Delitto di cronaca
A guardare i telegiornali, quella di oggi a Napoli è stata una manifestazione violenta e, per questo, degna di essere respinta, delegittimata, magari irrisa come velleitaria e buona ad essere contrapposta alla serietà, sana passione e festosità del comizio di Salvini alla Mostra d’Oltremare.
Fin qui l’informazione ufficiale che, come sappiamo, concentra sistematicamente le sue telecamere e i suoi commenti sui pochi violenti, trascurando (di proposito, ritengo) la grande massa dei manifestanti che, con la loro presenza pacifica e appassionata, lanciano un messaggio di protesta e di cambiamento.
Come si dice in questi casi: “Io c’ero” e ho visto un’altra cosa. Ho visto bandiere di tanti colori diversi, striscioni e cartelli soprattutto ironici, ho visto gente che suonava e, soprattutto, non ho visto le scene di guerriglia: perché il corteo era lungo, molto lungo e chi non era nelle immediate vicinanze degli scontri, neppure se n’è accorto.
Già, era tanto lungo: anche questo non è stato riferito dai telegiornali.
Più che di diritto di cronaca, a me pare un delitto di cronaca.
E una vecchia vignetta di Marco Marilungo spiega meglio di mille parole la dinamica di questo delitto.
Antonio Lombardi
Il “Mattino”, il… grande quotidiano del Sud (il fatto che a livello nazionale praticamente pochissimi lo conoscono la dice lunga quale sia il peso del Sud nel paese) ha cercato di minimizzare l’evento Salvini come una “telenovela”. Del resto sappiamo chi ne è il padrone. Allora, per informare adeguatamente, occorre un quotidiano indipendente.
P.s.: un paio di giorni fa, rispondendo ad un lettore circa le vittime della guerra civile degli anni 1860-1870, il piemontese purosangue Cazzullo faceva notare che di ossa di vittime di Fenestrelle ne erano state rinvenute solo una quarantina. Quando ha letto su questo punto, il Cazzullo deve aver saltato le pagine dove di parla di vittime sciolte nella calce viva. Quante ne sono? Il nostro cominciasse a contarle. Quando si dice la stampa di potere.