Facci, ma quale schifo? MO ti racconto io chi sono i napoletani!
“A meno di pensare i napoletani come un popolo incapace di intendere e di volere (la tentazione c’è) l’unico modo di non offenderli è concludere che hanno il sindaco che meritano” – Filippo Facci su riconferma de Magistris a sindaco di Napoli
“Napoli fa schifo, in tutta Europa non esiste una città del genere, lo pensiamo anche noi, e quello della spazzatura è un problema storico-culturale che nel tardo 2015 salta ancora agli occhi. E al naso” – Filippo Facci su Napoli
Era il settembre del 1943. A Napoli imperversava la Seconda Guerra Mondiale. Mentre tedeschi e Alleati si contendevano la città a suon di bombe e mitragliatrici, ovunque regnava sovrana fame, morte e miseria.
Un giorno di fine estate il colonnello Scholl, luogotenente del Führer a Napoli, per stanare i partigiani napoletani e le altre “forze alleate” intente a preparare l’insurrezione armata contro i nazisti, fece affiggere in città e in provincia un manifesto, il cui testo è riprodotto nell’immagine di seguito.
Per figurarvi la drammaticità del contesto, pensate che, solo qualche ora prima, decine di migliaia di famiglie napoletane furono costrette ad abbandonare le proprie abitazioni per l’istituzione di una zona militare di sicurezza lungo la fascia costiera a cui si aggiungevano le centinaia di migliaia di sventurati che da mesi non riuscivano a mettere insieme che qualche patata e un sorso d’acqua come pasto della giornata. Immaginate, dunque, quanti poveri diavoli affamati, atterriti, disperati avrebbero improvvisamente potuto trovare il modo di sfamare loro stessi e i loro cari, grazie a una “cantata” ai nazisti.
Come racconta lo storico Aldo de Jaco “Quel <<L. 1.000 e viveri>> era stampato a parte, a grossi caratteri, al centro del foglio, quasi a rendere più evidente il ricatto alla fame e alla miseria. Ma fu un ricatto inutile.
Il manifesto passò sotto gli occhi di tutti i napoletani, decine di migliaia dei quali sapevano qualcosa a proposito di militari stranieri; se l’uomo da nascondere non era proprio a casa loro, infatti, era a casa del vicino e s’era collaborato tutti a sostentarlo; comunque si sapeva – anche se nessuno parlava – che in quel fondo o su quel loggiato aspettava nascosto <<uno degli alleati>>.
E nessuno fu tradito; nessun napoletano prese la via del Corso per portare le informazioni richieste”.
Nessun napoletano, nessuno, cedette alle lusinghe delle truppe del Reich, nessun napoletano, nessuno, svendette la propria dignità ai tedeschi in cambio di pane e acqua. Anzi, col sangue negli occhi e il fuoco nel cuore questo popolo straordinario insorse – prima grande città in Europa – il 28 settembre del’43 liberandosi dopo quattro giornate di eroica battaglia dal giogo nazista, senza che l’esercito Alleato in forze fosse intervenuto.
Perciò, quando il signor Filippo Facci vuole parlare della mia gente faccia attenzione e sciacqui bocca e penna con l’acido muriatico. Dopotutto, cosa ci potevamo aspettare mai da un polemista navigato che nella vita non ha saputo fare di meglio che collezionare querele per diffamazione? Che conoscesse la Storia?
Fate un salto su Internet. In un’intervista sulla sua vita ecco cosa risponde:
“Un anno di classico ma mi avevano cacciato via. Facevo le rivolte, mettevo i manifesti radicali. Io sono cresciuto praticamente da solo. Mia madre era morta, mio padre e mia sorella erano spesso altrove. Poi avevo fatto cinque anni in uno e preso la maturità odontotecnica. Era un diploma che permetteva di andare all’università. Scienze politiche. […] Feci quindici esami e poi lasciai. Volevo lavorare. Studiavo anche musica, ma smisi”.
Non mi fa piacere fare questa osservazione, ma se l’è cercata: la madre per non correre il rischio di vederselo davanti ha pensato bene di sparire per sempre. Il padre e la sorella si sono squagliati. Vediamo oltre. Alla domanda: “Che tipo eri?” Ecco la risposta:
“Hippy, capelli lunghi, occhiali tenuti su con il nastro adesivo giallo, uno sfigato. Le ragazze mi ignoravano. Un giorno mi tagliai i capelli a spazzola, mi abbronzai, buttai gli occhiali, mi vestii da fighetto, cominciai a fumare. Fu uno choc. Le donne finalmente mi scoprirono”.
Questo, a quel che sembra, è un emarginato che cerca con ogni mezzo di mettersi in primo piano e ottiene il risultato su certi palcoscenici non proprio al top della buona cultura. Lasciamogli credere che è un grande (si, ma coglione).
Un abbraccio.
Facci è un poveraccio e un deficiente, Napoli è come la dipingono da chi non la conosce. Spesso si parla di Napoli anche se certe cose non capitano a Napoli, perché Napoli rappresenta tutto il Sud ed il sud suddito, così voluto da tutti i governi della malaunità !
Non carichiamo di eccessive aspettative il sindaco De Magistris, non è Masaniello (Tommaso Aniello da Portici), ha bisogno di tutti noi per operare bene e aiutare la città ad alzare la testa. Non possiamo sempre attendere come se tutto dovesse cadere dal cielo. Agiamo ed operiamo insieme col sindaco e non abbandoniamolo come fu fatto con Masaniello . Forza Napoli ! ! ! S E M P R E !
Il nord ci odia chedaffi non si sbagliava