Impressioni democrazia radicale Massa Critica

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Di Dario Picciafoco

Mercoledì 6 Luglio, sulla scorta della promessa del sindaco di coinvolgere pubblicamente e attivamente la cittadinanza, parti di alcuni collettivi portano in piazza S.Domenico Maggiore circa 300 persone (tra realmente interessati e passanti) riunite classicamente nel cerchio dell’Agorà.

Come si riporta nella pagina fb del gruppo i punti emersi da questa seconda assemblea popolare sono:

1 – A Luglio 2016 avrà luogo un tavolo ufficiale con l’amministrazione comunale aperto a tutte le realtà di base coinvolte o coinvolgibili sul terreno della democrazia radicale, attraverso il quale costruire un primo metodo di cessione di sovranità alle assemblee di base su priorità, temi e temporalità dell’amministrazione cittadina (e non solo).

2 – A Settembre/Ottobre 2016 sperimentare un percorso di assemblee territoriali per costruire insieme agli abitanti di Napoli alcuni obiettivi prioritari per modellare i quartieri sui bisogni collettivi.

3 – Una serie di interventi hanno evidenziato criticità e questioni politiche da sciogliere per rendere attuabili forme di democrazia dal basso: a partire dalla temporalità verificabile degli impegni (Materdei) alla coerenza politica rispetto agli impegni presi (Bagnoli Libera) alle strategie per favorire il bilancio partecipato e forzare i vincoli dell’austerità (Sbilanciamoci)

4 – Durante l’assemblea in piazza è stato presentato l’appello per la scrittura plurale di una “Carta delle assemblee degli Abitanti”, con un metodo costituente che parta dall’apprendimento e dall’osservazione delle esperienze concrete. “Costruiamo una strada o apriamone una nuova”.

Gli interventi dei presenti si susseguono con una scadenza di circa 7 minuti tra di loro, quello iniziale di De Magistris è sicuramente il più propositivo: l’appello all’organizzazione e alla concretezza. E’ evidente infatti che queste riunioni sono in una fase decisamente embrionale, così come è tangibile la voglia di far nascere una struttura che non ripeta i grandi errori del passato (un obbiettivo dal valore piuttosto alto quanto vago in questo momento, al di là della presumibile retorica e della semantica usata). Sicuramente una prova concreta di fattibilità ci sarà stesso a Luglio 2016, a brevissimo praticamente, secondo il primo punto nato dall’assemblea di Mercoledì.

Il momento migliore, in termini di partecipazione e confronto, è stata sicuramente la “denuncia pubblica”, inerente una questione dell’ex nato di bagnoli, da parte di un ragazzo dei centri sociali con la pronta risposta da parte del sindaco che conferma e sottolinea la reale gravità del problema. Momenti come questi sono davvero belli da vedere, ma che succede se ci fosse un opposizione vera a porre una domanda scomoda? (Opposizione che, se non per attaccare il sindaco in campagna elettorale, è completamente assente in città).

Infatti, in una certa misura, si ha un impressione iniziale generale di una quasi nuova forma di “apparenza politica” (anche se le intenzioni sono dichiaratamente sostanziali) in cui ci si fa per lo più una “discussione in famiglia”.

Forse allo stato attuale è necessario così finché, passo dopo passo, non si arrivi quell’organizzazione per la nuova forma di governo tanto complessa quanto giusta, come quella fin’ora proposta e discussa nell’assemblea: la Democrazia Radicale.

“Radicale” con “Democrazia” è una accostamento provocatorio che può far storcere il naso ai più moderati, ma andando con ordine e seguendo il dibattito pubblico in piazza si scopre che è l’idea secondo cui le istanze vengono create, presentate e discusse direttamente dal basso. Una sostanziale differenza anche rispetto la democrazia partecipata, in cui la cittadinanza viene chiamata a partecipare molto più rispetto quella rappresentativa, ma sempre su argomenti calati dall’alto.

Sicuramente una forma di governo opposta a quella “radicalmente” liberista e democratica “solo per chi può” (dal verbo Potere). Sicuramente una forma di governo più concreta (le assemblee popolari di fatto sono partite e ci si avvia a muovere i primi passi verso un’idea di bilancio partecipato) di quella proposta e mai attuata, se non in via formale e solo internamente al loro movimento, dai 5Stelle.

Dai massimi sistemi cittadini alla realtà, in questa riunione c’è stata un po di dispersione, l’attenzione cala facilmente perché si è all’aperto e l’audio non è ottimale, fa caldo e non c’è un volantino che dia indicazioni in merito l’organizzazione e lo svolgimento effettivo dei punti all’ordine del giorno. Unico riferimento è facebook o il contatto diretto al momento. In compenso però, c’è quell’euforia e quell’energia data dalla possibilità di fondere realmente istituzioni e cittadinanza allo stesso livello, anche se filtrata in qualche modo da quelle strutture che attualmente si occupano dell’organizzazione.

A proposito degli organizzatori e degli altri relatori, quello che è certo è l’omogeneità e la provenienza politica e ideologica, spiccatamente, tradizionalmente e dichiaratamente di sinistra. Un domani ci sarà una opposizione concreta e forse si dovrebbe fare qualche esperimento “radicale” appena ci sarà qualche regola in più in merito: magari una sorta di mini parlamentini territoriali organizzati veramente per tutti: da quelli “antipatici” a quelli che comunque hanno una visione differente. Bisogna dimostrare che siamo veramente la capitale dell’amore (semicit. del sindaco).

E appunto se si considerano amorevolmente gli altri punti di vista mancanti, da osservatore esterno di parte, quello che decisamente non c’era è l’approccio (magari non la citazione) autonomista e identitaria: per esempio si è parlato dell’accesso ai fondi europei, ma non si è fatto cenno al problema dello squilibrio dei finanziamenti tra nord e sud. E’ un nodo cruciale da risolvere per la questione dell’autonomia (si spera anche in chiave, appunto, identitaria).

Forse non era l’assemblea giusta per argomenti di questo stampo, anche se si è parlato tanto in termini generali (anche di accesso ai finanziamenti), oltre a questioni strettamente territoriali e amministrative del passato inerenti il concetto applicato di Democrazia Radicale: l’esperienza del quartiere Materdei, citata al punto 4 stabilito nella riunione.

Comunque sperando (e in fondo sapendo) che le proposte, i pensieri e le critiche (e perché no le polemiche) non siano o diventino semplicemente strumentali, funzionali e calibrate piuttosto che ignorate rispetto chi governa e governerà. Noi identitari ci siamo e partecipiamo, magari mettendoci al lavoro per un intervento alla prossima assemblea o, in qualche maniera, presenziare al tavolo del primo punto stabilito nell’assemblea popolare di Mercoledì 6 Luglio scorso.

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