Vittorio Feltri: quando il potere della parola diventa offes

Questa settimana alcune edicole salentine boicottano ” Libero ” il giornale di cui è direttore Vittorio Feltri.
Motivazione di alcuni edicolanti ” impedimenti tecnici: ci stiamo grattando le ‘sfere’ in quanto pugliesi!”
Freddura molto english di risposta ad una affermazione del suddetto direttore che in una twittata ha scritto senza farsi problemi di sorta né di natura morale , né di etica giornalistica testuali parole ” in Puglia c’è un forte tasso di disoccupazione pertanto sarebbe il caso che i pugliesi andassero a raccogliere olive piuttosto che grattarsi le palle e aspettare che i negri lavorino al loro posto”. In poche righe Vittorio ha offeso pugliesi e sudafricani: è andato al risparmio !
Come si suol dire ‘due piccioni con una fava’.
Ma siccome il popolo pugliese non è stupido ha subito reagito.
Primo boicottando Libero, in secundus riempiendo di migliaia di commenti la pagina del direttore invitandolo simpaticamente ad un viaggio in Puglia ad aiutare nella raccolta delle olive rinunciando al finanziamento pubblico per il suo giornale e mettendosi quindi alla prova nel lavoro manuale.
In realtà insulti di questo tipo non sono una novità per la Puglia, da Briatore a Sgarbi non è certo il disprezzo di Feltri che spaventa o getta nello sconforto un popolo che effettivamente soffre il tasso di disoccupazione ma senza per questo rovesciare su terzi ( in questo caso nigeriani, marocchini o altri extracomunitari che giungono nella disperazione sulle nostre coste)la responsabilità della mancanza del lavoro né tantomeno sta a guardare cosa succede senza prodigarsi a lavorare.
Al contrario, la Puglia sta tentando di riscattare il proprio territorio promuovendo i prodotti della propria terra e difendendo con tutte le forze a disposizione anche quegli ulivi a cui fa riferimento Feltri che qualcuno vuole malati di xilella.
Come donna (e non è nuovo neanche in commenti poco felici nei riguardi delle donne il direttore, basta fare una visitina sulla sua pagina facebook per rendersene conto)come pugliese e come pubblicista sento di dover esprimere non solo le mie distanze e del giornale tutto che rappresento in questo momento, nei riguardi di insulti così miseri ma la mia disistima nei riguardi di un direttore che per quanto ” libero” non può esprimere giudizi di stampo razziale sapendo di poter fomentare all’odio tra le terre e tra gli individui di uno stesso Stato o di altri come nello specifico africani definiti ” negri” proprio per designare il disprezzo.
Come persone che scriviamo e che veniamo lette da migliaia di persone dovremmo darci un’ etica ed una morale di rispetto e di libertà che salvaguarda il diritto ad ” essere ” al di là di ogni differenza e che no sfoci invece nel liberismo e nel linguaggio sporco dei pregiudizi e della cattiveria.
di Luigina Favale
Coordinatrice Nazionale di Unione Mediterranea