Il voto di scambio – Uno sguardo necessariamente e dolorosamente obiettivo

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di Massimo Mastruzzo

È il solito discorso: per una miglior prospettiva servono assolutamente più punti di vista.

Ad ogni tornata elettorale assistiamo al ripetersi dell’avvilente compravendita di voti. A costi per altro miseri: si parla di 20/30€ a scheda.

La conseguente indignazione come reazione ad questo fenomeno ritenuto inaccettabile è perfettamente legittima.

L’indignato, sovente, rivolge le sue critiche al corrotto e non al corruttore: “Vendersi per 20/30€ è una vergogna“, tralasciando – con l’avallo dei mass media – di contestualizzare la condizione sociale del territorio in cui avviene l’illecito.

Il corrotto in questi casi non è più disonesto di un elettore che vive in un miglior contesto e con una condizione economica più agiata. E’ semplicemente più povero e combatte la sua quotidiana lotta per la sopravvivenza. Lotta che, più spesso di quanto ci piaccia pensare, esclude la normale dignità. Dignità (legittimamente) invocata da chi non capisce queste dinamiche orribili, ma che spesso non è concessa se è vero come è vero, ad esempio, che viviamo in una nazione caratterizzata da una migrazione interna quantomeno “bizzarra”.

Il punto è un altro, comunque: chi è il corruttore? Chi sono questi impresentabili che invece si presentano con tanto di obolo?

È forse espressione di qualche realtà politica che viene da Marte? Oppure, con meno fantasia, è espressione di piccole realtà locali o piccole liste civiche?

Nella stragrande maggioranza dei casi, invece, si tratta di vili personaggi legati ai grandi partiti nazionali e che sospettosamente sfuggono ai controlli dei loro partiti (ed alle varie commissioni preposte), all’atto delle selezioni dei candidati.

A voler essere pessimisti ci sarebbe da rassegnarsi come qualche giorno fa, su Radio 1, il sen. Morra (Genovese, eletto in Calabria) così argutamente ci spiegava: “[…] Già metter su liste in Calabria è difficile perché in una regione governata economicamente da logiche di scambio in cui l’economia assistita decide pressoché tutto,
avere persone libere capaci di fronteggiare i capibastone locali è difficile

La perla razzista era calata in un funambolismo ridicolo teso a sminuire la sconfitta del M5S alle amministrative, ed è fortunatamente smentita da esempi brillanti quale quello della lista CambiaMenti che a Botricello, col nostro Franco Falbo ha onestamente e senza compromessi dato battaglia. Nessuna logica d scambio anche senza appartenere al partito del Messia più comico che ci sia.

Chiudo citando lo stesso Falbo, su Morra:

Morra non è calabrese ma genovese. Non presentano liste in Calabria per la sua incapacità a gestire il partito. Vedi Cosenza alle passate amministrative dove contro la volontà dei meetup ha candidato sindaco l’ing. Coscarelli ed a Crotone che invece del meetup storico ha preferito un candidato di un circolo costituito ad hoc. In Calabria 5s non attecchisce perché lontano dai bisogni della gente. Fanno solo propaganda ed i calabresi sono gente di sostanza. Mi piacerebbe chiedere a Morra chi hanno votato a Botricello gli iscritti 5 stelle. Noi la lista l’abbiamo fatta al di fuori di tutti i partiti, ci siamo battuti con le fionde contro i carri armati ed abbiamo preso 1.075 voti. Voti liberi. Troppo bello e comodo l’alibi della ndrangheta.

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