Salvini chiede scusa al sud? Troppo poco, troppo tardi.
Palermo lo contesta ed i carabinieri arrestano per mafia il suo uomo in Sicilia.
Intanto, il PIL del sud scende a -45,8% rispetto al nord.
Raffaele Vescera
Assediato da un corteo di palermitani che ieri, sventolando bandiere identitarie contestavano la sua presenza in Sicilia, una terra da lui sempre disprezzata, Salvini, in missione a caccia di voti, rinunciando ai soliti insulti barbarici, emetteva suoni melliflui: “Se ho usato toni eccessivi contro il Sud, chiedo scusa” aggiungendo poi che lui, quando saltava ubriaco cantando cori antimeridionali, non ce l’aveva con i palermitani, insultava”solo i napoletani”, con epiteti quali terroni, cani, colerosi, terremotati, ma per ragioni calcistiche, assicura.
Poi, asserragliato in un hotel protetto da centinaia di poliziotti, davanti ad una platea di qualche decina di ascari post berlusconiani, ripeteva la litania della Regione Sicilia che avrebbe il sestuplo dei dipendenti della Lombardia e poi Salvini si dichiara nemico della mafia. Dimentica di dire che la Sicilia, in quanto regione autonoma, deve provvedere ai servizi altrove garantiti dallo Stato e non dice che la Regione Lombardia, tra l’altro la più corrotta d’Italia e dunque d’Europa, ha un mare di dipendenti mascherati, appaltati alle coop di Comunione e Liberazione del “celeste Formigoni”. Smentito da numeri e fatti, il Matteo secondo, non fa in tempo a lasciare Palermo che i carabinieri arrestano per mafia il consigliere comunale Giuseppe Faraone, ex centrodestra, passato il mese scorso a rappresentare in Comune la lista “Noi con Salvini”. Quest’ultimo dettaglio, a dire il vero, è tenuto nascosto da molti giornali tra i quali anche la Repubblica e il Fatto Quotidiano.
A quanto pare, torna alla ribalta quel patto scellerato, denunciato dai pentiti, tra mafia e politici collusi che, dopo aver puntato su Dell’Utri e Berlusconi, ora punterebbero sulla lega nord.
Se perdonare è da re e dimenticare è da sciocchi, il Sud a Salvini non è disposto ad accordare alcun perdono, né tantomeno può dimenticare quanto male il suo partito ha fatto al Mezzogiorno d’Italia, a partire dagli anni ’90, quando il Sud cresceva più del nord e il divario economico nord-sud si era ridotto a poco più del 30%, mentre l’Italia intera, dal cinema, al teatro, alla musica, sapeva di Sud. Erano gli anni in cui si parlava ancora di questione meridionale, gli anni ci lasciavano l’eredità di Eduardo e Totò, ma anche di De Sica e Mastroianni, anni in cui dirsi meridionale non era considerato “reato”, a parte certe osterie subalpine, anni che ci avevano dato artisti come Massimo Troisi, Pino Daniele, e anche Maradona.
Poi il buio. La craxiana Tangentopoli milanese, insieme al patto stato-mafia, che toglieva il cosiddetto “primato morale” alla madunina, scatenava la rivalsa nordista. La concorrenza economica e culturale meridionale doveva essere eliminata. Si chiudeva la Cassa del Mezzogiorno con il pretesto che era un sacco senza fondo, quando i fondi dati al Sud erano appena lo 0,5% del Pil nazionale, mentre la sola Fiat di Torino ne assorbiva di più. I socialisti Craxi e Martelli sostenevano che la questione meridionale era solo una questione criminale, intanto che con Berlusconi favorivano il leghismo di Bossi e Miglio che, come cani ingordi e rabbiosi tronfi di ignoranza e supponenza, si lanciavano in una campagna contro il Sud pari solo a quella piemontese di un secolo avanti. Inventavano un’inesistente “questione settentrionale” questa sì vieppiù questione criminale, coinvolgendo in ciò anche la sinistra a dire il vero.
Da allora, fuori i politici meridionali dal governo e riduzione degli investimenti al Sud dell’80%, mentre il nord si rimpinzava di centinaia di miliardi di euro, tra l’altro saccheggiati da politici e grandi famiglie imprenditoriali padane, riservando una fetta del bottino a quelle mafiose. Il risultato finale è che oggi il divario economico del Sud rispetto al nord è risalito al 54% . Livelli da dopoguerra.
Ora si tenta la soluzione finale con “la discesa al Sud” di Salvini, che dovrebbe ereditare, secondo il suo mentore Berlusconi, il comando del centro-destra. Ma il leghista, seppur sostenuto da cosche e neonazisti, non avrà vita facile al Sud. Da una parte il ritrovato orgoglio meridionalista, dall’altra l’opposizione della parte meno proterva del centrodestra, quella che fa capo a Fitto, il quale contava di essere lui, e non Salvini, il delfino di Berlusconi.
In Italia, si sa, ogni ventennio è destinato a finire nella melma. Il Sud, dopo tante vessazioni, ha infine ritrovato consapevolezza meridionalista, seppure non ancora supportata da un forte partito politico, per quanto un movimento quale Unione Mediterranea guidato da Marco Esposito, lasci ben sperare. E’ un movimento che, seppure ancora in formazione, ha i titoli per affermarsi, si distingue per elevata capacità di elaborazione politico –culturale di una proposta unitaria per il riscatto del Sud. Nelle prossime elezioni regionali campane Unione Mediterranea correrà con la lista civica meridionalista “MO!” nome che dà il senso dell’urgenza del riscatto del Sud.
N.B: Giuseppe Faraone è capogruppo del gruppo “Il Megafono Noi con Salvini”, ma né il Megafono né “Noi con Salvini” riconoscono l’appartenenza. Oltretutto la notizia, con relativa documentazione del passaggio di Faraone alla lista “Noi con Salvini”, è tratta dal sito del Comune di Palermo, ed è stata pubblicata dall’Huffington post.
analisi impeccabile, purtroppo queste cose sono ignorate dal grande pubblico e salvini continua a mietere consensi soprattutto al sud. infatti al nord la lega la conoscono bene e oltre ai suoi tradizionali bacini di consensi, conservati grazie al potere e al clientelismo guadagnatosi in questi 20 anni, non riesce ad andare oltre. mi chiedo ma non sarebbe utile battersi, come UM con tutte le forze per riuscire a entrare nella grande comunicazione e contrapporsi mediaticamente a salvini ? almeno proviamoci, chiediamo di partecipare alle tramissioni, scriviamo a tutti i direttori di redazione, siamo gli unici a poterlo zittire in diretta, a blocare questo suo grade potere mediatico. ma facciamo qualcosa per favore. possibile che Esposito, Patruno, Aprile non riescano mai a partecipare a un tolk show per zittirlo ?
BASTA.
Il primo rapporto di Polizia che utilizzava il termine maffia (con due effe) è del 1869 (i regi carabinieri di savoia dicevano che non esisteva) occorre dire grazie ad orecchie mozze garibaldi per questo. Nominò prefetto di Napoli il capo di una organizzazione di contrabbandieri che si chiamava camurria, sempre grazie ad orecchie mozze. Ora dicono che la questione meridionale è solo una causa di criminalità. Se potessimo lavorare per noi, con i nostri mezzi ce la faremmo, ma loro vogliono tenerci assoggettati all’infinito. BASTA..