Beatrice, 19 anni, di Milano, ci spiega perché lotta per il Sud
E mo’, come ve lo spiego?
Come vi spiego perché una ragazza di diciannove anni, nata e cresciuta a Milano, diventa meridionalista? Essere figli di partenopei spesso non basta, ma io, in più, sono stata fortunata ad avere una famiglia che mi lasciasse scoprire il meglio e il peggio dei due mondi.
Sin da quando ero piccola il ritorno a Milano dai viaggi a Napoli ha sempre avuto il potere di stordirmi: sapete quando ti chiedi dov’è quella luce che sembra inseguirti attraverso le persiane, anche nella stanza più buia della casa? Dove sono gli amici che si presentano alla porta senza preavviso? Dov’è il panettiere, il fruttivendolo, il bicchiere d’acqua quando ordini il caffè? Dove sono il mare, le chiese nascoste tra i vicoli, il profumo della frutta che inonda tutta la cucina? Lo smarrimento del ritorno mi ha sempre fatto pensare di essere figlia di un’altra terra, anche se ne abitavo ormai lontano. La verità, però, è che nulla di tutto questo è il motivo essenziale della mia scelta: non voglio parlare né di mare, né di arte, né di calore umano, né di gastronomia. O forse sì, ma non basterebbe.
Quello che ti fa sentire meridionale sono le sfumature che solo chi conosce il Sud riesce a cogliere: sono le leggi non scritte che regolano la vita di ogni giorno, quello che ai forestieri sembra caos, e invece per noi ha un ordine ben preciso.
Sono molto grata a Milano per avermi reso – almeno in parte – la persona che sono, tuttavia, alla mia vita al Nord, è sempre mancata la musica in macchina, il culto ossessivo dell’umorismo e dell’ospitalità, la fantasia, i film di Troisi, le piante che esplodono di vita tra antichi mattoni di tufo giallo.
Nei miei giorni milanesi ci sono troppi semafori, troppa serietà, vita confinata tra aiuole intoccabili e agende. Sì, il Sud fa venire il mal di pancia, fa sentire impotenti, eppure, anche quando i palazzi fatiscenti sembrano volerti crollare addosso, non puoi fare a meno di sentire che quell’angolo di mondo è ancora tuo. Il Sud è paradosso, è sole, è unione di culture, è splendore e decadenza. Il Sud è vita. Sto esagerando? Non importa, questa è bellezza! E a me la bellezza fa venire la gioia di vivere.
Abbracciare la causa del meridionalismo non è stata una conseguenza del “richiamo del sangue”. Imparare a difendere il Sud è stata una scelta fatta con la testa, non con il DNA, e non importa se sono milanese per qualcuno e napoletana per qualcun’altro: io sento che quell’angolo maltrattato del Mondo è anche casa mia. Vorrei studiare a Napoli, laurearmi, trovare una casa lì, vivere quella quotidianità che tanto mi è mancata.
Perché tornare a quella che sento casa mia deve essere tanto pericoloso per il mio futuro? Perché le opportunità devono volare tutte a Nord? Cos’è che non funziona? Perché i giovani continuano a fare le valigie mentre resta il degrado indotto da una classe dirigente incurante, ignorante e parassitaria?
La politica ha prima depredato e poi dimenticato la terra nostra: i sedicenti politici italiani vogliono farci credere che non ci siano alternative alle loro bugie, vogliono allontanarci dalla democrazia insegnandoci che “tanto non cambierà mai”. Eppure, la buona scuola (quella vera) mi ha insegnato che occuparsi di politica significa occuparsi della vita di tutti e non di onorevoli particolarismi. Per questo, mi rifiuto di perdere fiducia nella politica. Ho diciannove anni e sono troppo giovane per farmi rubare anche la speranza: dico sì al meridionalismo perché il Sud ha bisogno di riconquistare un suo spazio nella politica e cominciare ad alzare la voce.
solo l’indipendenza ci rende liberi
senno saremo sempre italiani secondari.
scusa, ma invece di parlare perchè non ci vieni a vivere a Napoli ?…scoprirai che quel caos è proprio caos, terribile, che ti stordisce. Scoprirai che il mare è soltanto virtuale, dove non potrai bagnarti manco un dito ! scoprirai che alla tua porta non bussano gli amici, ma i riscossori di equitalia, scoprirai che il caffè è lo stesso caffè che bevi a Milano, in un qualsiasi bar gestito da napoletani (idem per la pizza) ed infine scoprirai che i palazzi non sembrano crollarti addosso, lo fanno !! insieme a cornicioni, fregi monumentali che l’anno scorso uccisero un ragazzino di 13 anni
e volevo aggiungere,scoprira’ anche che esistono persone come te,che si lamentano sempre e’ non fanno mai niente per migliorare.
Bravo!
Bisognerebbe cominciare non parlare più di sud. Ogni Nord ha un sud ed ogni sud ha un nord.
DOVREMMO PENSARE COME CENRTOMEDITERRANEI. (Il meridione al centro del Mediterraneo e della Bellezza turistico-culturale del pianeta.)
Lilith. Al sud non ci sono meno razzisti che al nord che, se ne hanno l’occasione, manifestano. Io ho lavorato al sud (per un’azienda del nord) per 14 anni e sono stato oggetto, con la mia famiglia, di razzismo al contrario. Abbondavano parole come polentone, nordista di m… , chille è du nord, che sei venuto affà, vattenne, (danni all’auto) ecc. Motivi: io cercavo di fare il mio lavoro da dirigente nell’interesse dell’azienda e automaticamente dei dipendenti ma ai più non piaceva. Quindi smettiamola. Sud, Nord, Centro sono tutti esseri umani è sostanzialmente con gli stessi difetti (e le stesse virtù). Il razzismo è implicito nella razza umana.
Antonio io mi riferivo proprio a questo quando parlavo di coscienze del sud che si stanno risvegliando e del vittimismo che, da qualche anno, state cominciando a condividere con noi.
Non ho mai negato che al sud si sia in qualche modo razzisti verso la gente del nord. E, per quanto possa comprendere che sia un atteggiamento in larga parte provocato da decenni e decenni di “sputtanapoli”, non ho intenzione di giustificarlo.
Semplicemente, mi ha fatto sorridere il commento di una settentrionale che diceva “È molto brutto continuare a leggere articoli che dividono un fantomatico Sud Italia colorato,caciarone, a cui si perdona tutto da un Nord sempre grigio, sempre milanese, sempre serio.”
Qui, ormai, abbiamo dovuto fare l’abitudine già da un pezzo (da 154 anni, per la precisione) ai pregiudizi che, nella maggior parte dei casi, ci vedono come mafioso, lavativi, ignoranti ecc. ecc.; per cui il mio scopo era semplicemente quello di darvi il “benvenuto” tra chi, da sempre, vede screditata la sua terra, la sua gente e la sua cultura. Tutto qui.
P.S. Ci tengo a precisare una cosa: il fatto che tu fossi un dirigente e cercassi di far funzionare bene le cose in azienda non c’entra nulla col trattamento che ti è stato riservato. Qui al sud, al contrario di ciò che credete e delle tue insinuazioni poco velate, non ci spaventa lavorare. Men che meno ci spaventa lavorare bene. Se sei stato vittima di razzismo, te lo dico in tutta onestà e senza giri di parole, è stato semplicemente perché sei del nord!
Giuseppe se tu ami così tanto la tua terra la tua terra non ama te perché ti ha costretto a trasferirti. Comunque se il medico non ti obbliga a stare al nord perché non decidi di tornare al sud? In realtà occorre aprirsi mentalmente e cercare il buono che c’è al nord o in qualsiasi altra regione italiana. In parole povere è un falso problema.
Scusa Giancarlo. Ma quale autocritica. In pratica Beatrice contrappone Milano al Sud. Pure dove abito io (in provincia) la luce penetra nelle finestre e ti segue. Quello che non sopporto è la presunta paradisicità del Sud (gente più aperta, socievolezza, miglior cibo, il mare, ecc. ecc. ecc. ), ma quando mai. Al sud la gente ha altrettanti difetti come la gente del nord, anzi sono più simili di quanto credono, cambiano solo le modalità esteriori ma la sostanza è uguale. Negli Stati Uniti le persone si spostano e si trasferiscono di Stato, da nord a sud, da est a ovest, per migliaia e migliaia di Km e in Italia si fanno differenze su distanze di 500/1000 Km. Pure io ho una parente meridionale che lavora al nord ma dice di odiarlo; in realtà è una persona frustata per conto suo è scarica sull’ambiente nordista tutte le sue amarezze. Quegli insegnanti trasferiti al nord che accusano il governo di deportazione sono ridicoli. Se in Sicilia ci sono più insegnanti che posti mentre in Lombardia più posti che insegnanti ritengo giusto che si debba andare verso il lavoro è non il contrario. Qui si alimenta la diversità e ciò non è bene.
Un giorno mi devono spiegare cosa porta le persone a cui non piace un post, a commentare sotto quel post.
Beatrice ha inteso esprimere delle emozioni e lei chi é per giudicare, per sindacare le sue parole?
Bah!
sei sicuro che bisogna andare verso il lavoro?non mi pare che ragionate poi in questo modo con quelli che arrivano dall’africa,quelli bisogna aiutarli a casa loro e vero?allora ascolta, se lo stato invece di investire il 98%delle risorse al nord,investisse una buona percentuale al sud,come fanno le nazioni serie,come gli americani appunto,al sud sai quanti posti di lavoro si potrebbero creare?allora i ragionamenti fateli completi non di parte o monchi,e’ il lavoro che deve andare dove c’e’ la gente non la gente dove esiste il lavoro solo per comodita’ di qualcuno.
Brava! sono orgoglioso della tua scelta,hai detto tutto giusto il sud è tutto.ti auguro tanta vita di benessere.speriamo che i giovani capiscono che il sud è ricchezza,ma come hai detto tu, la politica e la mafia distrugge tutto.anche io vivo al nord da 11 anni sono di potenza, ma non riesco a stare bene psicologicamente mi manca qualcosa,la mia terra.
Paradossalmente e’ quanto scrive Beatrice e altri, ossia che al sud si sta meglio si mangia meglio si vive meglio c è piu ospitalità ecc. ad alimentare un razzismo ambientale ai danni del nord. Troppi luoghi comuni. Io ho vissuto anche al sud e posso garantire che ogni mondo è paese. In sostanza gli esseri umani sono simili in ogni luogo.
ma parli proprio tu di luoghi comuni?ne avete fatto un cavallo di battaglia da una vita,solo luoghi comuni avete usato conto il sud ed in particolare napoli,adesso ti lamenti dei luoghi comuni?mi fa’ piacere sapere che ti da’ fastidio se si usano luoghi comuni anche per voi,cosi imparate il rispetto verso gli altri cosa vuol dire.
e’ vero poi che gli esseri umani sono simili in ogni luogo,ma proprio in ogni luogo pero’,bianchi, neri,gialli,quelli che arrivano con le barche,e quelli che arrivano dal nord,e l’accoglienza e’ sintomo di civilta’,dillo ai tuoi amici leghisti e non,che ognuno puo’ aver bisogno dell’altro,sempre.
Ho vissuto a Padova per 23 anni prima di emigrare in Francia. E di piante rigogliose ne ho viste a fiumi, così come ho conosciuto gente accogliente e via dicendo. È molti brutto continuare a leggere articoli che dividono un fantomatico Sud Italia colorato,caciarone, a cui si perdona tutto da un Nord sempre grigio, sempre milanese, sempre serio. Hai frequentato la gente sbagliata. Mi pare triste rivendicare la propria identità parlando “male” di altre identità. Buona fortuna per tutto…
Concordo. E’ brutto leggere articoli che dividono il sud dal nord, ma chiedetevi come mai a voi stia cominciando a sembrare brutto solo ora. Ora, che le coscienze del sud si stanno risvegliando.
Chiedetevi come mai, se si parla di un sud indisciplinato, sporco, mafioso, nessuno protesta, mentre al primo accenno dei vostri stereotipi saltate su a gridare che “hai frequentato la gente sbagliata”.
Chiedetevi cos’hanno significato, per noi, decenni di insulti, denigrazioni, offese, “sfottò” cantati a squarciagola, birra alla mano, dai vostri politici.
Chiedetevi come mai il “famoso” vittimismo del sud, ora, sta diventando un po’ anche il vostro.
Quando troverete una risposta fateci un fischio, perché solo allora potremo avere un dialogo costruttivo e sensato.
La musica in macchina si può sentire anche al nord. Non sempre è vero che al sud sono tutti ospitali come al nord poco ospitali. l’umorismo (diverso) c’è anche al nord. L’invadenza del sud è molto minore al nord. Le piante che esplodono di vita ci sono anche al nord, specie in questi anni dove la temperatura media a trasformato il nord in una specie di centro-sud. Conosco molti meridionali che manco morti tornerebbero al sud ad abitare. Sono convinto che Beatrice se si trasferisse al sud dopo gli entusiasmi iniziali capirebbe di avere perso molto. Molte cose si apprezzano quando non si hanno più.
e vero,spero di apprezzare presto anche te.
Ciao Beatrice,
siamo dei giovani emigrati e rimpatriati, abbagliati dalla visione dell’infinita potenzialità del Sud. Per questo stiamo organizzando il Festival, “Verso Sud”, sul pensiero meridiano, a Corato, alle porte della Murgia, dall’1 al 4 ottobre. Questo è il link del sito http://www.lavorarestancapuglia.it/ con il programma.
Saremo felici di averti e di avere tutti i pensatori meridiani.
#Versosud
Il sud non decolla? A parte il fatto che ciò non è del tutto vero. I dati ISTAT se fossero aggiustati aggiungendo l’economia in nero la distanza sud-nord e centro sarebbe minore. Poi non si può confrontare il sud con Milano senza considerare le provincia, la campagna, le montagne del nord con delle peculiarità che il sud non ha (e viceversa). Milano è una realtà di un’altra dimensione e meno male che c’è, come meno male che ci sono le realtà provinciali del nord, del centro, del sud. Io ho vissuto 14 anni al sud (Campania) ora abito in una provincia lombarda e se metto su due piatti della bilancia il meglio delle due realtà alla fine scelgo il nord, più vicino ai miei gusti di vita. Infine smettiamola con il vittimismo, non se ne può più; occorre fare anche autocritica e non dare sempre la colpa agli altri e sputare nel piatto dove si mangia.
scusa Antonio,
ma non è ” autocritica” quella che fa Beatrice ? Intendi che , per fare una sana autocritica, debba per forza buttare fango sul Sud e su Napoli , cosa a cui siamo ormai talmente avvezzi da non far indignare nemmeno più gli abitanti di quelle zone ?
Tu, dopo aver vissuto in Campania ha scelto il Nord, mentre Beatrice farebbe volentieri la scelta opposta, non mancando di ringraziare Milano per quella che le ha dato.
Che male c’è in questo ?
Perchè non si riesce a valutare questo pensiero in maniera scevra da pregiudizi, convinzioni personali e, in modo malcelato, anche da una sorta di idea in base alla quale ” sei già stata graziata che stai a milano, statti pure zitta ” ? Cosa ti fa pensare che Beatrice ” sputi sul piatto dove mangia ” ? Pensi che le opportunità che ha avuto o potrebbe avere, non siano state adeguatamente guadagnate da lei e dalla sua famiglia ?
Ecco cos’è il pregiudizo, una condanna senza processo.
eccolo il grande uomo che ha capito tutto,nessuno ti ha chiesto di restare al sud,ma l’autocritica falla tu ,per te pero’,quando non sapete cosa dire parlate di autocritica,ma i numeri li conoscete?allora silenzio non accennate a nessuna cosa che mette in difficolta’ la nazione,e’ la nazione che vuole per comodita’ questa situazione,ma di quale autocritica parli,se esisti e’ perche’ fa’ comodo a qualcuno ,appena non servi vedrai quante ne hanno anche per te,da bravo norista.
Beatrice, un esempio luminoso per i giovani, un monito per i meno giovani del Sud.
Insegui i tuoi sogni, con la tua sensibilità, la tua passione e la determinazione li realizzerai senz’altro! AUGURI!!!!
La conquista di un identità persa per i pregiudizi imposti contro il meridione.
Napul’e’
Napule e’
Beatrice, perché non organizzi un comitato di meridionali a Milano? cerca di parlare loro in questo modo. gran parte di quelli che partono sono gli stessi che criticano.
Beatrice, perché non organizzi un comitato dei meridionali a Milano e gli parli in questo modo? il meridione ha bisogno di forze giovani che non devono scappare.
una canzone di Mario Merola invogliava i napoletani a tornare. organizzati!
Ciao Antonio,
Esiste ormai da più di un anno il circolo Unione Mediterranea Lombardia, proprio a Milano. Se vuoi farne parte, chiedimi l’amicizia su FB
Mattia Di Gennaro
Cara Beatrice Lizza, mi hai veramente commosso ma, ciò che mi ha colpito è il senso della tua speranza che non muore né si lascia indebolire da una fascia di svenduti e corrotti figli snaturati di un grande e meraviglioso Meridione. Con persone come te senz’altro risorgeremo e lotteremo per quella libertà che ci fu rubata 155 anni fa, la riavremo quella sacra libertà e saremo fieri di lasciarla in eredità ai nostri giovani. Un abbraccio.
Questa ragazza mi ha emozionato! Conosce la questione meridionale meglio di uno di noi