Unione Mediterranea denuncia lo sciacallaggio mediatico contro Napoli e i napoletani
Muore un ragazzo sparato da un carabiniere e i giornali italiani pronunciano la sentenza: la colpa è di Napoli perché vive al di fuori della legge. Ora basta: siamo pronti a denunciare questo pericoloso sciacallaggio mediatico.
“A Napoli forzare un posto di blocco viene ritenuto prassi se non una prova di coraggio e virilità. Napoli è una città che vive al di fuori della legge, i cui abitanti, anche quelli che non sono criminali, tengono abitualmente comportamenti che in altre parti d’Italia non sono tollerati. Peggio, spesso non sono subiti con fastidio ma accettati con compiacenza come un tratto caratteristico della città, un qualcosa di pittoresco da fare con orgoglio. L’indagine chiarirà se il carabiniere è un assassino, di certo Davide è vittima anche della Napoli che lo piange e lo descrive come il bravo ragazzo che, probabilmente, non era.”
Si tratta di frasi estrapolate da un breve articolo di Pietro Senaldi, giornalista di Libero, pubblicato immediatamente dopo quanto accaduto al Rione Traiano di Napoli, dove Davide Bifolco, un ragazzo di diciassette anni, ha perso la vita in seguito ad un colpo d’arma da fuoco sparato da un carabiniere, che ha definito il proprio gesto accidentale. Davide non si è fermato al posto di blocco, era su un motorino non assicurato con altri due ragazzi in sella e senza casco. Una di quelle storie che non dovrebbero mai accadere e che certamente impongono una riflessione comune sul rispetto delle regole, dei doveri e delle azioni che si compiono a qualunque età, perché nulla può valere di più di una vita umana. Confidiamo che la giustizia faccia il suo corso e stabilisca con chiarezza la verità dei fatti.
Com’è normale, notizie di questo tipo turbano l’opinione pubblica ed è sul quel turbamento, su quell’inquietudine generale, che i giornalismo può diventare uno spietato veicolo di strumentalizzazione. Se poi il luogo dove sono accaduti i fatti si chiama Napoli, la chance diventa doppia, tripla. Perché Napoli è comoda, è sempre pronta all’uso, è un sofà della macchina mediatica italiana, che non dosa mai parole, espressioni, considerazioni, quando si tratta di raccontarla. Tutti i napoletani, per il solo fatto di esserlo, vengono macinati nel tritacarne della denigrazione, del facile luogo comune, dell’ offesa gratuita ed indistinta, con buona pace della correttezza deontologica e professionale, perché l’obiettivo diventa altro dall’episodio di cronaca.
Ma queste generalizzazioni disinvolte (guarda caso sempre anti-meridionali), fomentano sentimenti di intolleranza che possono diventare pericolosi e difficilmente gestibili quando ci si allontana dal mondo virtuale di una tastiera e ci si confronta con la vita di tutti i giorni. Le parole, citando Leonardo Sciascia, non sono cani che le fischi e tornano indietro. Possono diventare bossoli mortali se certa stampa persevera nel proprio stile facilone e razzista. Le lacrime napulitane sono troppe e troppo amare: non siamo disposti a versarne di nuove per un altro Ciro Esposito.
Chi fa informazione, o ne ha l’ambizione, deve essere accorto e preciso nelle parole che utilizza, perché ha il dovere della correttezza formale nei confronti dei lettori, molti o pochi che siano. E’ per questa ragione che l’articolo di Pietro Senaldi è inaccettabile e non ha giustificazioni. Non è in discussione la condanna rigida ed intransigente nei confronti di coloro che mortificano la città commettendo gesti illeciti ed incivili, che certamente ci sono, ma costituiscono senza dubbio una arrogante minoranza.
Luigi De Magistris, in qualità di sindaco di Napoli e prima ancora di ex magistrato che rappresenta la parte della città dedita alla legalità, prenda le distanze pubbliche da tali infamanti dichiarazioni.
Unione Mediterranea ha chiesto ad un collegio di 3 avvocati di valutare la sussistenza di estremi giuridici al fine di procedere per via giudiziaria: non lasceremo passare in sordina questo ennesimo sciacallaggio mediatico che rende buona ogni occasione per diffamare e criminalizzare senza alcuno scrupolo etico, Napoli e i suoi abitanti.
Flavia Sorrentino-Portavoce Unione Mediterranea.
per quanto mi riguarda, faccio del mio meglio per dare un’altra immagine di Napoli qui in Francia, un’immagine di città-regno di tolleranza e di umanità, bistrattata dalla storia.
se posso fare altro, bussate e vi sarà aperto.