L’anno che verrà. All’insegna della rivincita, del riscatto, della liberazione.

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Si chiude un anno ancora infausto per la Terra nostra. Nell’arco del 2014, segnato dal governo Renzi, il Sud ha subito un aggravamento della sua emarginazione economica e politica. Non ci sono ministri meridionali  in questo governo, mentre  quei pochi viceministri e sottosegretari, proni ai desiderata del nord, sono vieppiù indagati per varie malversazioni.

Dai 5 miliardi di euro destinati alle infrastrutture investiti per il 98,8% al centro-nord e solo un misero 1,2% al Sud, ai 2 miliardi di euro sbloccati dal Cipe per lo sviluppo dati interamente al nord, ai 3,5 miliardi di euro di fondi europei destinati alle regioni meridionali e dirottati per sostenere le assunzioni al nord, fino ai fondi per le scuole, ancora una volta sottratti al Sud e al regalo di Natale del farsesco risanamento dell’Ilva di Taranto e della Terra dei fuochi, promesso con soldi che non ci sono: tutto ci parla di fase terminale della colonizzazione del Sud da parte dei gruppi finanziari del nord, cui i governi italiani sono da sempre asserviti. A questo s’aggiunga la disoccupazione giovanile armai al 60% con la conseguente emigrazione di oltre 100.000 giovani, tra i quali molti laureati, verso nord, come e peggio del precedente decennio.

Tuttavia, per la nostra gente in quanto a reazione, spirito di lotta e ritrovato orgoglio di comunità, il 2014 è stato un anno magnifico.

Dalla determinata risposta dei calabresi al tentativo di scippo dei Bronzi di Riace messo in atto dalla impresentabile coppia  Maroni-Sgarbi, a quella dei siciliani contro il nocivo sistema satellitare Muos, all’imponente protesta dei lucani contro le mortali estrazioni petrolifere, a quella dei pugliesi contro la morte per Ilva, a quella dei campani per  la Terra dei fuochi, fino agli abruzzesi e molisani in lotta contro discariche mortali e trivelle marine: tutto ci dice che il nostro popolo è pronto a rivendicare i propri diritti calpestati da ormai 154 anni di malfatta unità.

Alle proteste popolari del 2014 si è  accompagnata la consapevolezza culturale della nostra Storia negata e della Questione meridionale  funzionale all’arricchimento di una sola parte del Paese.  Il termometro più evidente di ciò è la pagina facebook di Briganti che ha quasi raggiunto i 200.000 mi piace, grazie al suo meritevole ed egregio lavoro di “alfabetizzazione di base” sulla Storia, le tradizioni e le continue vessazioni a tutt’oggi subite del Sud.  Mentre proseguono ininterrotte le pubblicazioni di affermati saggisti, quali Pino Aprile, e di nuovi autori meridionali che danno profondità d’analisi alla Questione meridionale.

Oggi, anche alla luce delle ipocrite dichiarazioni  sulla passata grandezza delle Due Sicilie mortificata dall’unità, da parte di Renzi ed altri politici par suo, e dell’improvviso interessamento per il Sud di improponibili personaggi d’accatto quali Salvini & C, possiamo affermare che dal punto di vista culturale il Sud ha vinto.

Non altrettanto netta è tuttavia la vittoria del Sud dal punto di vista politico, poiché il passaggio dalla consapevolezza culturale e sociale a quella più strettamente politica non è né facile e né immediato.

Nei vari movimenti meridionalisti, da una parte persistono convincimenti di subalternità ai partiti responsabili del saccheggio del Sud, dall’altra parte esistono posizioni di astratto ribellismo massimalista che si esaurisce nel campo di altisonanti parole. Unione Mediterranea al contrario lavora per una strategia politica indipendente ed efficace, mirante ad unire sul campo i meridionalisti in un fronte compatto ed incisivo nel raggiungimento dell’obiettivo proposto del riscatto del Sud.

Il 2015 ci pone intanto obiettivi intermedi sui quali lavorare da subito, quali le elezioni regionali, per le quali abbiamo promosso la formazione di liste civiche indipendenti dai partiti, con un programma che a partire da una macroregione meridionale rivendica il riscatto del Mezzogiorno. Mentre resta prioritario il dialogo con i  comitati popolari per estendere al loro interno la coscienza meridionalista.

E’ con tali convincimenti che esprimiamo il nostro augurio per un grande 2015 per la Terra nostra, certi che il tempo della rivincita del Sud è MO.

Raffaele Vescera

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