La mano di Dio e gli ultimi giorni di Matteo

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Di Raffaele Vescera dalla Pagina Terroni di Pino Aprile
Pur miscredente, sono suggestionato dalle strane coincidenze. A pochi giorni dal referendum contro le trivelle assassine, che Renzi voleva far passare sotto silenzio per boicottare il raggiungimento del quorum, salta il tappo del vulcano che comprimeva l’affaire petrolio, e la schiuma si diffonde per ricadere puteolente sulle facce di ministri e capi di governo come un marchio, uno stigma divino che li mette alla gogna, spingendo il popolo alla ribellione, e al voto referendario.

E’ successo di tutto in questi giorni. Una ministra intercettata a far porcherie petrolifere col fidanzato, un’altra già chiacchierata per affari di famiglia, tirata in ballo, un primo ministro che non potendo dire, “non sapevo”, rivendica per sé tutte le responsabilità, facendo passare, con il gioco delle tre carte, un indebito favore alle lobby del petrolio come un successo per il Paese.
Ed è successo proprio ieri sera, in Francia, che un oleodotto della Total, la stessa società petrolifera che ha ricevuto il favore Tempa Rossa in Basilicata, si è spaccato, lasciando sfuggire mezzo milione di litri di petrolio sul terreno, a detta della stessa Total, ma presumo ben di più, e contaminando terre, acque, piante e animali. Strano però che i giornali non ne parlino.

Strane coincidenze, dicevo, sono cose che non accadono tutti i giorni. La partita del referendum sembrava di difficile soluzione, ecco che gli aiuti cadono dal Cielo. Ricordate la “mano de dios” di Diego Armando Maradona ai lontani mondiali di calcio in Argentina? Giocando contro l’Inghilterra, in quel momento nemica per via della disputa sul possesso delle Isole Malvine o Falkland, Maradona riuscì a mandare la palla in rete con la mano e a vincere la partita. Quando le telecamere scoprirono il fallo, se la cavò dicendo che era stata la mano di Dio a fare goal.

Che altro deve succedere, dunque, per suggestionare persino un miscredente qual sono? E’ come se il creatore fosse sceso in campo per salvare il creato. Certo, coincidenze favorevoli, ma gli antichi greci dicevano che queste manifestano la volontà degli dei, mentre un proverbio cinese dice che, quando si vuole fortemente una cosa, l’universo congiura affinché si realizzi.

Il vulcano è esploso, dunque, non solo per eruttare petrolio sporco su Renzi, oggi a Napoli, contestatissimo, per consegnare Bagnoli, secondo De Magistris, nelle mani di altre lobby, ma anche per seppellirlo con le ceneri delle sue promesse non mantenute. Il Sud completamente abbandonato, anzi discriminato, penalizzato, colonizzato ancor di più. Mai nessun governo, della pur lunga trafila di governi antimeridionali, è arrivato a tanto. Povertà galoppante, disoccupazione alle stelle, salute attentata da criminali inquinamenti, investimenti per il 90% al Nord, in tutti i campi per favorire i potentati finanziari lì residenti, distruzione delle poche risorse a beneficio del Sud, quali agricoltura, pesca e turismo. Infine, accusati di essere piagnoni se protestiamo.

Il Mezzogiorno l’ha capito, e gli dà filo da torcere, si ribella ovunque, dalla Campania al Salento, dalla Basilicata alla Sicilia, è un ribollire di lotte in difesa della propria terra massacrata. Persino nel suo stesso partito Renzi è contestato, e vi sono posti dove non mette piede, come in Puglia.
E mentre il Sud protesta, a Roma gli stanno scavando la fossa, non solo la minoranza Pd che passa apertamente all’attacco, con un D’Alema redivivo, ma anche gli opinionisti e i direttori di giornali nazionali, sostenitori della scalata al potere del fiorentino, ora lo stanno mollando. E se lo mollano loro, vuol dire che lo hanno già mollato anche gli stessi gruppi finanziari che hanno puntato su Renzi. I politici oggi sono usati dalla finanza in virtù del consenso che hanno, utile a imbonire il popolo. Se perdono il consenso, non servono più.

Un Renzi ormai contro tutto e tutti, non come un solitario eroe romantico che conduce battaglie di giustizia, ma come colui che ha fallito la missione di affermare nuove ingiustizie sociali. Il suo governo definito un comitato d’affari in Parlamento, non basterà, la sua ostentata sicumera e popolana arroganza a salvarlo dalla caduta, è agli sgoccioli, agli ultimi giorni che precedono il crollo. Inviso a tutti, ormai è fuori gioco. Il sistema si prepara al dopo Renzi. Ma se il Paese gli fa terra bruciata intorno, sarà il vulcano del Sud a seppellire Matteo. Non basterà la schiera di impresentabili politici meridionali, vieppiù inquisiti e a lui legati, a salvarlo.
Se non sarà il 17 aprile, avremo le elezioni amministrative di maggio, e poi il referendum sul massacro della Costituzione in autunno e infine le elezioni politiche. Se mai Renzi vi arriverà. La fiducia nel Pd è scesa di altri due punti, come quella nel governo, che è a un misero 26%. Fatti un po’ i conti, il 74% gli è contro.

Un commento

  • A parte tutto quanto riportato, assolutamente condivisibile, avrete notato tutto questo interesse (?) per Napoli?
    Napoli è potenzialmente il motore di tutto il Sud. Il nome è grosso. Il rimbombo in tutto il paese, ma che dico?, il mondo, è notevole. Questo spiegherebbe l’improvviso interesse da parte di uno che, per sua esplicita ammissione, se vuole andare a Napoli ha bisogno del navigatore satellitare. Ma cosa c’è dietro questo interesse?
    Dopo 155 anni di saccheggi bisognerebbe essere degli autentici creduloni per pensare ad un rigurgito di coscienza.
    Dopo aver ridotto la “Terra dei fuochi” nel forse più grosso letamaio del pianeta (da quello che era il suolo più fertile dello stesso pianeta (e non di – che so – Marte), hanno continuato a distruggere il Sud (Lucania), impoverirlo delle sue ricchezze (gas pugliese) per poi darle o alle aziende del nord o ad aziende straniere accontentandosi di mazzette per i caporioni e di qualche beneficio materiale e politico per gli ascari locali. Di tante altre imprese dei “Signori del Nord” sono piene le cronache e specifici libri. Chi mi legge sa di che parlo.
    Che fare? Attenzione però. La gente è pigra. Riuscire a coinvolgerla in certi problemi non è così facile. Occorre un grosso lavoro di diffusione delle nostre idee. “Loro” hanno tutti i media, in specie i grossi, al proprio servizio e le masse, purtroppo, ci cascano. Bisogna darsi da fare con l’informazione, con la diffusione delle idee e, magari, esporre anche qualche progetto. Insomma…

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