BreBeMi: l’autostrada che ha cambiato la vita (a pochi)

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“Oggi è un giorno che resterà nella storia perché celebriamo finalmente l’apertura di BreBeMi”. Così il Presidente di BreBeMi S.p.A., Francesco Bettoni, commentava l’inaugurazione della nuova autostrada A35 Brescia-Bergamo-Milano il 23 luglio 2014 alla presenza delle alte cariche dello Stato, dal Premier Matteo Renzi al Presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni. Ovviamente, l’evento arrivava con un ritardo di due anni rispetto alle previsioni iniziali, che la vedevano aperta già nel 2012.

Presentata fin dalle origini come un’opera altamente innovativa – che secondo le rosee aspettative del Presidente Bettoni avrebbe ridotto del 60% il traffico pesante sulla viabilità locale e migliorato così la qualità della vita dei cittadini – la BreBeMi nasceva come prima autostrada in Italia interamente finanziata attraverso il cosiddetto Project Financing. Dietro quest’espressione si nasconde un’operazione finanziaria che consiste nella realizzazione di un’opera di pubblica utilità senza oneri a carico dello Stato; in cambio, il capitale viene stanziato esclusivamente dalla società concessionaria, la quale lo reperisce attraverso il ricorso al debito che la stessa si impegnerà a ripagare con i proventi di gestione dell’opera stessa. Se tali proventi sono sufficienti, naturalmente.

Ma già il bilancio pubblicato a fine 2014 mostrava i segni di un’iniziativa che faticava a decollare: una perdita di 35,4 milioni di euro – a fronte degli 8,1 stimati dalla società – per una nuova autostrada che faceva davvero parlare di sé per l’eccessiva scorrevolezza, talmente scorrevole da risultare deserta per lunghi tratti della giornata. E non c’è da stupirsi: se per recarsi da Milano a Brescia con l’autostrada A4, già esistente e perfettamente funzionante, si pagano 6,50 euro di pedaggio, lo stesso percorso sulla BreBeMi costa la bellezza di 12,50 euro. Il doppio della cifra per risparmiare pochi chilometri e qualche minuto: ne vale la pena? Evidentemente no, a giudicare dalla scarsa affluenza!

E nemmeno sono state mantenute le promesse sui costi dell’opera: gli stimati 1,6 miliardi di euro, poi lievitati fino a 2,4 miliardi, in barba al Project Financing sono ricaduti proprio su quella collettività che si diceva di tutelare. Sì, perché sono intervenute prima la Banca Europea degli Investimenti e la Cassa Depositi e Prestiti – che gestiscono soldi pubblici e hanno fornito complessivamente a Brebemi S.p.A. un miliardo e mezzo di euro –poi lo Stato, con 300 milioni di euro, e la Regione Lombardia, con ulteriori 60 milioni. Un mare di soldi pubblici talmente esagerato che sul punto è stata aperta un’interrogazione parlamentare in materia di aiuti di Stato, Gattuso notoriamente e severamente vietati dalla normativa dell’Unione Europea.

E così, mentre l’utilissima BreBeMi diventa protagonista della versione italiana del noto programma televisivo “Top Gear” – e viene celebrata a tal punto da far dichiarare al vicedirettore di Sky Sport, Guido Meda, che la nuova A35 gli avrebbe addirittura “cambiato la vita” – mentre in Lombardia si spendono miliardi di euro (pubblici) per costruire autostrade che duplicano percorsi già esistenti al solo fine di giovare a pochissimi, il resto dei cittadini si può comunque consolare chè c’è speranza (quasi) per tutti. Dopotutto, ci sono gli investimenti dello Stato in Infrastrutture anche in altre parti d’Italia – quella sopra il Po, ovviamente – e dove non arriva lo Stato, ci sono sempre le offerte del Frecciarossa delle Ferrovie dello Stato (del Nord) che oggi per soli 19 euro ti porta da Roma a Milano (500 km) in meno di tre ore.

E per chi abita nella parte bassa dello Stivale? Beh, a questi cittadini non resta che attaccarsi alla speranza del passaggio del solito autobus, che per tre corse al giorno, comprensive di comodo cambio, ti porta da Benevento a Napoli (circa 90 km) in appena due ore.

Di Roberta Zaccuri

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