Continua l’impegno di Unione Mediterranea al servizio del comitato del “Vespro 2019”!

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Domenica 16 giugno Unione Mediterranea era a Randazzo, al fianco del popolo Siciliano, per dare il proprio contributo anche all’ultimo ed importante appuntamento*, organizzato dalla rete indipendentista siciliana.
Due i momenti salienti, che hanno scandito l’intera giornata. Il primo nella mattinata, un’ora di raccoglimento presso il cimitero di Catania, per rendere omaggio alle spoglie mortali dei caduti. A seguire, nel pomeriggio, c’è stato un partecipato corteo commemorativo, per le vie della città di Randazzo, proprio lì infatti, avvenne l'”Eccidio di Murazzorotto”, dove con un agguato, trovarono la morte il comandante Antonio Canepa e due giovani guerriglieri dell’EVIS, Giuseppe Lo Giudice e Carmelo Rosano.

Antonio Canepa, professore ordinario dell’Università di Catania durante l’epoca fascista, fu un gigante dell’antifascismo! Preparò, ma in quell’occasione fallì, perfino un attentato a Mussolini, agevolò lo sbarco Alleato in Sicilia (assaltando treni di rifornimento munizioni e attaccando i depositi di carburante e di munizioni dei tedeschi, funzionali all’aviazione), costretto alla macchia dalla repressione, risalì la penisola rifugiandosi a Firenze dove fondò una nutrita e combattiva cellula di resistenza partigiana.
Ma perchè pur essendo stato talmente incisivo ed in contatto con le più grandi personalità antifasciste dell’epoca, nella vulgata comune non si parla mai della sua figura?
Il suo destino probabilmente fu deciso durante la Conferenza di Jalta pochi mesi prima della sua morte (avvenuta il 17 giugno 1945), ed affidato al CLN e al suo governo di “unità nazionale”, che oltre a metterlo fisicamente fuori gioco, si preoccupò di mascariare (cioè di infangare, tradotto dalla lingua siciliana!) la sua memoria e di condannarlo ad una ignobile “damnatio memorie” da parte partigiana.
La colpa del professore Canepa era una sola, quella di aver lottato, fondando l’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza Siciliana), contro i mali che affliggevano la Sicilia, ieri come oggi, di aver tentato armi in pugno la liberazione dei siciliani dal colonialismo italiano. Con la sua morte e l’immeritata condizione di “Partigiano Dimenticato”, vincitori e vinti speravano di soffocare per sempre l’aspirazione all’indipendenza dell’Isola.
Per la coscienza di molti siciliani fortunatamente non è andata così, ed oggi anche tramite l’impegno del sopracitato comitato “Vespro 2019” (che richiama in causa, già nel nome, la famosissima rivolta dei siciliani del 1282** e cui aderiscono, oggi, ben 28 realtà differenti radicate nell’Isola), la pagina più alta e più recente della storia separatista non è andata perduta.

   
Unione Mediterranea essendo un movimento che si batte per l’emancipazione dei popoli del Mediterraneo, non si è sottratta al dovere morale di sostenere, e di accompagnare anche in questo caso, il popolo Siciliano nella dura lotta contro tutte le forme di imperialismo che l’opprimono.
Nella consapevolezza che saper distinguere la Storia dalla Propaganda (del potere o dei vincitori) è un passo importante verso la riappropriazione della propria identità, ed è la prima tappa fondamentale per il pieno conseguimento della dignità e per la difesa della stessa!
UNITI O NIENTE!

 

 

* seguito a “CU’ CCI VENI A PALERMU?“, tenutosi a Palermo il 30 marzo per festeggiare, nell’antica capitale siciliana, la ricorrenza dell’insurrezione dei Vespri, momento nel quale tradizionalmente si fonda l’identità e lo spirito del fiero popolo di Sicilia.

** con la sconfitta della dinastia Normanno-Sveva si ha la fine del primo Regno di Sicilia (1130-1266), a cui fa seguito l’istaurazione della dominazione Angioina della parte continentale e di quella insulare del Regno. Ben presto però le vessazioni perpetrate nell’Isola dall’occupante francese, fomentarono la rivolta generale. Dopo alterne vicende locali ed internazionali, prese forza la prospettiva “legittimista” che proponeva nella forte figura di Pietro III d’Aragona, già consorte di Costanza II di Sicilia (discentente diretto del celeberrimo Federico II di Svevia) l’alternativa più valida in campo. Ovviamente questo stato di cose rese instabili i rapporti fra le due parti del vecchio Regno, che presero a guerreggiare per novant’anni pieni, fino alla piena risoluzione del conflitto avutasi nel 1372 con il Trattato d’Avignone.

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