso, durato anni, di piazzare “persone sue”.
Troviamo veramente vergognoso tutto questo.
Ancora una volta, lo Stato italiano, non tenendo minimamente in considerazione la storia né l’identità di questa città di cui ignora tutto, cala dall’alto un provvedimento per danneggiarla.
Nel caso specifico, una marchetta alla Curia, di cui nessun napoletano sentiva il bisogno, di cui non comprendiamo il senso, se non quello, neanche tanto immaginato, di essere legittimati a mettere le mani su uno dei tesori più ricchi e preziosi del mondo”.

Anche MO – Unione Mediterranea, così come Identità Insorgenti e le migliaia di cittadini insorti a questa notizia, si dichiara assolutamente contraria all’ennesimo tentativo di distruggere l’identità napoletana e aderisce sin da ora a qualsiasi iniziativa posta in essere per manifestare questo dissenso.

La portavoce di MO – Unione Mediterranea, Flavia Sorrentino ha dichiarato in merito: “l’attacco alla laicità della deputazione di San Gennaro, è l’ennesimo atto di arroganza dell’esecutivo Renzi, che dimostra di non avere alcuna sensibilità, nè rispetto per la storia di Napoli e del legame che intercorre tra la sua gente ed il Santo Patrono. Il Governo si occupi di garantire i servizi minimi che spettano alla città, per la quale ha saputo solo prevedere tagli e trasferimenti di risorse, invece di preoccuparsi di questioni che attengono esclusivamente al popolo partenopeo. Ecco perchè alle prossime elezioni comunali saremo presenti, in appoggio al sindaco De Magistris, con il progetto NA-Napoli Autonoma: per restituire l’identità e l’autonomia di cui Napoli necessita per il suo riscatto”

Di Mattia Di Gennaro

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