Il momento di votare è arrivato. Voteremo no, e lo faremo per noi.
Cominciano a tirarsi le somme degli ultimi giorni di campagna referendaria.
Mentre la ministra Boschi presenzia di programma in programma, entrando direttamente nelle case degli italiani, il premier Renzi impazza tra le piazze d’Italia e i pc degli italiani, attraverso le continue dirette Facebook.
Da tempo ormai non si assisteva ad un acceso dibattito politico; da anni non si verificava una divisione politica di tale entità.
L’agognata riforma costituzionale, menzionata dall’inizio dell’anno 2016 e scorporata nelle sue sfaccettature negli ultimi mesi; eppure mai, come in questo caso, abbiamo assistito ad un’autentica informazione disinformatrice. L’ossimoro risulta calzante, poichè se tra i sostenitori del sì, tanto si è parlato della “loro” riforma, altrettante volte lo si è fatto in maniera del tutto sibillina e fuorviante. Ci hanno servito un pacco regalo dalla carta lucida e l’interno vuoto, perché dietro la riduzione del numero dei parlamentari, si cela un senato ineleggibile; dietro il superamento del bicameralismo perfetto, si nasconde un bicameralismo confuso; dietro la semplificazione politica, vi in è in realtà una riforma che darà vita ad una struttura complessa e farraginosa.
Avvisaglie di novità rivestono punti oscuri di una manovra politica che vuol rendere l’Italia un paese accentrato:
– Le autonomie locali soffocate da una clausola di supremazia che permetterebbe allo stato di imporsi anche in materie di pertinenza non statale;
– la partecipazione politica depotenziata, con un aumento di ben 800000 firme, per i referendum abrogativi;
– il principio di uguaglianza calpestato dalla dicotomia regioni virtuose- regioni inefficienti, all’interno della quale si nasconde una pericolosa discriminazione tra regioni ricche e povere, utilizzando come parametro di misura la ricchezza storica.
Difendiamo il nostro diritto alla libertà, alla partecipazione, all’uguaglianza.
Rivendichiamo il diritto a decidere cosa fare in materia di ambiente, turismo, istruzione, beni culturali, gestione del territorio, ordinamento scolastico.
Il diritto all’uguaglianza, pietra angolare di ogni democrazia, non può essere denaturato da un disegno politico oligarchico.
Giorno 4 saremo chiamati ad esprimere la volontà di preservare la nostra sovranità popolare: non deludiamo chi, prima di noi, ha lottato affinché venisse riconosciuta.
Domenica non andremo a dare un giudizio a Renzi o al suo governo, ma ad esprimerci sui nostri diritti e sul diritto di esercitare tali diritti.
Innalziamo lo sdegno verso chi ci vorrebbe cittadini di serie B, indigniamoci di fronte a coloro che vorrebbero dare vita ad una democrazia elitaria.
No presidente del consiglio, non riconduca il voto alla sua persona; abbiamo qualcosa di più importante su cui esprimerci e per cui lottare.
Tuteliamo la nostra terra, difendiamo le nostre libertà da questa tendenza oligarchica; voteremo no, non per lei, Renzi, ma per noi.
I governi passano, caro presidente, ma la Costituzione resta.