Il Segretario di MO Unione Mediterranea Vittorio Terracciano a “Rinascita in festa”, organizzata lo scorso 19 agosto a Cinquefrondi dall’Associazione Rinascita Per
L’intervento del Segretario di MO Unione Mediterranea, Vittorio Terracciano, nella giornata conclusiva di “Rinascita in festa”, organizzata lo scorso 19 agosto a Cinquefrondi dall’Associazione Rinascita Per.
All’evento, di portata nazionale, hanno preso parte diverse realtà del Sud, e non solo, come Il Sud che Sogna con il sindaco di Cinquefrondi Michele Conia, Dema con il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, Rinascita per Cinquefrondi, Potere al Popolo, Cambiamenti, il sindaco uscente di Messina Renato Accorinti e tante Associazioni che operano sul territorio per parlare di autodeterminazione del Sud e degli strumenti per uscire da una logica di tipo coloniale che toglie ogni speranza di rinascita.
Un plauso a questa iniziativa. Ritengo che si debba scendere molto più spesso in piazza per avere un contatto diretto con la gente, far conoscere l’Unione Mediterranea e la vera storia del Sud, far accrescere la “coscienza meridionalista”, la dignità e il senso di appartenenza, tutti valori messi sempre in discussione dal nord che, anzi, ha cercato di instillare in noi Meridionali il senso di colpa di esserlo e scaricandoci le colpe della crisi italiana. Proprio come hanno fatto loro, si deve scendere in piazza in maniera costante e frequente, lavorando come fa la “goccia con la roccia” e cambiare questa tendenza e mentalità. Da Calabrese ritengo che le elezioni regionali del 2019 costituiscono una occasione più unica che rara per cercare di cambiare gli “equilibri”, il “sistema” e il “malcostume” creato con la complicità dei nostri politici e per questo auspico una collaborazione con il M5S. Preciso che non appartengo a questo Movimento, ma allo stato attuale sembra quello che ha sposato la causa del Sud. La Calabria potrebbe essere la Regione “pilota” per un efficace e definitivo rilancio del Sud che potenzialmente è più ricco del nord anche e soltanto per una questione geografica. Pensate cosa sarebbe il nord senza quelle quattro fabbriche…