Ultima chiamata dalla “periferia” del Sud, la comunità lucana scrive a papa Francesco. MO Unione Mediterranea fra i promotori e i firmatari
Cari Papa Francesco e Cardinale Peter Turkson,
siamo un gruppo di movimenti popolari, associazioni e cittadini provenienti da tutta la Basilicata, che da tanto tempo operano per difendere l’ambiente e la democrazia e vogliamo consegnarvi questa lettera, insieme ad un “Dossier Basilicata 2018: ambiente – salute”, per raccontarvi ciò che accade nella nostra bellissima e martoriata regione e chiedere il vostro sostegno.
La nostra terra ha ricevuto in dono dal Padre Buono non solo aria salubre, uno splendido paesaggio con pianure, colline e monti, un clima mite e tanti terreni fertili in cui si coltivavano prodotti di ottima qualità selezionati dal lavoro dei nostri avi, ma anche tanta buona acqua che ancora oggi disseta non solamente le genti di Basilicata, ma anche la
vicina Puglia ed una parte della Campania e della Calabria. Sebbene la nostra sia una piccola regione poco popolata, ben 5 milioni di persone circa usufruiscono di quest’acqua per bere, per lavarsi, per la pulizia delle loro case, per irrigare i campi e per alimentare il lavoro delle tante piccole realtà produttive che da sempre hanno caratterizzato la nostra e le regioni limitrofe.
Purtroppo, però, nelle viscere della nostra terra si nasconde anche tantissimo petrolio che da circa mezzo secolo alimenta l’ingordigia di rapaci multinazionali; esse si sono installate in Basilicata devastandola, inquinando senza remore le terre che un tempo producevano buoni alimenti e buon vino e contaminando tanta parte della nostra acqua.
Ad oggi in Basilicata si estrae più dell’80% del petrolio italiano, ci sono ben 487 pozzi petroliferi, 19 concessioni di coltivazione, 6 permessi di ricerca già accordati, una concessione di stoccaggio, 130 Km. di oleodotto e ben tre centri oli (impianti di prima desolforizzazione del greggio). Il primo realizzato in Basilicata ed ancora funzionante ha sede a Pisticci, in Val Basento, ed accompagna la stagione dello “sviluppo” vanamente promesso sin dalle sostituzioni operate ad inizi anni ’60 da parte degli interessi petroliferi ai danni dell’agricoltura; esso ricade in una zona SIN fortemente inquinata, dove vengono smaltiti ogni giorno enormi quantità di reflui presso l’impianto Tecnoparco Valbasento S.p.A, attualmente al centro di un processo ribattezzato “Petrolgate” per reati, tra l’altro, di contraffazione dei codici CER. Il secondo, il Centro Olio Val d’Agri (COVA – la più grande piattaforma estrattiva in terraferma d’Europa), funziona dal 1996 e durante lo scorso anno provocò lo sversamento di ben 400 tonnellate di petrolio che sono finiti nel sottosuolo, con un probabile inquinamento anche delle falde acquifere. Il terzo, quello di Tempa Rossa, sta per entrare in funzione. Milioni di metri cubi di gas e ben 85.000 barili al giorno – che potrebbero diventare 104.00 in base ad un accordo del 1998 – vengono estratti oggi in Val d’Agri ed altri 50.000 (forse 60.000) si estrarranno ogni giorno a Tempa Rossa.
Né sembra che queste grandi imprese multinazionali, incontentabili nella cupidigia, vogliano interrompere o ridurre la loro attività, visto che ben 17 nuove istanze di permesso ad estrarre petrolio e gas pendono sulle nostre teste come una spada di Damocle: se esse venissero concesse, più del 60% del nostro territorio sarebbe interessato da attività estrattive. Intanto qui le malattie aumentano, tanto che da ottobre del 2016 don Giuseppe Ditolve, un giovane sacerdote di Pisticci, un borgo situato in Val Basento, ha promosso l’iniziativa “Per non dimenticare: una Messa per la vita” in cui invita i propri parrocchiani a pregare, durante la Messa dell’ultima domenica di ogni mese, per i compaesani morti per tumore negli ultimi anni, leggendo l’elenco dei loro nomi: ad oggi 359 dagli anni 70 di cui 187 negli ultimi 8 anni. Lo scorso 29 settembre questo giovane sacerdote ha organizzato anche una grande “Marcia per la Vita” regionale, molto partecipata, per svegliare le coscienze dei cittadini ed invitarli ad attivarsi nella difesa della propria terra. Oggi don Giuseppe è parroco della Parrocchia di San Giuseppe Lavoratore, situata a Pisticci Scalo – che nel 1997 fu visitata da Papa Giovanni Paolo II e che vorremmo fosse visitata anche da Lei, Papa Francesco – nei pressi di Tecnoparco ed immersa nell’inquinamento della zona.
Inoltre, paradossalmente, la nostra terra si spopola progressivamente ed è sempre più povera perché tantissime piccole attività devono chiudere proprio a causa dell’inquinamento, costringendo giovani e meno giovani ad emigrare per cercare una vita più dignitosa.
Tutto questo è un male non solo per la nostra terra, ma anche per l’intero pianeta che, secondo i molteplici ed accorati allarmi lanciati unanimemente dagli scienziati, rischia ormai il collasso anche a causa dell’uso smodato di energia da fonti fossili, con la possibilità che il genere umano e le tante altre specie che popolano la nostra casa comune non abbiano più, in brevissimo tempo, un habitat adatto alla sopravvivenza.
Noi, movimenti popolari, cerchiamo di opporci a tutto questo con l’azione quotidiana informando i cittadini e chiedendo alle istituzioni di fare scelte di vita per noi, per i nostri giovani e per le generazioni future. Per questo abbiamo redatto anche il “Dossier Basilicata 2018 – ambiente, salute”, che vi offriamo, in cui abbiamo descritto tante delle devastazioni che interessano la nostra regione. Purtroppo, però, il più delle volte amministratori e governanti non prestano alcuna attenzione ai nostri appelli e preferiscono anteporre il dio denaro al benessere delle persone ed alla salvaguardia del creato.
Ed allora noi vi chiediamo di sostenere il nostro lavoro e di aggiungere la vostra voce autorevole alla nostra, invitando la Chiesa Lucana a condividere i nostri percorsi e rivolgendo un messaggio pubblico al Governo Nazionale ed ai nuovi Amministratori della nostra regione perché:
– nella questione energetica ci si attivi subito per interrompere le nocive attività in corso, per bloccare la concessione di nuovi permessi ad estrarre, per iniziare la bonifica di acque e terreni inquinati e per avviare immediatamente la transizione verso un sistema produttivo e di consumo più sobri ed equi, basati sulla produzione di energia pulita e democratica, ossia prodotta e controllata direttamente dai cittadini sulla base delle loro reali necessità e non ispirata ancora una volta ed esclusivamente alla massimizzazione dei profitti di speculatori e grandi gruppi. Perché è proprio questo che sta accadendo in Basilicata anche nell’uso dell’eolico, realizzato con l’installazione selvaggia di pale di ogni dimensione, molto spesso obsolete, che deturpano e svalutano il nostro paesaggio. E questo a causa di una vera e propria aggressione mafiosa che vede conniventi le istituzioni regionali le quali, con un colpo di mano, hanno recentemente scelto di favorire gli sfruttatori del territorio aumentando a dismisura le potenze installabili, senza tenere in alcun conto i reali consumi locali che sono di gran lunga inferiori.
– nella tutela dell’acqua si provveda subito ad ancorare saldamente in mano pubblica la gestione della tanta buona acqua lucana creando un’Azienda Speciale Pubblica, allo scopo di evitarne ogni possibile forma di privatizzazione, tenuto conto anche del fatto che la Basilicata è oggi l’unica regione italiana in cui le multinazionali dell’acqua non sono ancora riuscite a mettere le mani su questo bene comune indispensabile alla vita ed oggi sempre più scarso.
Avrebbe enorme importanza, a questo scopo, la creazione in Italia di un evento di portata internazionale –con una tappa anche in Basilicata nel corso della quale saremmo lieti ricevere la vostra visita – che denunci il drammatico quadro di violenza e repressione che in ogni angolo del pianeta si oppone alle resistenze contro lo strapotere delle multinazionali e che evidenzi come sia possibile individuare un percorso partecipato e maturo di nuova solidarietà e consapevolezza che, superando la cieca logica estrattivista, delinei la strada verso la necessaria ed improcrastinabile transizione energetica.
Conosciamo bene la vostra sensibilità nei confronti di questi temi e la vostra vicinanza ai movimenti popolari dimostrate ormai in tantissimi modi, a partire dalla “Laudato Si” e fino all’organizzazione del ciclo dell’EMMP – Encuentro Mundial de Movimientos Populares – voluto da Lei, Papa Francesco, e coordinato da Lei, card. Turkson.
Confidiamo, quindi, che vogliate dare un’affettuosa e positiva risposta a questa nostra richiesta, oltre a benedire noi, il nostro lavoro e la gente di Basilicata ed a pregare affinchè il Signore illumini i cuori e le menti dei nostri Governanti, Amministratori e Pastori.
Matera, 30 marzo 2019
COBAS LISIA Scanzano Jonico
COBAS SCUOLA Basilicata
Coordinamento Regionale No Triv Basilicata
Osservatorio Popolare Val d’Agri
Pisticci Scalo pulita
Coordinamento Regionale Acqua Pubblica di Basilicata
Libera Basilicata
Farm Energy
Forum Democratico Bernalda
Comitato Cittadino “Piani del Mattino” – Potenza
Associazione Balvano Libera
Contrada di Montocchio e Montocchino – Potenza
Contrada Dragonara – Potenza
Comitato di San Nicola di Pietragalla
Contrada di Giarrossa – Potenza
Contrada Pian Cardillo – Potenza
Associazione Potenza Attiva
USB Basilicata
EHPA
Liberiamo la Basilicata
RASPA – Calabria
Gruppo Speleologico
Rivista VALORI
Comitato No Triv Vulture
Associazione Insieme Onlus
MO Unione Mediterranea (Basilicata)
Associazione Antigone di Oppido Lucano
Coordinamento Comitati PR (Avellino)
Comitati Ambientali Alta Irpinia e Verdi
Ambiente società di Foggia
Paesaggi Meridiani
Comitato No Triv Brindisi di Montagna
Per informazioni e comunicazioni:
don Giuseppe Ditolve – tel.339 505 7329 – e-mail: beppe1981@libero.it
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