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Il progetto pilota “Scarfoglio”. L’analisi

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Il progetto Pilota “Scarfoglio” prevede la realizzazione di un impianto geotermico pilota nell’area del Permesso di Ricerca “Scarfoglio”, nella Solfatara di Pozzuoli, nel cuore dei campi flegrei dove insiste il supervulcano più pericoloso del pianeta.

L’avvio della procedura per la realizzazione di tale impianto è stato promosso con la legge SbloccaItalia, voluta dal governo Renzi in carica.

Si riporta di seguito la scheda tecnica prevista per l’impianto:image002

 

L’impianto prevede una tecnica sperimentale di reimmissione in profondità dei fluidi ad alta pressione.

La situazione geomorfologica del territorio dei Campi Flegrei è in costante variazione ed assestamento.

Nell’immagine seguente il confronto tra due grafici omologhi; in alto quello riportato nella “Relazione geologico-geotermica AMRA/INGV”, in basso quello estratto dal “Bollettino di Sorveglianza Vulcani Campani Maggio 2015” dell’Osservatorio Vesuviano. In tale confronto si nota che negli ultimi due anni le variazioni di quota per l’attività di sollevamento del suolo, connessa al fenomeno del bradisismo,sono sempre in incremento.

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Dalle relazioni tecniche a supporto delle osservazioni al progetto emerge quanto segue:

Il Prof. Mastrolorenzo, vulcanologo dell’Istituto di Vulcanologia, afferma che: “per il principio di precauzione e per l’assoluta imprevedibilità degli effetti , le attività di perforazione sono assolutamente da escludere in un’area in cui sono a rischio 3 milioni di persone”.

Dati scientifici elaborati dallo stesso prof. Mastrolorenzo confermano l’imprevedibilità del Vulcano dei Campi Flegrei: “Ricerche recenti mie e di altri esperti di livello internazionale dimostrano che, a causa dell’elevatissime temperature e pressioni dei fluidi, sistemi geotermici come la caldera dei Campi Flegrei sono estremamente suscettibili a sollecitazioni naturali o indotte come le trivellazioni le quali possono causare sequenze sismiche, esplosioni del pozzo, esplosioni freatiche e addirittura eventi eruttivi. I rischi sono più elevati nel caso in cui si proceda l’iniezione di fluidi in profondità, come previsto per le centrali geotermiche. “Perforazioni analoghe come quelle condotte negli ultimi anni nelle Azzorre, hanno provocato esplosioni e devastazioni di vaste aree intorno ai pozzi” continua l’esperto e ancora: “casi simili sono stati registrati in altri vulcani ed esplosioni si sono verificate proprio nei Campi Flegrei in precedenti attività di trivellazione. In assenza di un piano d’emergenza, per l’alta densità di popolazione e per

Prosegue il Prof. Ortolani, geologo all’Università Federico II di Napoli: “La reiniezione dei fluidi ad alta pressione induce normalmente attività sismica di non elevata magnitudo. In un sottosuolo particolare come quello flegreo già normalmente interessato da sismicità specialmente quando l’attività bradisismica è caratterizzata da sollevamento, da fluidi molto caldi, da discontinuità litologiche e geomeccaniche orizzontali e verticali le reiniezioni di fluidi ad alta pressione rappresenterebbero un problema antropico aggiunto a quelli naturali. Certamente non costituirebbero un intervento migliorativo! E’ inutile ricordare che l’area flegrea è densamente urbanizzata”.

Nell’immagine seguente i limiti della zona rossa e della zona gialla per il vulcanismo dei Campi Flegrei; l’area “Scarfoglio” è proprio al centro dell’ellisse disegnato:

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Secondo quanto comunicato dall’INGV e dall’Osservatorio Vesuviano nel Bollettino di Sorveglianza Campi Flegrei del 21 dicembre 2012, “la rete permanente di controllo mostra una netta ripresa del processo di sollevamento dell’area flegrea” e la velocità di sollevamento registrata nel bollettino del 21 dicembre è pari a 2.5/3.0 cm al mese alla stazione GPS del Rione Terra. Si tratta di un dato considerato dagli scienziati il “valore massimo ad oggi rilevato a partire dalla fase di sollevamento iniziata nel 2005“. Nel Bollettino del 28 dicembre, invece, è stato segnalato dalla stazione GPS un incremento visibile del suolo pari a 0.5 cm nell’ultima settimana.

In base a questi dati, ai Comuni flegrei è stata inviata una nota ufficiale nella quale,  è stato comunicato il passaggio dal livello di allerta vulcanica ‘base’ al livello di ‘attenzione nell’allerta.’  L’assegnazione di  tale livello  indica che si sono verificate variazioni significative nei parametri monitorati quali incrementi significativi della sismicità, deformazioni del suolo e variazioni delle caratteristiche fisico-chimiche delle fumarole della solfatara e dell’area idrotermale di Pisciarelli.  Tale livello è stato riconfermato per il 2013 e per il 2014 confermando il trend di sollevamento dell’area.

Nella zona in questione non esiste alcun piano di sicurezza né tantomeno un piano di evacuazione per la popolazione.

La documentazione presentata dai professori Ortolani e Mastrolorenzo verte su un principio precauzionale. L’area è sovrappopolata, l’avvio di un progetto pilota potrebbe sottoporre il territorio ad uno stress pericoloso, considerando che ad oggi non esiste un piano di evacuazione in caso di sfollamento. UM ha sottoscritto innanzitutto una richiesta di chiarimenti da parte dei cittadini nei confronti del ministero dell’ambiente. Il nostro non è un no preconcetto, ma come cittadini del Sud siamo allarmati dallo sblocca Italia, che decentra il potere decisionale delle istituzioni locali a vantaggio delle scelte strategiche nazionali. Saremo vigili e attenti sulla questione.

di Lucio Iavarone

Unione Mediterranea: giù le mani dai Campi Flegrei

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“Chi ama la propria terra non può tollerarne lo scempio, l’usurpazione, lo sfruttamento che da anni i nostri governi, per favorire lobbies e centri di potere, stanno perpetrando ai danni del nostro mezzogiorno. Uno di questi esempi è l’impianto geotermico ‘Scarfoglio’ che si intende realizzare nei Campi Flegrei, culla della storia millenaria del Mediterraneo”: è questa l’annunciata presa di posizione di Unione Mediterranea, attraverso Lucio Iavarone, Responsabile Ambiente del movimento, sulla discutibile operazione di geotermia che si intende realizzare in pieni Campi Flegrei in una zona ad alta densità abitativa e storicamente sismica.

Con una comunicazione al Ministero lo studioso ha messo messo in chiaro come l’operazione paventata rappresenti un grande atto di superficialità nei confronti della storia del territorio con importante ripercussione anche sotto il profilo della sicurezza. “Non siamo interessati – sottolinea Iavarone – alla produzione energetica ad ogni costo quando questa significa produrre un significativo rischio di danno al territorio e alla salute dei cittadini. Il progetto pilota dell’impianto nei Campi Flegrei rientra invece in un disegno speculativo che nulla offre al territorio. Un atto di ingerenza politica e sociale che la popolazione non può tollerare.”

No alle trivelle a Pozzuoli

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Un secco no alle trivellazioni al Sud ed alle lobby che hanno precisi interessi nella più grande operazione di distruzione dell’ambiente degli ultimi anni: è questa la posizione di Unione Mediterranea, movimento politico attivo per il riscatto e lo sviluppo del Mezzogiorno.
E la ferma posizione del movimento viene espressa di fatto nel sostegno alla cittadinanza attiva impegnata nel “No trivelle a Via Pisciarelli e nella zone flegrea”, con la partecipazione di Flavia Sorrentino , portavoce nazionale di Unione Mediterranea, e di Lucio Iavarone ambientalista ed ex portavoce comitati fuochi, all’Assemblea Pubblica prevista per domenica 28 giugno 2015.
Il segretario nazionale di Unione Mediterranea , Enrico Inferrera da sempre attivo in tutte le iniziative di tutela e salvaguardia del territorio ritiene ” assolutamente rischioso ed illogico procedere con le trivellazioni in un’area ad alta densità abitativa, tra le più belle e storicamente importanti in Campania, anche in virtù della sismicità della zona. Ancora una volta dobbiamo constatare come non si tenga in minima considerazione quanto affermato e sottoscritto da studiosi e cittadinanza attiva, ignorando dunque le istanze della popolazione residente. Questo aspetto è gravissimo e ci vedrà molto attenti agli sviluppi della questione”.

“Con Unione Mediterranea – afferma Flavia Sorrentino portavoce nazionale UM – abbiamo appena presentato all’europarlamento una petizione sui diritti fondamentali al Sud, in cui chiediamo di istituire una commissione straordinaria che si occupi di monitorare lo stato di salute dei nostri territori. Sarebbe il caso di chiamare lo sblocca Italia di Renzi più semplicemente lo sblocca trivelle: ancora una volta, lo stato italiano dimostra di non aver alcun interesse per la tutela del Mezzogiorno, che continua ad essere utilizzato come fonte di guadagno in spregio alla salute del territorio e dei cittadini”