Pasolini, uomo mediterraneo
Ricorrono in questi giorni i 40 anni da quella tragica notte all’idroscalo di Ostia, in cui si spense una delle voci più coraggiose, autentiche e libertarie del ‘900.
Pier Paolo Pasolini non è stata una stella singola nel firmamento della cultura italiana del secolo scorso. È stata una costellazione. E nel suo splendore, ha dato luce alla sua visione mediterranea della vita, e al suo profondo amore per i Sud che ha attraversato.
Lui, nato a Bologna, cresciuto nel ventre del Friuli, può essere sicuramente annoverato nel Pantheon di un movimento politico che si rifà a valori meridiani per riscattare le terre del Sud.
Il Pasolini che riscopre i Sassi di Matera e gli dà nuova vita nel “Vangelo secondo Matteo”, il Pasolini che nei suoi scritti difende la cultura popolare partenopea, il Pasolini che entra nelle periferie con la stessa grazia con cui viaggia nel ventre di Napoli, senza giudicare, ma ritenendo l’espressione di quei luoghi delle necessarie resistenze alla omologazione piccolo-borghese voluta dal centro e dal Potere, ecco quel Pasolini è un gigante della cultura Mediterranea.
Si può essere figli nobilissimi del meridione pur non essendoci nati, si può penetrare nelle viscere del Sud, arricchendolo e arricchendosene, anche se si arriva dal profondo nordest di Casarsa, si possono leggere le stupende contraddizioni di questa terra nobile e disgraziata anche con gli occhi privi del pregiudizio ma vivi di un’intelligenza pura, di un’innocenza tenera, di una fragilità commovente.
Il Pasolini mediterraneo è quello che scrive che lo sviluppo non è di per sé un concetto positivo, se si tratta di rinunciare a cuor leggerissimo a culture come quelle legate alla terra, senza ottenere un effettivo progresso per chi ne subisce gli effetti più devastanti, da quelle perdite. E’ profetico, Pasolini, per quello che è capitato a tanti territori del Sud, che hanno visto un modello di sviluppo imposto da altri luoghi, dalla politica che ha sempre avuto cervello e cuore spostato a Nord di questo paese.
Profetico perché quello che è successo – ad esempio – alla Taranto devastata dall’Ilva niente altro è che questo: la perdita di culture storiche a favore di uno sviluppo, incensato da tutto il Potere dell’epoca, che oggi mostra il suo lato brutale, con una città perdutamente inquinata.
O ancora, è profetico nel demolire il mito fasullo di un incessante sviluppo industriale che aveva fatto sparire le lucciole, e che nell’ex Terra di Lavoro (cantata nelle Ceneri di Gramsci) ha poi acceso i roghi tossici, figli anche essi della facile rinuncia che l’Italia del boom economico aveva accettato del Sud testardamente agricolo.
Un Intellettuale acutissimo, immaginifico lettore della storia e dei suoi tempi, cantore della geografia meridionale, una geografia commossa e commovente, come il suo amore per i Sud: anche questo è stato Pier Paolo Pasolini, magnifica e appassionata anima Mediterranea.
magnifico articolo, complimenti Salvatore