Green Economy: l’erba (e l’economia) del Mezzogiorno è sempre più verde
Di Mattia di Gennaro
Paola Caruso su “CorriereEconomia” del 2 febbraio 2015 ne è sicura: per il Mezzogiorno, verde è bello!
No, non stiamo parlando delle ultime tendenze in fatto di colori e moda, ma dell’ultima classificata stilata da Fondazione Impresa che ordina le regioni italiane in base all’incidenza dell’economia ecosostenibile (“green economy”, cioè “ economia verde” per l’appunto) nelle attività produttive locali.
Energia da fonti rinnovabili, riciclo dei rifiuti, bioagricoltura e, ancora, piste ciclabili e turismo ecologico sono solo alcuni dei parametri utilizzati nella ricerca curata da Daniele Nicolai di Fondazione Impresa per calcolare l’Indice di Green Economy (IGE), secondo il quale sono stati dati i voti alle regioni.
La notizia incoraggiante, come si evince dalla figura sotto riportata, prodotta da “CorriereEconomia” in base a dati Fondazione Impresa, è la rilevazione di un trend positivo per regioni meridionali che, rispetto al 2013, si piazzano tutte più su nella graduatoria (eccezion fatta per la Sicilia fanalino di coda), a dispetto di chi le vuole inquinate e poco avvezze in quanto a eco-sostenibilità. Abruzzo, Basilicata e Calabria conquistano, addirittura, posizioni rilevanti nella top ten mentre il Molise si classifica sopra la media italiana.
Naturalmente, è ancora presto per adagiarsi sugli allori. Il Trentino Alto Adige, primo in classifica, è ancora lontano; tuttavia, l’implementazione di politiche tese al rispetto per l’ambiente, lo sviluppo dell’agricoltura biologica e delle energie rinnovabili unite a una forte spinta su politiche di riciclo e trattamento eco-sostenibile dei rifiuti sembrano ormai necessarie alla crescita economica e sociale.
Il programma della lista civica “MO!”, dopotutto, lo riporta chiaramente:
“MO FELIX. Dal biocidio all’agricoltura delle eccellenze: Definitiva soluzione del problema della Terra dei Fuochi e dello smaltimento illecito dei rifiuti industriali. Ciclo dei rifiuti urbani che escluda incenerimento e produzione di energia dal trattamento dei rifiuti ma preveda riciclo, riuso e recupero massimo di materia. Scelte energetiche che valorizzino fonti rinnovabili e mettano al bando le fonti fossili di idrocarburi. Insediamenti agricoli food/no food compatibili con le condizioni ambientali e a qualità certificata.”
Ancora una volta, Unione Mediterranea dimostra la propria lungimiranza. E tu, invece, voterai ancora una volta per chi vuole gli inceneritori e il petrolio?