Binario unico: il Sud fermo alla stazione Italia
Come spesso accade in questo paese, si deve attendere una tragedia affinché si possa far luce su quali siano i reali problemi di una parte di territorio che, ormai, si può definire “separata in casa” con l’altra metà che costituisce l’Italia. E allora tutti alla ricerca delle cause, tutti a fare ricorso ai “dati”. Un “dato” è una condizione o quantità nota, ammessa come vera, di cui ci serviamo per risolvere un problema. Quindi un dato è sicuramente qualcosa da cui attingiamo quando serve e la maggior parte delle volte è lì a portata di mano. E siamo sicuri che sono anche a disposizione dei nostri politici, molto più bravi a fare le passerelle in elicottero che a controllare sulle loro scrivanie quali siano i dati sulle infrastrutture al Sud e come risolvere questa condizione coloniale, sempre che si voglia risolvere.
Ed ecco che anche noi attingiamo dai dati di Repubblica.it che guarda caso, dopo il tragico scontro dei due treni in Puglia su binario unico, ci informa su quale sia la condizione della rete ferroviaria prima in Italia e poi al Sud.
“Secondo Istat, l’Italia con i suoi 28,3 chilometri di rete ferroviaria ogni 100mila abitanti, è uno dei paesi dell’Ue meno attrezzati. La media europea si attesta sui 44 chilometri di rete, sempre ogni 100mila abitanti”.
Ma la parte più interessante è la fotografia fatta da RFI (Rete Ferroviaria Italiana): “una fitta rete che si estende per 16.673 chilometri lungo lo Stivale, ma che si dirada nelle regioni meridionali dove si contano 5.733 chilometri di rete: poco più del 34 per cento del totale. E anche la qualità del servizio cala al Sud. Perché se le linee a doppio binario in Italia rappresentano il 45 per cento del totale, nelle regioni meridionali i treni viaggiano spesso su un unico binario: nel 70 per cento dei casi. Per ovviare al maggiore rischio del traffico ferroviario sulle due direzioni nello stesso binario, RFI ha compensato con sistemi di controllo automatici che, se si presenta il caso, sono in grado di ovviare anche all’errore umano”. I sistemi di controllo automatici sono, ovviamente, più diffusi al Sud Italia in cui si cerca di compensare la mancanza di una rete ferroviaria degna di uno Stato civilizzato. Eppure si passa da regioni come la Calabria e Sicilia in cui questi sistemi coprono la quasi totalità della rete, a regioni come Abruzzo e Puglia che per buona parte sono scoperte.
Ora che è stata fatta la panoramica di quanto siamo in ritardo sul piano delle infrastrutture, ora che i dati hanno un peso maggiore rispetto a quando noi di MO-Unione Mediterranea denunciavamo senza sosta le condizioni delle ferrovie nel Sud Italia, pretendiamo che ci sia controllo sull’erogazione dei fondi ai singoli territori. Pretendiamo di vivere in un paese che ci metta in condizione di non viaggiare a binario unico, pretendiamo di non morire più d’Italia.