Il sud non ha mai avuto nulla di quanto promesso, punto. Il 4 marzo cambierà qualcosa?
di Massimo Mastruzzo
Portavoce Nazionale MO Unione Mediterranea
Ci furono i liberali meridionali che credendo nei loro ideali e convinti della buona fede delle loro lotte, si batterono per l’Italia unita.
La Questione Meridionale nata al dì dell’avvenuta Unità si palesò come un grande tradimento.
Probabilmente però il vero problema della Questione Meridionale non fu tanto il primo tradimento subito dai liberali meridionali, quanto il perseverare delle successive generazioni nel credere in un modello di Unità rivelatosi fin da subito troppo sbilanciato a nord.
Ancora oggi, come in un continuo ripetersi degli eventi, nuovi liberali, che non si battono più per l’unità nazionale bensì per la successiva mancata equità, si lasciano (ri)illudere dalle promesse, di chi li ha già traditi e ha continuato a farlo, di un cambiamento mai arrivato.
Promesse che si protraggono di governo in governo e che nella loro puntuale smentita hanno portato progressivamente il sud Italia ad avere le Regioni più povere di tutta la UE.
In quale recondito angolo di fede politica si possa ancora trovare un barlume di fiducia in queste ulteriori promesse rimane un mistero e chi oggi lo sottolinea viene con supponenza additato di revanscismo.
Il sud non ha mai avuto nulla di quanto promesso, punto.
Vogliamo scommettere che dopo il 4 marzo, ad esempio, il porto di Gioia Tauro continuerà a non avere le infrastrutture di terra che ne permetterebbero un normale sviluppo? Che Matera continuerà ad essere un capoluogo di provincia senza autostrada e senza ferrovia? Che i docenti meridionali, “cortesemente” invitati a svolgere anni e anni di precariato al nord, continueranno a fare su e giù per la penisola a bordo di pullman? Che il Mezzogiorno rimarrà incollato a quel fondo di ingiustizia sociale che lo pone agli ultimi posti in Europa?
Ernesto, non sono d”accordo con te che Saviano si dovrebbe iscrive al PD, io penso che a Saviano vada bene così per continuare a scrivere come fanno tanti giornalisti(stessa frase sulla Apple che ho letto su Repubblica)dei mali del sud e che nessuno fa niente per cambiare. Saviano nel suo lungo articolo, dice tutto e il contrario di tutto(per questo è lungo l”articolo), ma non dice niente di nuovo che non si sa già. De Luca è stato votato dagli stessi meridionali che adesso gli anno voltato le spalle perché qualcuno gli promette altro e meglio. Ma questi sono i compaesani di Saviano, non ha niente da dire sulla lorofedeltà politica? Idem per i nordisti, che hanno ancora votato in Lombardia per il centrodestra dopo anni di Formigoni che li faceva stare bene e lui si faceva gli intrallazzi nella sanità, a proposito bene che Formigoni sia a casa. Per capire gli italiano, ci vorrebbe lo psicologo, altro che Saviano. Camillo Repetti
Sono convinto che tutto resterà come prima, perché i meridionali continueranno a votare Wanna Marchi alias Berlusconi e Pinocchio alias Renzi. Ribadisco che occorre scendere nelle piazze, e non solo del sud, per aumentare la conoscenza delle persone sulla questione meridionale, incontrare gli imprenditori meridionali per incentivarli a investire al sud e attrarre investimenti stranieri. Tutto questo anche allo scopo di indirizzare le nostre scelte elettorali future, locali e nazionali. Credo che i tempi siano maturi per fare tutto ciò, anche con certa celerità.
Tutto questo, a mio avviso, servirà a contrastare la classe dirigente meridionale completamente asservita ai politici del nord e a far entrare le nostre idee e i nostri valori all’interno delle istituzioni che contano. Da quello che ho letto, probabilmente il Movimento 5 Stelle, potrebbe essere un ottimo interlocutore. Credo che proprio loro nell’anno 2017 si sono fatti promotori di una proposta per l’istituzione di una Commissione sulla questione meridionale e l’eccidio inerente l’unificazione. SPINGIAMO SULL’ACCELERATORE questo è il momento