Il museo nazionale del paleolitico di Isernia – Un’opportunità unica nel suo genere

Nel cuore del Molise, si trova il bellissimo Museo Nazionale del Paleolitico di Isernia – La Pineta che espone al pubblico gli studi ed i reperti inerenti al il più antico insediamento umano esistente in Europa.
Per l’enorme quantità di reperti rinvenuti o ancora da scoprire, il giacimento preistorico di Isernia rappresenta un sito fondamentale per lo studio della preistoria italiana ed europea, la cui importanza è stata riconosciuta dall’Unesco con l’assegnazione del prestigioso scudo blu, a garanzia di protezione internazionale in caso di conflitti armati e catastrofi naturali. Ciò nonostante il Museo non è stato sufficientemente promosso e valorizzato sul territorio nazionale e meriterebbe di sicuro una maggiore attenzione da parte delle istituzioni centrali oltre che investimenti più cospicui.
Il giacimento fu scoperto in località La Pineta nel maggio del 1979 dal ricercatore Alberto Solinas, durante i lavori di sbancamento per la costruzione della superstrada Napoli-Vasto, e da allora le attività di studio e di ricerca sono state costanti e proficue.
I dati emersi con gli scavi sistematici e con lo studio interdisciplinare hanno consentito di ricostruire il modo di vivere nonché l’ambiente floristico e faunistico in cui viveva l’uomo circa 700.000 anni fa. Nelle ultime campagne di scavo, infatti, è stata rinvenuta una grande quantità di resti ossei animali (bisonti, elefanti, rinoceronti, orsi, ippopotami e cervidi) e di manufatti litici quali schegge, nuclei e debris ricavati da ciottoli in selce o in calcare siliceo. Le affilate schegge prodotte con lastrine di selce lunghe circa una decina di centimetri, presentano in superfice e sui bordi tracce inequivocabili dell’attività venatoria svolta e della successiva macellazione delle carni, tutti segni di un’elevata conoscenza del territorio e
della capacità di utilizzare le carni, le pelli e le ossa degli animali uccisi. La raccolta e lo studio dei dati palinologici, invece, consentono di ricostruire la vegetazione del tempo che doveva essere quella tipica della savana.
Nel 2014 all’interno del giacimento gli archeologi hanno ritrovato il dente da latte di un bambino di 5-7 anni, risalente a circa 600000 anni fa. Si tratta del resto umano pi˘ antico mai trovato in Italia.
Il reperto, per caratteristiche e dimensioni, è stato attribuito all’Homo heidelbergensis, antenato dell’Uomo di Neanderthal che si diffuse successivamente in tutta Europa e si estinse in seguito alla comparsa dell’Homo Sapiens, almeno a partire da 40.000 anni fa. La struttura museale, concepita come un laboratorio permanente, è stata costruita proprio sullo scavo del paleosuolo in modo da consentire al visitatore di assistere direttamente agli scavi effettuati dagli studiosi: i reperti vengono estratti, restaurati, studiati ed esposti in loco, all’interno di uno
spazio polifunzionale.
Il parco archeologico offre un vero e proprio percorso didattico-espositivo attraverso una serie di padiglioni. Il Padiglione degli scavi archeologici copre un’estensione di circa 700 mq, ed oltre a svolgere attività di ricerca scientifica, consente al visitatore la fruizione di quanto è stato raccolto sulle superfici archeologiche del giacimento di Isernia La Pineta. La Sala espositiva ampia circa 65 mq espone, invece, i reperti originali opportunamente restaurati e, sulle pareti, attraverso l’utilizzo di vetrine e pannelli, i temi riguardanti la scoperta del giacimento, le operazioni di scavo e le varie fasi di restauro; il percorso è reso ancor più coinvolgente grazie alla presenza di supporti multimediali digitalizzati che consentono l’interattività tra il Museo ed il pubblico.
Infine il Padiglione didattico (800 mq circa), evidenzia le fasi salienti del percorso evolutivo che l’Uomo ha compiuto nel corso di centinaia di migliaia di anni, dal Paleolitico fino all’Età dei Metalli, con particolare riguardo alla Preistoria molisana. Nel padiglione didattico è anche possibile ammirare la ricostruzione di una capanna paleolitica (foto 4) e la riproduzione del riparo sotto roccia di Morricone del Pesco (Civitanova del Sannio), recante incisioni e pitture rupestri.
Il Museo paleolitico di Isernia per la sua unicità e le notevoli potenzialità, rappresenta uno splendido esempio di quanto sia ricco di storia e di cultura il Mezzogiorno, e di come sia possibile creare occasioni di lavoro preservando la salute e la bellezza dei nostri territori. Infatti il sito dà attualmente lavoro a 25 ricercatori e, grazie all’incremento del flusso turistico registrato negli ultimi mesi, nel 2017 le assunzioni di giovani laureati, magari, potrebbero anche aumentare.