Io non festeggio la disunità: per l’Italia non valgo niente la mia terra è il Sud.
Non è per colpa o per grazia di nessuno se nasci in Calabria o in Piemonte ed è più comodo, o forse meno doloroso, pensare che non tutto dipenda dalla tua volontà. Peccato, che la storia di questo Paese racconti una trama ingiusta, fatta di scelte a senso unico e controsensi, di cause storiche ed effetti moderni che partono da lontano e arrivano ad oggi, al punto di pensare che essere meridionali non sia nient’altro che una condizione.
Sei meridionale ogni volta che aspetti un treno che (se arriva), arriva tardi e sei di Matera se il treno non esiste; sei meridionale quando vivi nelle Terre dei veleni e il livello di diossina è di gran lunga maggiore che nel resto d’Italia; sei meridionale se paghi l’RCauto più cara d’Italia anche se non fai sinistri da vent’anni; sei meridionale se l’asticella della disoccupazione sfiora il 60%; sei donna e meridionale se il numero di senza lavoro tocca punte del 50%. Sei meridionale ogni volta che il segno meno domina sul segno più.
Dinanzi alle prospettive di lavoro dei giovani neolaureati nel Mezzogiorno, ad un federalismo fiscale bocciato dalla Corte dei Conti (perché iniquo al punto di accrescere gravemente il divario tra Nord e Sud), ad una legge sulla sanità che dà meno risorse alle regioni meridionali perché l’aspettativa di vita media è più bassa, ad un federalismo comunale che sottrae 700 milioni di euro all’anno per gli asili e le scuole del Sud, far finta che quest’ Italia meriti un briciolo di credibilità, espone al serio rischio di sembrare troppo ingenui per continuare a sperare. Non è poi così difficile sconfessare i luoghi comuni che vorrebbero far sentire un giovane del Sud endemicamente predisposto a fallire, se la causa dei suoi mali si chiama questione meridionale, prosecuzione di precise volontà politiche tutte a favore di una sola parte della “patria”. Fratelli d’Italia, d’accordo. Ma per il Sud, dov’è la vittoria?
Grandi opere al nord e nemmeno una piccola al sud, meno 40% delle infrastrutture e solo il 3% di investimenti nel Mezzogiorno per l’edilizia scolastica a fronte del 69% al Nord. Nata nel falso storico risorgimentale, attanagliata dalle mafie, figlia della peggiore classe politica del Sud alleata saldamente alla peggiore classe dirigente del Nord, questa “Italiella” ci ha resi minori, negandoci storia, verità e benessere fino a renderci succubi e persino riconoscenti!
Nessun padrone picchia il suo schiavo per amore, eppure non è facile chiedere di ribellarsi a chi per anni, stordito dalla convinzione che qualche italiano è giustamente più italiano di un altro, ha accettato di essere trattato come ultimo tra gli ultimi. Nell’indifferenza generale dei media, dei detrattori di sempre, degli intellettuali di cartone che sminuiscono il sentimento di riscatto, i cittadini meridionali non possono più illudersi che a salvarli sia chi da sempre, si è impegnato per distruggerli. Il Sud da solo può più di chiunque altro. Il petrolio, il gas, l’energia rinnovabile, le tecnologie, l’artigianato, il turismo, l’enogastromia sono oro per noi e per chi lo sfrutta a nostro svantaggio. Troppe volte abbiamo semplificato negativamente l’ universo di idee, stimoli e potenzialità di cui possiamo farci fregio.
Investire sui giovani, tornare a fare impresa, ridare fiducia ad un territorio ricco di risorse e capitale umano, che per lungo tempo è stato abituato a credere che il proprio talento avesse senso solo se investito a Milano o Berlino, serve a risarcire e costruire le generazioni meridionali del domani. Non esistono diverse versioni dell’ equità, esistono altresì nuove strade da percorrere e se alcune possono condurre in un vicolo cieco, altre possono spalancare una finestra verso nuove conquiste.
Perchè una cosa è certa: il rinnovamento è il cammino.
Flavia Sorrentino
Amo la mia NAPOLI ed i Borboni,la loro storia e ciò che hanno lasciato alla nostra Città ed in tutto il Sud , ma sono per una Italia ed Europa Unità.
Certo in circa 160 anni dall’unità d’Italia il Sud ha visto la sua produttività morire lentamente e spostata al Nord,la sua ricchezza depredata,e non è facile riavere tutto.
Il Sud ha però un grandissimo potenziale dovuto alla sua storia,monumenti,Musei,Reperti storici unici al mondo,Agricoltura ed anche Artigianato e piccola e media Industria.
Manca una sana politica per sfruttare tutte queste risorse e gli uomini preposti spesso pensano più ai propri interessi che a quelli della collettività e del loro Paese.
Chi ha voglia di investire deve avere la possibilità di farlo con fiducia senza subire ostacoli dai costi della burocrazia pubblica e tassazioni esagerate e sopratutto da mafie e camorre pronti ,come sciacalli, a saltare su qualsiasi possibilità da sfruttare e scoraggiando la nascita di qualsiasi idea.
Soltanto applicando le leggi e aiutando chi lo merita e chiudere seriamente in galera i delinquenti il Sud Italia potrà diventare grande e ne ha la possibilità.
I Meridionali hanno sempre dimostrato nel mondo di avere grandi capacità e di essere all’altezza di chiunque.