Il dovere di esserci
Maikol. 27 anni. Morto per essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliatissimo. Ennesima vittima innocente di una guerra che ammazza Napoli e il sud da mesi, anni, decenni.
Lo smarrimento provato di fronte a tante vite spezzate dalla malavita, l’impotenza appresa da chiunque ami la propria terra al punto da volerla sognare un giorno libera dal giogo mafioso, l’insostenibile puzza di quella montagna di merda che è la camorra, rappresentano un rischio. Il rischio di voler gettare la spugna, di abbandonare la speranza che lottare per una causa giusta possa essere utile, il rischio di credere, consciamente e inconsciamente, che tanto nulla potrà mai cambiare. Qui, nei sud di Forcella, della Sanità, Casal di Principe, Crotone, Corleone, ecc.
Ogni singolo giorno noi crediamo innanzitutto di dover combattere contro questo pericolo del ‘tutto è inutile’. Perché non è così, noi sappiamo che non è così. Abbiamo il dovere di ritrovarci innanzitutto come popolo, per far capire ai camorristi che non possono più pensare di trovare ‘zone franche’. Abbiamo il diritto di chiedere una Napoli disarmata. Di chiederlo a noi stessi, e allo Stato, qualora si decidesse a capire che la lotta contro le mafie non può essere estemporanea. Ma deve essere continua. Un continuo lavoro sia militare che culturale. Se le mafie ancora presenti nei nostri territori stridono con la narrazione attuale di un’Italia tutta Leopolde e ottimismo, è compito nostro lottare e manifestare per la verità. Per Maikol, ucciso a Forcella, per Genny, vittima innocente della Sanità, per chiunque si sia trovato al momento sbagliatissimo nel posto ancora più sbagliato.
Ecco perché domani ci sareMO, assieme ai tanti che si sono messi in cammino, contro questa nuova fottuta camorra, che ci insanguina il futuro.
#UnPopoloInCammino è un popolo che ha alzato la testa. E non intende abbassarla mai più.