Corte Costituzionale: Italicum modificato. Cosa cambia per il sud.

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La Corte Costituzionale ha emesso il verdetto a proposito dell’Italicum. Vediamo cosa cambia rispetto al disegno originale con le modifiche proposte, in particolare per il sud.

Quello che non piace

Partiamo da una retrospettiva: nelle umilianti elezioni del 2013 in tutto il Sud Italia (e soltanto nei collegi meridionali) il principale partito italiano (PD) ha imposto ai meridionali dei capilista non espressione del territorio (Guglielmo Epifani in Campania 1, Enrico Letta in Campania 2, Rosi Bindi in Calabria, Angela Finocchiaro in Puglia e così via). Una possibilità consentita dalla legge elettorale dell’epoca, chiamata non a caso Porcellum, cancellata dalla Corte costituzionale il 4 dicembre 2013, ma riproposta nella parte che indica 100 “capilista bloccati” nell’Italicum approvato il 4 maggio 2015.

Con il nuovo Italicum i capilista bloccati verranno comunque riproposti. Inoltre non è stato intaccato il principio della candidatura multipla fino a un massimo di 10 collegi. Questo vuol dire che un candidato potrà essere proposto come capolista in 10 collegi e le preferenze espresse dagli elettori verrebbero conteggiate soltanto nel caso in cui il partito votato riuscisse a eleggere più di una persona. In caso contrario le preferenze espresse dagli elettori saranno semplicemente inutili.

Quello che al momento non sembra né dannoso, né positivo

L’eliminazione del ballottaggio rende, di fatto, il nuovo Italicum un sistema proporzionale puro dove il premio di maggioranza scatta soltanto nel caso in cui un partito superi il 40%. La nota positiva è che si risparmiano i soldi della macchina elettorale per il secondo turno, quella negativa è che resta il rischio di ingovernabilità nel caso in cui ci fosse sostanziale parità tra due o più partiti.

Quello che sembra positivo per il sud

Il ritorno a 100 collegi (+1 estero) favorisce il radicamento territoriale coi candidati. Ogni partito dovrà infatti esprimere una minilista di 6 candidati alla Camera per ciascun collegio; i collegi saranno composti da circa 600000 persone che potranno quindi esprimere delle preferenze più consapevoli, valutando correttamente la storia dei candidati.

 

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