“Non siamo tutti leghisti, qui” – MO! Unione Meridionale a Pontida per la Giornata dell’Orgoglio Antirazzista e Meridionale

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di Salvatore Merolla

In un bellissimo e soleggiato sabato di aprile si è svolta a Pontida la prima manifestazione dell’orgoglio antirazzista, migrante e meridionale. La piccola cittadina bergamasca ospita ogni anno il raduno della Lega Nord ed è stata per questo scelta come perfetta location per l’organizzazione di un festival antirazzista che fosse l’antitesi del raduno dei verdi e cornuti leghisti. All’avvicinarsi al luogo dell’evento si notava la presenza sempre più massiccia di forze dell’ordine, pronti a chissà quale guerriglia portata dai terroni sporchi, brutti e cattivi. Dopotutto parliamo di una città completamente blindata per ordinanza del sindaco, leghista, che ha ordinato la chiusura di strade, negozi, scuole, uffici comunali, poste e perfino cimitero, perchè si è ravvisato un “grave pregiudizio dell’incolumità pubblica per l’insorgere potenziale di episodi criminosi”. Che dire, se non che i leghisti ci hanno abituati da anni alle chiusure, soprattutto mentali.

La manifestazione inizia e gli artisti che si alternano sul palco sono tanti, l’atmosfera è stupenda e il clima piacevole fa la sua parte. Non solo terroni ovviamente tra il pubblico, il filo conduttore è l’antirazzismo e in esso convergono forze di diversa provenienza geografica e politica, dai gruppi identitari (meridionali, veneti e sardi) ai movimenti antirazzisti di ogni parte d’Italia, Lombardia compresa. Non pochi neanche i curiosi del posto che facevano capolino per vedere con i propri occhi cosa stessero combinando questi invasori meridionali. Ovviamente l’unica invasione che si presentava dinnazi a loro era quella pacifica fatta di messaggi di fratellanza, ottima musica e buon cibo del sud, come la nduja di Spilinga che in tanti hanno gustato al nostro gazebo mentre chiedevano informazioni sul mondo meridionalista. Arriva anche chi si sente in dovere, da lombardo, di prendere le distanze dalla Lega, come un partecipante di Bergamo che ci dice “è bellissimo, qui non ho mai visto una cosa del genere… ditelo anche giù, non siamo tutti come i leghisti”.

In chiusura di concerto siamo intervenuti dal palco con Domenico Santoro, che ha ricordato come ancora oggi i meridionali siano costretti ad emigrare per mancanza di prospettive nel proprio territorio, ponendo l’accento sulla differenza tra emigrazione e mobilità e ricordando quanto scritto nell’articolo 11 della carta dei Principi:

“Unione Mediterranea distingue tra emigrazione (piaga sociale espressione di schiavitù e sottomissione) e mobilità (virtù sociale espressione di libertà e apertura). Si impegna con ogni mezzo, nel rispetto dei valori del movimento, a contrastare la prima (anche con la promozione delle condizioni socio economiche atte a favorire il ritorno nella terra natia) e a non ostacolare la seconda.”

Ci auguriamo che questa bella esperienza possa avere un seguito, magari con un “Terron Pride” annuale che veicoli ancora meglio il grido della parte di paese che non vuole più essere considerata cittadinanza di serie B.

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